Commemorando la data del 6 giugno 1944, ben quattro telegiornali di portata nazionale hanno informato i telespettatori dell’importante ricorrenza. Solo che, invece che di sbarco in Normandia, tutti e quattro hanno disinvoltamente parlato di “sbarco in Lombardia”.
Naturalmente, con la consueta superficialità, dopo le prime risate, l’episodio è stato relegato nel dimenticatoio, mentre si tratta in realtà di un fatto gravissimo. Dietro a quei telegiornali stanno costosissime organizzazioni complesse (pagate dalle tasse, indovinate di chi), numerosi (presunti) esperti che acquisiscono le notizie, le vagliano (o dovrebbero vagliarle), preparano i testi che gli annunciatori devono leggere. Infine si spera che gli annunciatori siano dotati di un minimo di cervello e che facciano attenzione a quello che leggono. Insomma, gente che si suppone seria e competente, capace di evitare almeno le figuracce più gravi. E invece no. In quattro reti, non una sola ma quattro reti diverse d’importanza nazionale, il ridicolo errore è passato inosservato. Le sorridenti annunciatrici hanno serenamente informato il pubblico in ansiosa attesa di notizie, che ricorreva l’ottantesimo anniversario dello sbarco in LOMBARDIA. Quattro reti nazionali, quattro figuracce davanti a milioni di telespettatori. Non può essere un caso. Che significa?
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