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“Come la maggior parte degli altri vangeli perduti, anche quello di Tommaso non invita i seguaci di Gesù a diffondere la loro fede nel mondo. Al contrario, il cristianesimo viene presentato come un insieme di ‘insegnamenti segreti’ riservati a una piccola élite di iniziati, ed è questo il motivo per cui la maggior parte dei vangeli perduti sono indicati collettivamente come gnostici. Il termine ‘si riferisce alla ‘conoscenza rivelata’ disponibile soltanto per coloro che hanno ricevuto un insegnamento segreto da un rivelatore celeste’. Per usare le parole del vangelo di Tommaso: ‘49) ‘Beati i solitari e gli eletti’ e ‘Io rivelo i miei misteri a coloro che sono degni dei miei misteri’.” (pp. 60-1).

“La Pagels non è certo sola nell’ammirazione per il Vangelo di Tommaso. Il gruppo noto come Jesus Seminar lo considera una fonte più autentica delle parole di Gesù di quanto lo siano i quattro vangeli ‘ufficiali’. Funk, presidente e fondatore del seminario, era portato a indicare Matteo, Marco, Luca, Giovanni e Tommaso come i ‘cinque vangeli’. Argomentava: ‘Il Gesù dei vangeli è una costruzione teologica fantasiosa, in cui si intrecciano tracce di quell’enigmatico saggio di Nazaret, elementi che chiedono a gran voce il riconoscimento e la liberazione dalla ferma stretta di coloro la cui fede ha sopraffatto i ricordi. La ricerca dell’autentico Gesù è la ricerca del Gesù dimenticato’. Secondo la descrizione presente nella maggior parte dei vangeli perduti, questo Gesù dimenticato era ‘non tanto una figura storica, quanto una realtà nella mente del credente’. Il che è coerente con la posizione di Funk già sottolineata, secondo cui, anche ammesso che Gesù sia effettivamente esistito, era semplicemente un maestro di saggezza, un uomo mortale.” (p. 61).

Il cosiddetto Vangelo di Maria, che sarebbe stato scritto dalla Maddalena, contiene “un insegnamento che oltre al femminismo suscita un forte interesse presso molti studiosi moderni, è che di fatto non c’è posto per una cosa come il peccato: un’illusione generata negli esseri umani dalla loro erronea credenza che la realtà materiale esiste.” (p. 63).

“Più di recente, un’immensa copertura di stampa è stata dedicata a The Gospel of Judas (Il Vangelo di Giuda) pubblicato dal [massonico] ‘National Geographic’ nell’aprile del 2006. Nonostante il battage orchestrato dai media, questo vangelo non era stato scoperto da poco in quanto fu trovato nel 1978 in una grotta in Egitto. Circolò per anni tra i mercanti di antichità prima di essere acquistato dalla National Geographic Society per, si dice, un milione di dollari. Il manoscritto è costituito da tredici fogli di papiro, scritti sul fronte e sul retro in copto, e risale approssimativamente al IV secolo. Anche se sostiene di essere stato scritto da Giuda, in realtà il suo autore è molto più tardo: l’originale non fu stilato prima del II secolo. Quello che lo ha reso un evento mediatico di tale portata è l’affermazione secondo cui Giuda non fu colui che tradì Cristo, come sta scritto nel Nuovo Testamento, ma il più fidato degli apostoli, colui al quale Gesù avrebbe confidato molti ‘misteri del regno’ ignoti agli altri. Certo, Giuda rivelò alle autorità dove potevano arrestare Gesù, ma lo fece soltanto perché Gesù gli disse di farlo, così da adempiere la sua missione ed essere crocifisso.” (p. 64).

“(…) l’angusta, dottrinale fede che si rispecchia nel Nuovo Testamento non è in grado di rappresentare alcune importantissime tradizioni del pensiero cristiano delle origini. E probabilmente proprio perché erano così aperti e non dogmatici, i vangeli che circolavano tra queste altre comunità cristiane furono diffamati e fatti sparire dalla Chiesa cattolica.” (p. 65).

Tutto falso.

“Come prima cosa, questi vangeli non sono tanto fatti sparire quanto scartati, come palesi falsificazioni e assurdità. Lamentare che Ireneo e altri citarono in modo volutamente scorretto questi vangeli ‘perduti’, perché fosse più facile screditarli, poteva sembrare un’ipotesi ragionevole fino a quando gli originali restarono effettivamente ‘perduti’; da quando però sono stati ritrovati è apparso evidente che i Padri della Chiesa citarono i testi originali parola per parole, forse ritenendo che ‘fossero così contorti e grotteschi che gli eretici li si condannava meglio utilizzando le parole che uscivano direttamente dalle loro bocche.’” (pp. 65-6).

