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Europa. Inghilterra. Londra. Quarto cronometro marino di Harrison (Museo dell’Osservatorio di Greenwich)

Una misura precisa della differenza di ora tra il meridiano del luogo in cui ci si trova e quello scelto come fondamentale, e quindi della longitudine, divenne possibile in seguito al perfezionamento del cronometro ad opera di John Harrison (1693-1776), carpentiere inglese autodidatta, nativo dello Yorkshire. Gli orologi precedenti non erano sufficientemente precisi, e queste imprecisioni risultavano talora fatali ai naviganti, come si vide nel 1707, quando un’intera flotta britannica, al comando di Sir Cloudisley Shovell, naufragò alle Isole Scilly, al largo della Cornovaglia, con la perdita di quattro navi e di quasi 2000 uomini. Fu proprio in seguito a tale catastrofe che il governo di Londra istituì l’Ufficio della Longitudine (Board of Longitude) per studiare il problema e bandì nel 1714 un premio di 20.000 sterline per chi avesse scoperto un modo per misurare la longitudine in mare con un errore non eccedente il mezzo grado. Harrison riuscì a risolvere il problema, dopo aver preparato ben quattro diversi cronometri (detti “cronometri marini”, perché destinati a servire da ausilio alla navigazione) tra il 1729 e il 1761. L’ultimo aveva una serie di geniali accorgimenti: parti bimetalliche (per compensare i diversi coefficienti di espansione termica dei vari metalli, che costituivano, nell’attraversamento di mari aventi climi diversi, uno dei principali fattori di errore), un bilanciere ad alta velocità che oscillava cinque volte al secondo (per assicurare maggior energia), un ricaricatore automatico senza chiavetta (remontoir) che ricaricava il cronometro otto volte il minuto. Soprattutto, quest’ultimo cronometro era di piccole dimensioni, e ciò, rispetto agli orologi molto più grandi dei precedenti tentativi, gli assicurava una stabilità di gran lunga superiore. Il quarto esemplare somigliava esteriormente ad un comune orologio da tasca dell’epoca, ma rappresentava il vertice massimo della tecnologia allora disponibile. Dopo un viaggio transatlantico di prova fino alla Giamaica, il cronometro scartò non di mezzo grado, ma di un solo cinquantesimo. Harrison però non ricevette il premio poiché, per qualche ragione, aveva dei nemici nell’Ufficio della Longitudine, ma gli fu elargito, obtorto collo, un “premio di consolazione” pari a meno della metà della cifra promessa, solo dopo lunghi contrasti e grazie ad un intervento del re, al quale Harrison, disperato, si era rivolto. Inoltre il suo cronometro marino ebbe scarso impatto su quelli terrestri: infatti un cronometro più semplice, costruito dal francese Pierre le Roy (1717-1785), divenne il capostipite degli orologi meccanici di precisione di uso comune. (Da: EMILIO BIAGINI, Le Isole Britanniche nel contesto globale, Genova. E.C.I.G., 2007, 2a edizione).


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