LA GRAMAGLIADE
ovvero
EPOPEA DI UNO SPIRITISTA NEMICO DI MARIA VALTORTA
CAPITOLO SETTIMO
ALTRE RIVELATRICI IMPRESE
DELL’ILLUMINATO TUTTOLOGO
Quarta puntata
Che sia l’invidia a muovere il PAG? Non si riesce ad immaginare altra spiegazione per l’inqualificabile attacco a Vittorio Messori (Vittorio Messori: il cristologo narcisista), il validissimo e dotto apologeta che ha insegnato ad un’intera generazione a comprendere l’origine e il significato della Scrittura e della Tradizione. Perché mai “cristologo”, poi? Vorrà dire qualcosa al di fuori del cerebro gramagliesco? In questo scritto diffamatorio il PAG si scaglia con espressioni di inaudita volgarità e violenza contro Vittorio Messori e contro il volume Patì sotto Ponzio Pilato? Un’indagine sulla Passione e morte di Gesù, definendola ripetutamente “idiota” e coniando perfino i neologismi “idiotissima” e “straidiota” (op. cit., p. 494). Altri sostantivi e aggettivi utilizzati dal PAG per qualificare il volume o le tesi di Vittorio Messori sono “fanfaronate” (ibid., p. 486), “romanzetto a fumetti” (ibidem), “buffonaggine” (ibid., p. 488), “stupidità” (ibid., p. 489), “trovate demagogiche” (ibidem), “bravate” (ibid., p. 490), “prodezze da saltimbanco” (ibidem), “indecente” (ibid., p. 492), “capolavoro di stupidità demagogica” (ibid., p.493), “limite massimo delle idiozie filologiche” (ibidem), “sceneggiata” (ibid., p. 494). Quanto all’autore, Vittorio Messori viene qualificato come “intellettuale cattolico denutrito” (ibid., p. 489) o, più semplicemente, “un pazzo” (ibid., p. 494). Dopo avere osservato che “[…] Vittorio Messori non è tuttavia ingenuo […]” e coltiva “[…] un subdolo secondo fine […]”, che è quello di diffondere il “concordismo” a proposito dei Vangeli (ibid., p. 491) o, peggio ancora, l’“apologetica” (ibid., p. 493), il PAG conclude che “[…] sarebbe d’altronde eccessivo pretendere che egli [Vittorio Messori] riesca a svolgere con correttezza professionale anche solo una attività di informazione, quale esigerebbe il suo cosiddetto mestiere di giornalista” (ibid., p. 494).
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