I Trigotti

Necessaria precisazione: e sia ben chiaro noi non siamo bigotti.

I Trigotti

Categoria: Humanae litterae (Pagina 1 di 33)

A PROPOSITO DI SCOMUNICHE

Il domenicano Girolamo Savonarola iniziò la predicazione dei Quaresimali – era il 17 Febbraio 1496 – con queste parole:

Fatti in qua, ribalda Chiesa, fatti in qua ed ascolta quello che il Signore ti dice: Io ti avevo dato le belle vestimenta, e tu ne hai fatto idolo. I vasi desti alla superbia; i sacramenti alla simonia; nella lussuria sei fatta meretrice sfacciata; tu sei peggio che bestia; tu sei un mostro abominevole. Una volta ti vergognavi dei tuoi peccati, ma ora non più. 

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Le quattro P

Il Verbo divino ha creato il mondo e tutte le cose visibili ed invisibili. Il Verbo è la Parola divina. Anche a noi ha dato la parola, per renderci simili a Lui, e anche la nostra parola ha un certo potere creativo. Non è un caso, quindi, se determinati suoni e relative lettere richiamano coerentemente significati ben precisi, di non poca importanza spirituale. Consideriamo, ad esempio, la lettera P. Quattro sono le P indispensabili al ben vivere e (cosa assai più importante) al ben morire, ossia a propiziare l’ingresso dell’anima nell’eternità: Preghiera, Perdono, Pazienza, Perseveranza.

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ATTESA

Attesa di che cosa? Attesa della luce che dissiperà le tenebre di questa epoca malvagia. Troppi sacerdoti sono complici del mondo. Gli eletti “filantropi”, servi del principe di questo mondo, non hanno alcun interesse alla pace, né alla scomparsa delle malattie e della droga. Già ricchissimi, traggono infatti ancor più oscene ricchezze dalla guerra, dalla droga, dalle malattie covate in laboratorio.

Impossibile scuotere il loro dominio? È fondato sulla sabbia. Saranno essi stessi a scatenare guerre che porteranno alla loro rovina. Pretendono di dominare il mondo e di trasferire la loro preziosa personalità su elaboratori elettronici, così da rendersi “immortali”. Sperano forse di persuadere almeno se stessi? Ma le macchine mai potranno avere coscienza di sé, mai diventeranno umane.

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LA SCIENZA DI BLATERONTE

 

Nei tempi oscuri in cui ci tocca vivere, cosa c’ è di meglio per dissipare un poco le tenebre che un sorriso ironico sulle innumerevoli storture che affliggono la società odierna? Se siete stanchi del mare di idiozie e afflitti dalle persecuzioni delle autorità di qualunque tipo, invece di farvi venire il mal di fegato e dover ricorrere alle “amorevoli” cure della malasanità pubblica, bevete un bicchiere di vino di quello buono, accendetevi una bella pipa o un bel sigaro, sedetevi in un prato e leggete questo libro: sarà un toccasana per il vostro umore.

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NOVANT’ANNI FA

Mettendo in ordine gli scatoloni dopo gli ultimi due traslochi abbiamo ritrovato documenti interessanti che riguardano il passato della nostra famiglia. Questa foto del 1934 è stata scattata a mio zio Gian Giuseppe detto Pino il giorno della sua laurea in Giurisprudenza. Il segno di lutto che porta sul risvolto della giacca è dovuto alla morte di sua nonna materna Virginia avvenuto poco tempo prima. In un altro scatolone abbiamo trovato la tesi di laurea, documento interessante, oltre che per il contenuto anche per lo stile molto elegante sebbene appartenente ad un’altra epoca.