“Ma anche così, molti difensori moderni dello gnosticismo continuano a fingere che i Padri della Chiesa abbiamo grossolanamente travisato quegli scritti. (…) [Si tende ad affermare] la dottrina secondo cui Dio è l’epitome del male e la compiaciuta causa della sofferenza umana come una semplice scelta, non un’eresia: perché questo è il messaggio più fondamentale dei vangeli perduti! – Il che ci porta al travisamento più grande: presentarli come vangeli cristiani. Una lettura onesta dei principali vangeli gnostici rivela che, nonostante qualche tema cristiano, sono essenzialmente scritture pagane e che pertanto si tratta esattamente delle bizzarre eresie che gli antichi Padri della Chiesa dissero che erano!” (p. 66).

I temi degli apocrifi sono:

“1. Il mondo e tutto ciò che contiene, è totalmente corrotto perché è stato creato da una divinità minore, inferiore, altamente rinnegata.

2. La creazione altro non fu se non il bizzarro giocattolo di questo satanico ribelle, una potenza spirituale depravata priva di qualsiasi virtù redentrice.

3. Questo ‘dio’ malvagio è venerato dagli ebrei, che pertanto sono un popolo maledetto, e dai cristiani tradizionali, che sono caduti nella stessa trappola.

4. Gesù non è il figlio di questa malvagia creatura, ma è un maestro, o un saggio o (talvolta) un essere spirituale che ha i poteri mistici necessari per scoprire questa spaventosa menzogna. I suoi insegnamenti possono liberare pochi illuminati.

5. Poiché il mondo materiale è totalmente corrotto, un ascetismo estremo, comprendente il celibato, è l’unica soluzione.” (p. 67).

“Il modo migliore per avvicinarsi a questi temi fondamentali dello gnosticismo è consultare Il libro segreto di Giovanni (o L’apocrifo di Giovanni). Nella misura in cui esiste un’opera contenente l’essenza dello gnosticismo è proprio questa: Michel Tardieu l’ha definita ‘la Bibbia gnostica par excellence’. Fu trovata anch’essa in una giara di terracotta a Nag Hammadi e anch’essa fu condannata da Ireneo (che si ritiene disponesse di una versione leggermente diversa). Il manoscritto identifica nell’apostolo Giovanni il suo autore e riferisce di un’apparizione di Gesù che lo avrebbe istruito circa ‘i misteri che sono nascosti ne silenzio’.” (pp. 67-8).

“La rivelazione inizia con il mistero supremo, la natura di Dio, identificato come lo ‘spirito invisibile’ così ‘superiore alla divinità’ che ‘non si addice pensare a lui come divino’, Quando Dio pensò alla sua stessa perfezione, questa risultò nell’esistenza di un’entità indipendente, nota come Primo Pensiero o Barbelo. Barbelo è anche la ‘Madre’ e pertanto la consorte di Dio il ‘Padre’, e questo risultò in un Figlio auto-generato. Questa trinità produsse un’intera schiera di entità divine, note come ‘eoni’. Per una qualche infinità di tempo tutto andò bene, ‘la scena descritta in questo divino reame è di completo ordine, pace e rispetto’. Ma non durò. Una delle entità divine divenne malvagia: quella denominata Sofia. Senza chiedere il permesso a Dio, Sofia mise in atto la propria immaginazione creativa, generando un figlio. Era un grottesco mostro, ‘a forma di serpente con il volto di un leone, e con gli occhi che brillavano come lampi’. Per nascondere la propria follia, Sofia ‘lo circondò con una nube luminosa. E pose un trono in mezzo alla nuvola, di modo che nessun essere potesse vederlo tranne lo spirito santo (…) e lo chiamò Ialtabaōth’.” (p. 68).

Ialtabaōth’ non sembra semplicemente un mostro, è un mostro. ‘Totalmente caparbio, sottrae potere spirituale a sua madre e si accinge a creare un mondo che possa controllare a piacimento’. Egli non è che il Dio della Genesi, che crea ‘una banda di angelici scagnozzi, governatori (‘arconti’) che devono aiutarlo a controllare’ il regno delle tenebre, e si dedica a organizzare il proprio regno secondo il classico stile di un tirannucolo’, come correttamente sintetizza Michael Williams. Dopo aver creato la Terra e averla popolata, Ialtabaōth iniziò ad affermare: ‘Da parte mia sono un dio geloso. E non c’è altro dio all’infuori di me’.” (p. 68).

