Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Complimenti alla forestale per l’ottima segnaletica.
DANTE ALIGHIERI, Divina Commedia
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
E poi dicevano che le foreste erano scomparse.
DANTE ALIGHIERI, Divina Commedia
Victoria non poteva più fingere con se stessa: ormai pesava più di cento chili.
MARIA CRISTINA ALVONI, Gli occhi della dama
La pioggia sabbiosa della notte ha fatto la sua parte. Dopo il fuoco l’acqua ha ripreso a rovinare i luoghi. Anche se era già passato Pecoraro Scanio, e da rovinare c’era rimasto poco.
GIULIO ANGIONI, Assandira
Volevo andare al fiume, non lontano da dove sbocca in mare, a pescare l’anguilla del Fenicio Trafficone scampato alla morte per acqua. Poi mi dissero che nel padule del Democristiano Intrallazzone si pescava meglio e mi trasferii lì.
GIULIO ANGIONI, Il mare intorno
Stanotte ho sognato Tullio Saba, ma era meglio se sognavo Sabina Ferilli.
SERGIO ATZENI, Il figlio di Bakunin
Stanotte ho sognato Tullio Saba. Devo stare attento a quel che mangio la sera.
SERGIO ATZENI, Il figlio di Bakunin
Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un carattere allegro, ebbe la pessima idea di passare le vacanze in Afghanistan. Da allora non fu mai più vista.
JANE AUSTIN, Emma
Che ne sai di un bambino che rubava
e soltanto nel buio giocava?
“Non era nella mia banda, signor procuratore.”
LUCIO BATTISTI, Pensieri e parole
Anni ed anni. Da quanto tempo non metto più piede nella strada che mi ha visto nascere? Così mi sono perso nel labirinto. Era buio. Avevano appena fottuto le centrali nucleari per far contenti i petrolieri.
EMILIO BIAGINI, Il labirinto oscuro
La luce inondava l’aula in quelle mattine di giugno. Poi i Verdi, a forza di agitarsi, ottennero che si costruisse una centrale a energia solare. Fine della pacchia.
EMILIO BIAGINI, La luce
Nell’autunno del secondo anno di college Laurel Estabrook fu sul punto di essere violentata. Poi, visto che lui era fico, decise di starci.
CHRIS BOHJALIN, Doppio legame
“Radunate le donne” è un messaggio indirizzato alle figlie della Madre Terra, la Dea Madre, l’archetipo della Madre. Di mamma ce n’è una sola, per fortuna, e certe volte sarebbe meglio se non ci fosse nemmeno quella.
JEAN SHINODA BOLEN, Saranno le donne a salvare la madre terra
Il famoso curatore del Louvre, Jacques Saunière, raggiunse a fatica l’ingresso della Grande Galleria e corse verso il quadro più vicino a lui, un Caravaggio. Afferrata la cornice dorata, l’uomo di settantasei anni tirò il capolavoro verso di sé fino a staccarlo dalla parete. Passava per caso, in quel mentre, Dan Brown, che, colpito in pieno alla tempia da un robusto spigolo della pesante cornice, ebbe il cranio spaccato e morì sul colpo. Fine della storia e sollievo generale.
DAN BROWN, Il codice da Vinci
Nuttata fitusa, ‘nfami, tutta un arramazzarsi, un votati e rivotati, un addrumisciti e un arribisgliati, un susiti e un curcati.
Ahi, ahi, ahi, vacanze fai-da-te, no Alpitour?
ANDREA CAMILLERI, Il giro di boa
Nuttata fitusa, ‘nfami, tutta un arramazzarsi, un votati e rivotati, un addrumisciti e un arribisgliati, un susiti e un curcati.
— Ma parla come mangi! —
— Il guaio è che mangia proprio così. —
ANDREA CAMILLERI, Il giro di boa
Te là di Roma sui fumanti spaldi
te la facevi sotto, o Garibaldi.
GIOSUÈ CARDUCCI, A Giuseppe Garibaldi
Onde venisti? quali a noi secoli
sì mite e bella ti tramandarono?
da qual sarcofago t’hanno estratta?
GIOSUÈ CARDUCCI, Alla regina d’Italia
Spirto gentil, che chiedi?
Che ti levi di lì, perché non vedo
al tiggì la partenza del Gran Premio.
