POVERI RECENSORI,
NON HANNO TEMPO DI LEGGERE
(di Emilio Biagini)
Molti recensori non leggono quello che recensiscono e fanno una figura penosa… Se poi uno il recensore lo fa di professione e non scrive altro, è degno della massima pietà: poveretto, mancando la capacità creativa, si limita a fare le pulci a quelli che, in qualche modo, più o meno, ce l’hanno.
Nella recensione che un ominide ha fatto del mio testo universitario Pianificazione territoriale in Occidente, mi sono visto rimproverare la “scelta casuale” degli esempi di paesi esaminati; ma c’era tutto un capitolo dedicato ai criteri della scelta, sia in base alla teoria dell sviluppo polarizzato, sia in base alle competenze linguistiche, evidentemente sfuggito al distratto recensore. Al sottosviluppato non andava giù che non avessi considerato quel modello di socialismo suicidario che è la Svezia, ma c’era il fatto che allora parlavo solo cinque lingue straniere e lo svedese non era tra queste, e come si fa ad esaminare i documenti degli uffici di pianificazione se non si conosce la lingua? Probabilmente lui sapeva lo svedese o, ancor più probabilmente, era abituato a parlare in base a documenti che non comprendeva, ma siccome era un sussiegoso barone universitario, non si poteva dirglielo sulla facciaccia.