“INTELLIGENZA ARTIFICIALE” FALLIMENTO EPOCALE
La struttura logica profonda dell’analisi infinitesimale incorpora meccanismi “che, pur essendo largamente compatibili con le capacità dei cervelli degli uomini sono incompatibili con le ‘capacità ragionative’ dei calcolatori.” (Emilio Gagliardo, Analisi matematica, Muzzio Editore, Padova, 2008, p. 163). Infatti, “i calcolatori sono – in sostanza – dei pallottolieri automatici, che riescono a trattare solo funzioni relative a numeri interi.” (ibid., p. 164). “Il fatto che l’integrazione indefinita conservi sempre la computabilità delle funzioni, mentre non accade sempre con la derivazione, basta a mostrare che nell’analisi ‘vista’ al calcolatore l’integrazione indefinita e la derivazione non sono operazioni opposte.” (p. 172). Ciò fa a pezzi il teorema fondamentale dell’analisi infinitesimale.
Questa è la conclusione che si trae dal testo di analisi matematica del Gagliardo, che ha dedicato la vita allo studio e allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, da lui chiamata “Abiosophos” (Pensiero in assenza di vita), e sulla quale ha molto pubblicato sugli Atti dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere ed altrove fin dagli anni Sessanta, e poi vi ha lungamente lavorato al Centro di calcolo della Oregon State University a Corvallis, dove ho potuto incontrarlo durante la mia permanenza in quella sede come borsista Fulbright. Verso la fine della sua carriera, il valente matematico ha raggiunto le inevitabili conclusioni sul grande inganno e lo ha coraggiosamente denunciato.
Il computer, e tutta la vantata “intelligenza artificiale” che su di esso si basa, fallisce quindi proprio nella matematica, che dovrebbe, essere, per definizione, il suo campo d’azione privilegiato. Come ben dimostrano i droga-party a Silicon Valley, la cosiddetta “intelligenza artificiale”, chiamata a fornire la base della diabolica “tecnocrazia” e del disumano “transumanesimo”, è soprattutto un delirio di drogati privi di contatti con la realtà.
EMILIO BIAGINI
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