GIOSUÈ CARDUCCI, In un albo
Un bello e orribile mostro si sferra:
è il millepiedi che va alla guerra.
GIOSUÈ CARDUCCI, A satana
Il poeta, o vulgo sciocco,
è un furbastro alquanto tocco:
col partito vive a scrocco.
GIOSUÈ CARDUCCI, Congedo
Re Carlo, il nostro imperatore grande,
sette anni pieni è stato nella Spagna,
ma lo spagnolo ben non l’ha imparato,
se dice ancora: “Famos a pailar”.
Chanson de Roland
Scrivo per veder chiaro in me e intorno a me. Sembra che il sole si sia oscurato e che la mia notte insonne continui senza fine. Complimenti all’elettricista che ha fatto l’impianto.
GABRIELE D’ANNUNZIO, Solus ad solam
Era arrivato. Le porte della stazione ancora aperte lasciavano che il vento lo colpisse. Curvo sotto il peso del suo zaino cercava ancora una risposta, un motivo, che fischiasse nell’aria deciso e ambiguo imponendogli la soluzione dei suoi problemi. D’improvviso, dal vento trasportata, quale colomba dal disio chiamata, una tegola al cranio inver lo colse, ed i problemi tutti gli risolse.
GIAN PAOLO DI PIERRO, Metamorfosi
Era arrivato. Le porte della stazione ancora aperte lasciavano che il vento lo colpisse. Curvo sotto il peso del suo zaino cercava ancora una risposta, un motivo, che fischiasse, quando fischiando il treno lo investì fornendogli una risposta definitiva.
GIAN PAOLO DI PIERRO, Metamorfosi
Negli anni più vulnerabili della mia giovinezza, mio padre mi diede un consiglio che non mi è mai più uscito di mente: “Guardati dai geografi”.
FRANCIS SCOTT FITZGERALD, Il grande Gatsby
Gwenda aveva otto anni, ma il buio non le faceva paura, e questo era un bel guaio, perché l’ENEL non l’avrebbe mai presa come testimonial nella sua campagna pubblicitaria.
EDWARD MORGAN FOLLETT, Mondo senza fine
Possiamo cominciare con le lettere di Helen alla sorella. O con quelle di Mab a sua cugina. Fate un po’ voi.
EDWARD MORGAN FORSTER, Casa Howard
Forse perché della fatal quïete
tu sei l’imago, mi fai un po’ schifo,
o Ermione.
UGO FOSCOLO, Alla sera
All’ombra dei cipressi e dentro l’urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro?
Non lo so, prova con Permaflex.
UGO FOSCOLO, I sepolcri
Non c’è beatitudine scevra da danni, disse quello che aveva appena seppellito la suocera e ricevette il conto delle pompe funebri.
CHARLES FRAZIER, Tredici lune
Siamo arrivate col vento del carnevale. Quello della quaresima era già tutto prenotato.
JOANNE HARRIS, Chocolat
È un fatto relativamente poco noto che, nel corso di un solo anno, circa venti milioni di lettere vengano consegnate a persone morte. Chissà che superlavoro per i becchini.
JOANNE HARRIS, Le scarpe rosse
Nel momento in cui seppi come era morto McAra avrei dovuto alzare i tacchi e andarmene. Invece restai seduto al ristorante cinese, e adesso il mio indirizzo è “Campo 17, fila 13, di prossima esumazione”.
ROBERT HARRIS, Il ghost writer
I maiali non spariscono nel nulla, pensò George, lo sguardo fisso nelle profondità di un porcile sfacciatamente vuoto. Per questo colpo di genio, venne insignito del premio Nobel. Tanto, per quel che valeva …….
LUCY & STEPHEN HAWKING, La chiave segreta per l’universo
A cinquemila metri d’altezza sul Kilimangiaro c’è il corpo congelato di un leopardo. Nessuno sa come cavolo sia finito lassù. La verità è che aveva sentito i Verdi denunciare gli orrori del riscaldamento globale e aveva cercato un posticino fresco.
ERNEST HEMINGWAY, Alle falde del Kilimangiaro
Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. All’ottantacinquesimo giorno gridò: “Affanculo i pesci”, e, tornato a terra, andò al ristorante e ordinò una bistecca al sangue. Poi andò a metter su un allevamento di maiali nel Minnesota.