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RECENSIONE DI UN NUOVO IMPORTANTE SAGGIO SULL’OPERA DI TOLKIEN

PAOLO NARDI & NICOLA NANNERINI (2024) Guardare verso Occidente. Tempo, trascendenza e destino nell’opera di J.R.R. Tolkien, Verona, Fede & Cultura

Ho avuto occasione di occuparmi di Tolkien per qualche tempo (articolo “Geografia fantastica e interpretazione psicologica con riferimento a ‘The Lord of the Rings’ di J. R. Tolkien”, Atti Accademia Ligure di Scienze e Lettere, XXXIII, 1976, pp. 3-23) e alcuni altri articoli nel numero speciale della rivista Ipotesi (Anno 5, 1-8, 1979) dedicato a “Il mondo fantastico di J. R. R. Tolkien”, ma gli studi di Paolo Nardi, laureato in Lettere all’Università Ca’ Foscari di Venezia, appaiono indubbiamente più comprensivi, abbracciando l’intera gamma dei diversi livelli di lettura del capolavoro tolkieniano e bilanciando in maniera criticamente equilibrata il sottofondo cristiano e quanto vi è di nobile nel paganesimo nordico, esercitando in pari tempo una magistrale analisi dei caratteri e dei comportamenti dei personaggi. L’analisi di Paolo Nardi dei capolavori tolkieniani (Alla scoperta della Terra di Mezzo, Leggiamo insieme “Lo hobbit” e Leggiamo insieme “Il Signore degli Anelli”) è di grande profondità e precisione, appoggiandosi ad una cultura di eccezionale vastità, per cui tali saggi rappresentano indubbiamente un punto fermo fondamentale negli studi su Tolkien.

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A PROPOSITO DI SCOMUNICHE

Il domenicano Girolamo Savonarola iniziò la predicazione dei Quaresimali – era il 17 Febbraio 1496 – con queste parole:

Fatti in qua, ribalda Chiesa, fatti in qua ed ascolta quello che il Signore ti dice: Io ti avevo dato le belle vestimenta, e tu ne hai fatto idolo. I vasi desti alla superbia; i sacramenti alla simonia; nella lussuria sei fatta meretrice sfacciata; tu sei peggio che bestia; tu sei un mostro abominevole. Una volta ti vergognavi dei tuoi peccati, ma ora non più. 

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MALASCIENZA-RECENSIONE DI ANTONIETTA FLORIO

Leggere Malascienza. L’impostura di Lucifero di Emilio Biagini (Edizioni Solfanelli) non significa soltanto mettere a repentaglio quel corpus di conoscenze che si acquisiscono a partire dalla scuola elementare, ma significa abbandonare l’aurea costruzione di quel sapere, smantellando e distruggendo di conseguenza la visione della realtà. E questo trapasso, questa gigantesca voragine che ineluttabilmente e drammaticamente si apre, assume un certo valore per due motivi: anzitutto per l’ampia documentazione che l’autore fornisce sia durante il testo, sia a corredo dello stesso con un’altrettanta corposa bibliografia; in secondo luogo, perché ha l’effetto di scuotere e contemporaneamente di amareggiare.

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IL TAMERISCO NELLA STEPPA

IL TAMERISCO NELLA STEPPA

Una domenica, dopo la Santa Messa, un gruppo di amici alquanto cattolici sedevano intorno ad un tavolo all’aperto (infatti era piena estate), bevendo (moderatamente) vino e raccontandosi a turno storie edificanti o citando e spiegando qualche brano della Sacra Scrittura. Dopodiché il narratore proponeva un brindisi. Questo curioso modo di stare insieme imitava quello degli abitanti della Georgia, paese che, per grazia di Dio, si era liberato per sempre della barbarie comunista senza cadere nella barbarie mondialista, e dove di recente gli amici erano stati in un viaggio turistico organizzato dalla loro parrocchia.

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COME NASCE LA FEDE E DOVE CONDUCE

Parliamo, senza pretese di originalità, delle fonti della Fede. La fonte primordiale è l’umiltà. Di fronte alla vastità e agli splendori del Creato, l’uomo non può sottrarsi all’idea di una maestà nascosta, sapiente, al di là della nostra comprensione. È questo lo stadio del teismo, raggiunto da ogni popolo a qualsiasi livello di civiltà. Come dice Cicerone nel De natura deorum, non vi nazione tanto barbara da non avere l’idea di Dio. L’ateismo, ammesso che realmente esista e non si limiti ad una superficiale moda, non è che il ripiegamento di una mente malata su se stessa, gonfia di orgoglio insensato che la spinge a pensare che non deve esistere una realtà superiore al proprio Io: la cura a tale errore è appunto l’umiltà.

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