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LA GRAMAGLIADE

ovvero

EPOPEA DI UNO SPIRITISTA NEMICO DI MARIA VALTORTA

 

CAPITOLO SETTIMO

ALTRE RIVELATRICI IMPRESE

DELL’ILLUMINATO TUTTOLOGO

Terza puntata

 

Ed ecco alcune perle, scegliendo fior da fiore. Bilocazione e trasfigurazione sarebbero favole degli spiritisti (pp. 253-255). Nessun cenno alle bilocazioni dei santi, parecchie delle quali ben documentate. L’atteggiamento medianico sarebbe (…) tipico di chi si affida all’interna ispirazione che gli viene da Dio a tutti i livelli.” (p. 258). “La trance medianica si manifesta come uno stato alterato di coscienza ed è analoga all’estasi.” (p. 259). S. Teresa d’Avila andava semplicemente in trance? La trasfigurazione sarebbe una alterazione di coscienza, di voce, di personalità e addirittura una modificazione della fisionomia che condurrebbero ad “una vera e propria metamorfosi psicologica e caratteriale” (p. 260). Dunque, Cristo sul Tabor era in stato alterato di coscienza?

“Un prete come questo sta alla Chiesa come un falegname che passi tutto il tempo a spaccare mobili,” ha commentato un mio amico “e quello che è più grave è che il capo mobiliere non fa niente per togliergli l’ascia di mano.”

Ebbene sì, non potevamo dormire la notte cercando di capire cosa fosse uno spirito-guida. Ed ecco che alle folle assetate di conoscenza Ella, erudito PAG, provvede a spiegare che “lo spirito-guida svolge (…) diverse funzioni: da una parte diventa un protettore che assiste il medium durante le sedute, controllandone perfino lo stato fisico, onde evitare fatiche e pericoli, e svolge funzioni analoghe a quelle dell’angelo custode nella psicologia infantile; dall’altra soddisfa inconsce manie di grandezza, presentandosi come Entità personificata che coordina eventuali interventi di altri spiriti.” (p. 266). Commento: “Si capisce, l’angelo custode esiste solo nella psicologia infantile: bella bestemmia! E se lo spirito-guida fosse Belzebù come si fa a distinguerlo?”

E il fluido psichico? Ecco l’infallibile PAG che ci spiega ex cathedra: “il fluido psichico pare essere di natura elettromagnetica (…) sempre e comunque l’elettricità ha un potere disgregativo sui fenomeni spiritici. (…) Vi sarebbero infine rapporti speciali tra gli spiriti da evocare e il colore della luce; pare che gli spiriti negativi siano attratti dalle vibrazioni più rapide (dal viola all’ultravioletto), gli spiriti positivi dalle vibrazioni più lente (dal rosso all’infrarosso) [sic]; inoltre gli spiriti negativi assorbirebbero luce, dando origine ad apparizioni più scure, mentre gli spiriti positivi, riflettendo i raggi luminosi, si presenterebbero in forme biancastre.” (p. 276).

A questo punto in cattedra c’è salito un mio amico fisico e ha detto: “Le pretese di scientificità conducono il Gramaglia ad impantanarsi proprio nelle fandonie spiritistiche che si è proposto di smascherare. Infatti, rifiutando l’autorità della Chiesa, che condanna senza appello qualunque tentativo di mettersi in contatto con forze che non possono essere se non diaboliche, il PAG si perde in sofismi pseudoscientifici, assolutamente ridicoli. Gesù aveva chiaramente spiegato a Maria Valtorta che gli spiriti celesti non si lasciano chiamare dagli uomini, perché Dio non è al nostro servizio; praticando spiritismo ed esperimenti parapsicologici ci si può mettere in contatto solo coi demoni, e il diavolo è abilissimo nel farsi passare per una persona defunta, o per un angelo di luce o perfino per la Madonna, come ha fatto una volta davanti a una veggente di Medjugorje. Baloccarsi con spiritismo o “esperimenti” di parapsicologia significa aprire porte che dovrebbero restare sempre chiuse. Infine, almeno il PAG sapesse di cosa parla quando pretende di usare termini scientifici: la luce ha sempre la stessa velocità c, pari a circa 300.000 km/sec, tanto che è una delle costanti cosmiche; quello che cambia è la lunghezza d’onda l, ed è questa a determinare il colore. Gnurant!”

Eureka! Se n’è accorto perfino Lui, l’illuminato tuttologo, che gli spiriti sono bugiardi, anche se ammettere che si tratta di demoni sarebbe troppo per la sua granitica fede razionalistica: “Se si prescinde dal fatto che gli spiriti si rivelano spesso abbastanza bugiardi, perché non riferiscono quasi mai il loro nome esatto e cercano un nome fittizio, le loro risposte vuoi sulla vita passata vuoi su problemi che interessano i componenti la seduta dipendono piuttosto dalle suggestioni suggerite dal direttore e incrociate con l’inconscio sbrigliato del medium in trance. Succede un po’ come con gli esorcisti in dialogo con i presunti ossessi in stato di dissociazione.” (p. 278). “Allegria!” ha commentato un mio amico “gli esorcisti sullo stesso piano degli spiritisti. Andiamo proprio bene.”

Gli spiriti “superiori”, essendo più intelligenti, a volte protestano persino contro l’idea di Dio”, ci assicura il PAG (p. 284). Commento: “Si capisce, maggiore l’intelligenza, maggiore l’ateismo: acuta constatazione del PAG, che ne denota la profonda fede e si accorda con la famigerata affermazione che segue due pagine dopo, della possibilità di ‘una ermeneutica del mistero della persona di Gesù di tipo razionalistico, che ne neghi la divinità, poiché la fede cristiana non è il risultato apodittico della semplice esegesi” (p. 286). Una amenità già citata, ma vale la pena di ritornarci, perché riflette bene la fede gramagliesca.

Ed ecco nuovamente in azione l’instancabile valtortofobo Don Pier Angelo Gramaglia. Con mirabile tempestività, nel 1997, interviene sulla canonizzazione di Padre Pio di quell’anno. Con furia da talebano suicida, il PAG spara a zero contro il santo nella sua Analisi critica del mito di Padre Pio. Il libro è stampato in proprio, forse perché nessun editore aveva osato accettare questa spazzatura (la definizione è di un mio amico netturbino), monotonamente simile a quella già scagliata sulla Valtorta: Padre Pio avrebbe avuto un fisico alterato e patologico, sarebbe stato un isterico, una mente malata, sofferente di allucinazioni, dedito ad attività divinatorie e medianiche (sic!). E il Gramaglia-pensiero conclude scagliandosi con odio contro tutte le manifestazioni mistiche: “ci si può porre dei seri quesiti critici su di un modello di esperienza religiosa che sta prevalendo nell’epoca contemporanea, e non solo nel mondo cattolico, di cui padre Pio è indiscutibilmente emblema. Pare infatti che per l’uomo religioso dell’inizio del Terzo Millennio il Divino debba essere visibile nelle più svariate allucinazioni estatiche, udibile in loquacissime locuzioni interiori, ‘nasabile’ nei più sublimi profumi celesti (nonché distinguibile dagli olezzi sulfurei del suo antagonista), gustabile in tutte le fontane miracolose e, finalmente, tastabile dalle più segrete transverberazioni interiori fino all’orticaria epidermica mariana.”

(continua)


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