ERNEST HEMINGWAY, Il vecchio e il mare
Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Evidentemente era un ricco affamatore del popolo che pescava solo per sfizio.
ERNEST HEMINGWAY, Il vecchio e il mare
Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Ma meglio così che tornare da Fidel Castro.
ERNEST HEMINGWAY, Il vecchio e il mare
Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Poi, svegliandosi, tutto sudato, dall’incubo, vide la familiare cuccetta del sommergibile dov’era imbarcato.
ERNEST HEMINGWAY, Il vecchio e il mare
Trecentoquarantott’anni, sei mesi e diciannove giorni or sono, mio bis- bis- bisnonno perse la casa giocando a poker. Ecco perché siamo qui in affitto.
VICTOR HUGO, Notre-Dame de Paris
D’in su la vetta della torre antica,
quattordici rom litigavano per la spartizione del bottino.
GIACOMO LEOPARDI, Il passero solitario
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
accidentaccio all’ICI. Mo’ lo vendo.
GIACOMO LEOPARDI, L’infinito
Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta,
disse Romolo, guardando di traverso Remo.
GOFFREDO MAMELI, Fratelli d’Italia
Fratelli d’Italia, l’Italia s’è rotta.
GOFFREDO MAMELI, Fratelli d’Italia
Ei fu.
Una prece.
ALESSANDRO MANZONI, Il cinque maggio
Quel ramo terrùn del lago di Como che volge a mezzogiorno, se non sta attento finirà amputato dalla Padania.
ALESSANDRO MANZONI, I Promessi Sposi
Quel ramo del lago di Como, tagliatelo un po’ che ci sbatto sempre la zucca tutte le volte che salgo a cavallo.
ALESSANDRO MANZONI, I Promessi Sposi
Il lonfo non vaterca né gluisce. Il marmacchiottolo invece sì.
FOSCO MARAINI, Il lonfo
Il lonfo non vaterca né gluisce. La lonfa invece sì, perché mangia Ovomaltina.
FOSCO MARAINI, Il lonfo
Il lonfo non vaterca né gluisce. Neppure lo strabulzio, se è per questo.
FOSCO MARAINI, Il lonfo
Il lonfo non vaterca né gluisce. Che non vaterchi è spiegabile in base alla teoria evoluzionistica darwiniana, ma il fatto che non gluisca costituisce un problema di cogente importanza che affidiamo alle future generazioni quadrumane di biologi evoluzionisti.
FOSCO MARAINI, Il lonfo
Il lonfo non vaterca né gluisce. Scagazza solo un po’.
FOSCO MARAINI, Il lonfo
Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Adriano Buendía si sarebbe ricordato dell’appuntamento col dentista.
GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ, Cent’anni di solitudine
Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Adriano Buendía si sarebbe ricordato di non aver pagato l’ICI.
GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ, Cent’anni di solitudine
Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Adriano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre l’aveva condotto a conoscere il ghiaccio e a lui si erano congelate le palle.
GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ, Cent’anni di solitudine
Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Adriano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre l’aveva condotto a conoscere il ghiaccio e a lui erano girate le palle. Sempre meglio che sorbirsi “Cent’anni di solitudine”.
GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ, Cent’anni di solitudine
Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Adriano Buendía pronunciò le parole fatidiche: “’Meglio così che sorbirsi ‘Cent’anni di solitudine’”.
GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ, Cent’anni di solitudine
Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Adriano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre l’aveva condotto a conoscere il ghiaccio ed era precipitato in un crepaccio, sparendo per sempre alla vista, e lo stavano ancora cercando.
GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ, Cent’anni di solitudine
Un fantasma si aggira per l’Europa.
Acchiappafantasmiiiiiiiiiiii. Fate presto.
KARL MARX, Manifesto del partito comunista
Chiamatemi Ismaele. Chiamatemi Aristogitone. Chiamatemi Godzilla. Tanto come mi chiamo non me lo ricordo neanch’io.
HERMAN MELVILLE, Moby Dick
Ho chiesto di poterlo incontrare. E non so se questo accadrà. E se non accadrà, vuol dire che si è stufato di avermi sulle palle.
FEDERICO MOCCIA, La passeggiata
Tu non ricordi la casa dei doganieri?
No, ma quella dei doganoggi sì.
EUGENIO MONTALE, La casa dei doganieri
Quello in corso doveva essere possibilmente un anno da dimenticare. Era appena finito il festival di San Remo.