“Poi il libro riporta una versione riveduta di tutta la saga di Adamo ed Eva e del Giardino dell’Eden. Dopo aver cacciato Adamo ed Eva dall’Eden, Ialtabaōth instillò il desiderio di rapporti sessuali negli esseri umani, quindi sedusse Eva per generare Caino e Abele, il primo con il viso di un orso e il secondo di un gatto. Infine Adamo generò Seth che, a differenza di Caino e Abele, aveva lo spirito di Dio. Seth e i suoi discendenti furono considerati un affronto da Ialtabaōth e dai suoi scagnozzi: e per questo cercò di ucciderli tutti scatenando il diluvio. Essendo stato beffato da Noè, Ialtabaōth mandò allora angeli malvagi, travestiti da uomini, che presero donne come proprie spose e generarono un’umanità contaminata. – A questo punto il libro segreto offre un ‘poema della liberazione’, in cui Gesù spiega di essere venuto per liberare l’umanità dalle catene di Ialtabaōth. Tuttavia Gesù non concluse le sue rivelazioni incoraggiando Giovanni ad andare a convertire i mondo. Niente affatto: ‘Da parte mia, ti ho detto tutte le cose, affinché tu possa trascriverle e trasmetterle segretamente a coloro che sono come te in spirito’. (p. 69)

“Dunque il messaggio essenziale del Libro segreto di Giovanni, e della maggior parte degli altri testi gnostici andati perduti, è che la Terra si trova alla mercé di un dio malvagio. Secondo molti scritti gnostici, il dio malvagio è il dio degli ebrei, e il suo Popolo Eletto fu scelto per un buon motivo: venerare e fare proseliti per conto di questa malvagia creatura. Non a caso, la maggior parte dei vangeli perduti rivelano un consistente antisemitismo.” (p. 70).

“Molti testi gnostici sono zeppi di ostilità nei confronti del Dio degli ebrei.” (p. 71).

“Il vangelo di Filippo, altro testo rinvenuto a Nag Hammadi, va diritto al dunque: ‘In paradiso crescono due alberi. Uno genera animali, l’altro genera uomini. Adamo mangiò dell’albero che genera animali. Divenne un animale e generò animali’. Molti vangeli gnostici sostengono il celibato totale e considerano particolarmente virtuoso non mettere al mondo bambini.” (p. 72)

“Se le strane dottrine, enunciate nei vangelo gnostici, non fossero sufficienti a giustificare l’opinione dei primi Padri della Chiesa, secondo cui questi testi non potevano far parte della Bibbia, ci sono altri importanti motivi per non accettarli. Innanzitutto si tratta di falsi. Non nel senso che sono stati confezionati di recente, ma in quello che non furono scritti quando affermano di esserlo stati o da coloro a cui sono attribuiti. Non c’è motivo di ammettere che Gesù ebbe un fratello gemello, eppure è quello che Didimo Giuda Tommaso, presunto autore del Vangelo segreto di Tommaso, sostiene di essere. Anzi, poiché si ritiene che questo vangelo sia stato scritto non prima della metà del II secolo, è ovvio che, se questo gemello ci fosse stato davvero, sarebbe stato nella tomba da un pezzo prima di aver preso in mano il calamo. Lo stesso va detto dei vangeli attribuiti a Maria Maddalena, Giovanni, Giuda, Pilato e via dicendo. La paternità è una menzogna, così come lo è la pretesa che siano racconti di testimoni oculari vissuti al tempo del Nuovo Testamento.” (pp. 72-3).

“Per giunta, i vangeli perduti sono totalmente diversi da quelli inclusi nel Nuovo Testamento, o dai libri che costituiscono il Vecchio Testamento, in quanto sono privi di un contesto storico e si collocano in uno scenario ultraterreno. La Bibbia abbonda di dettagli storici e geografici, quasi tutto avviene su questa Terra e coinvolge persone che probabilmente esistettero. Al contrario il tipico testo gnostico, come Il libro segreto di Giovanni, ha origine nelle visioni e nelle rivelazioni mistiche dell’autore, visioni e rivelazioni che si collocano in un’altra realtà, e non hanno alcun contenuto storico o geografico. (…) In questo modo la mitologia gnostica è molto più simile alla mitologia pagana che al Nuovo Testamento, poiché gli ‘eventi’ avvengono così spesso in uno scenario immateriale, ultraterreno e ‘incantato’. Il che non sorprende quando si ammette che questi autori cercavano di assimilare il cristianesimo nel paganesimo.” (p. 73).

“I vangeli perduti furono esclusi dalla Bibbia non perché i primi Padri della Chiesa erano spregevoli dogmatici, ma perché furono perfettamente consapevoli del fatto che le scritture gnostiche non erano cristiane. E le autorità romane erano d’accordo! (…) Le sette gnostiche godettero di completa immunità dalle persecuzioni romane ai danni dei cristiani. Fu così perché gli gnostici erano del tutto disponibili a celebrare i sacrifici dovuti agli dei di Roma. Secondo Eusebio, Basilide, un maestro gnostico particolarmente importante, ‘insegnava che non c’era alcun male nel mangiare le cose offerte agli idoli o nel negare a cuor leggero la fede in epoche di persecuzione’.” (pp. 74-5).


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