Ma simili reazionarie illazioni, degne di uno studioso “marginale” come Emilio Onesto, non turbavano la mente scientifica della spedizione, il rinomato professor Mad Max (oltre la sfera della decenza, nella sua corsa a rotta di collo verso l’agognato nulla), titolare di ben tre cattedre: in Ateismo dogmatico, in Evoluzionismo obbligatorio, e in Relativismo applicato, conferitegli dai suoi ottimi buoni maestri, rispettivamente presso le università di Mangiapreti, di Brucialibri e di Bocchetappate. Poiché il sole calante mandava gli ultimi raggi sulla lucida pelata dell’illustre accademico, questi, appena individuato un ripiano adatto a montare il campo, diede benignamente ed autorevolmente il segnale della sosta.
Fatto montare il campo dagli schiavi aspiranti ad un posticino accademico o ad un’improbabile promozione, e dopo aver consumato un abbondante pasto a base di salmone affumicato, ostriche e caviale, il professor Mad Max, tenne consiglio nella grande e comoda tenda che, come capo, gli spettava. Intorno al tavolo sedevano, insieme al grosso personaggio, le sue umili e devote assistenti turche, Yavan Kaymak, Frangi Safak e Myriam Kükremek, debitamente velate.
— Io direi ……. — azzardò Kaymak.
— No — replicò Mad Max.
— Mi parrebbe …… — arrischiò Safak.
— Silenzio — impose il grand’uomo.
— Peraltro, forse …… — articolò, inghiottendo saliva, Kükremek.
— So già cosa vuoi dire, — la rearguì Mad Max — che forse quell’immondo essere che io aborro, quel ……. quel ……. quell’ignobile Emilio Onesto potrebbe aver ragione, ma io quello lo sfascio, gli faccio la guerra e sarà terrrrribbbbile. —
— Ma alla fine, cos’ha fatto? — insistette Kükremek in un sussurro.
— E lo chiedi? Ha osato manifestare il suo abominevole cristianesimo razzista e sessista. Ha osato negare la santa evoluzione, ha osato. È un coacervo di pregiudizi antidiluviani, è. È perfino contro l’aborto, perfino. Ma io lo schiaccio, lo aborro, lo rovino, lo metto a perdere finché si stufa e ritira il suo orribile libro. Io devo difendere l’istituzione che produce poltrone, e che mi ha elargito la mia, l’istituzione dove operano gli ottimi buoni maestri. Gli studenti hanno protestato e io devo agire. —
— Ma non si può ……. è una persecuzione ……. finiamo nei guai anche noi ……. — osò ribattere Kükremek facendosi più piccola possibile.
— Insomma, — urlò Mad Max — è il principio che conta. Nessuno deve portare le proprie idee a lezione: infatti nessuno sa come la penso realmente. Non lo so neanch’io che cosa penso, a parte l’odio contro questi asini cristiani. Nessuna idea, nessuna …… dev’essere un mondo liquido, liquidissimo, liquiderrimo, fatto di liquame ……. Invece quello pretende che ci sia anche la roccia. —
— ……. e molti studenti lo stimano e sono contenti del suo corso ……. — aggiunse Kükremek con l’ultimo filo di voce che le restava.
— Ma io ti distruggo, — la investì Mad Max al colmo del furore, battendo pesanti manate con il palmo della mano sul tavolo da campo che sobbalzava — se osi ancora sfidare la mia autorità. Non approfittarti del mio carattere dolce e tollerante, perché io non ci metto niente a rovinarti. —
La povera Kükremek tacque coprendosi il volto con il velo, mentre le altre due tremavano.
— Un’ora segnata dal destino — continuò Mad Max, riassumendo il suo contegno solenne ed ufficiale — batte nel cielo della patria. Domani la dichiarazione di guerra sarà consegnata all’abominevole nemico cristiano, quando io scoprirò l’anello di congiunzione definitivo, la prova finale dell’evoluzione. Per radio farò subito trasmettere la notizia del mio trionfo. —
Le tre consigliere turche si scambiarono occhiate al di sopra del velo nel quale si erano fasciate la testa, ma nessuna osò più proferire una singola parola.
Venne il mattino, e poche centinaia di metri al di sopra del campo, i membri della spedizione scorsero una grotta non segnata sulle carte.
— Lo sapevo, — esclamò Mad Max — i montanari della zona lo dicevano che qui doveva esserci una grotta, la chiamano l’antro di Po-Log. —
— Che significa? — domandarono con voce tremante le tre turche, ancora scosse per la scenata della sera precedente.
— Non importa il nome, — spiegò Mad Max — ciò che importa è quello che c’è dentro: un ghiacciaio sotterraneo, e dentro il ghiaccio dicono che dorma un antenato. —
La spedizione cominciò ad esplorare l’antro: sotto la supervisione del grand’uomo, squadre di schiavi installarono potenti fotoelettriche e cominciarono a scavare. Ben presto apparve un curioso fossile mummificato, estremamente ben conservato: una proscimmia molto primitiva, ma con caratteri che, secondo Mad Max, anticipavano chiaramente le scimmie, addirittura quelle antropomorfe, addirittura l’uomo: le proporzioni degli arti, infatti, erano quasi umane; solo il cranio molto piccolo faceva pensare ad un’intelligenza estremamente limitata. Evidentemente l’evoluzione aveva ancora una lunga strada per giungere da quell’essere fino al più primitivo degli esseri umani. Era il trionfo dell’evoluzionismo. Mancava solo dargli un nome. Provvide Mad Max, che proclamò solennemente, di fronte agli schiavi schierati sull’attenti e alle tre turche tremanti alle sue spalle:
— È un ritrovamento regale, perché consolida le nostre conoscenze sull’evoluzione umana, e sancisce in modo definitivo l’evoluzionismo, ribadendo l’ultimo chiodo nella bara del ridicolo creazionismo propugnato da una marginale pattuglia di asini cristiani. L’esemplare non ha il pisello, quindi, forse, è di genere femminile, per quanto in fatto di generi non si possa mai essere sicuri, ed anzi qualche volta è meglio non indagare. Il fossile è stato rinvenuto nell’antro di Po-Log. Lo chiamerò dunque “Antropologa regia”. —
MARIA ANTONIETTA NOVARA BIAGINI
Lascia un commento