GIOVANNI MURINEDDU, L’agabbadora
Quello in corso doveva essere possibilmente un anno da dimenticare. Lo credo bene: era il Sessantotto.
GIOVANNI MURINEDDU, L’agabbadora
Sono una spia e ho paura. Ho paura di Dio, perché nel suo nome ho fatto cose orribili. Ho tradotto la messa in italiano e ho proibito il canto gregoriano.
JULIA NAVARRO, Il sangue degli innocenti
Abaca, abaco, Abacuc ……. Abacrasta, il nome del mio paese, non lo troverete in nessuna enciclopedia, e neanche segnato sulle carte geografiche. E meno male.
FEDERICO NIFFOI, La leggenda di Redenta Tiria
La prima cosa che Carmine Pullana vide quando arrivò a Baraule fu una vecchia che salutava tutti quelli che passavano toccandosi i genitali imbrattati di argilla rossa. A quel punto, Carmine Pullana vomitò anche la cena di Natale dell’anno prima.
FEDERICO NIFFOI, Ritorno a Baraule
Cantami, o diva, l’ira di quel tale
che alla TV appena avea sentito
di Scanio Pecorar l’alato verbo.
OMERO, Iliade
Cantami, o piva, del peloso Achille
l’irta minestra che infiniti addusse
lotti agli acchiotti.
OMERO, Iliade
Una voce udii nel camposanto,
e me la diedi a gambe difilato.
GIOVANNI PASCOLI, Tra San Mauro e Savignano
Una voce udii nel camposanto,
ma con l’iPod acceso non compresi
che cavolo dicesse quello stronzo.
GIOVANNI PASCOLI, Tra San Mauro e Svignano
Cominciò tutto un lunedì verso la fine di gennaio, una giornata uggiosa come un discorso di Romano Prodi.
ROSAMUNDE PILCHER, Il giorno della tempesta
Quel mattino di giugno, miss Polly Harrington entrò di corsa in cucina, inciampò nel frigorifero e si spaccò la testa contro uno spigolo del tavolo. Non fiori ma opere di bene.
ELEANOR H. PORTER, Pollyanna
Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io e tutte quelle baggianate alla David Copperfield …….
— Veramente non ce ne frega una mazza, ma se proprio insisti ……. —
JEROME D. SALINGER, Il giovane Holden
In principio, prima che sorgesse Sarum, ci fu un tempo in cui il mondo era un luogo più freddo e più buio. Poi venne l’ENEL e divenne ancora più freddo e più buio.
EDWARD RUTHERFURD, Sarum
Subito, con le prime parole che le rivolse, volle avvisarla che non intendeva compromettersi in una relazione troppo seria. Lei, con ammirevole prontezza di riflessi e fine tratto di umorismo, lo mandò immediatamente affanculo.
ITALO SVEVO, Senilità
Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate ad Acapulco. Quell’altro dice di andarci solo d’inverno, ad Acapulco.
ANTONIO TABUCCHI, Sostiene Pereira
Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate ad Acapulco. Quell’altro dice di non esserci mai stato, ad Acapulco.
ANTONIO TABUCCHI, Sostiene Pereira
M’illumino
d’immenso
se improvvisa
mi si risveglia
l’emorroide antica.
GIUSEPPE UNGARETTI, Mattina
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
appesi a testa in giù,
col mal di testa.
GIUSEPPE UNGARETTI, Soldati
Si sta come
d’autunno
sotto gli ippocastani
quando piovon castagne
con tanto di spunzoni. Ahi, ahi, ahi.
GIUSEPPE UNGARETTI, Soldati
Erano più o meno le tre del pomeriggio del 27 marzo 1861 quando a Grottole, in quella parte della Basilicata che si trova a circa cento chilometri all’interno delle coste pugliesi, si produsse un fenomeno che restò poi proverbiale. Giuseppe Garibaldi venne sorpreso mentre tentava di furare il cavallo di certo Ciccillo Cacace, carrettiere, ovverosia di appropriarsi inopinatamente di detto quadrupede senza pagamento di mercede alcuna. L’“eroe dei due mondi” si giustificò dicendo: “Merda, credevo di essere in Sudamerica”.
MARIOLINA VENEZIA, Mille anni che sto qui
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