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Tutto falso.

Il linciaggio di Ipazia, su cui tanto hanno ricamato i nemici della Chiesa, fu un caso isolato, non certo promosso dalla Chiesa, ma compiuto da una turba inferocita dalle spaventose persecuzioni subite, e desiderosa di vendetta (sentimento certo poco cristiano ma sicuramente non incoraggiato dalla Chiesa), e delle quali durava il recente ricordo.

 Il paganesimo sopravvisse per secoli. L’Accademia di Atene non chiuse fino al 529 e nella cristianissima Edessa organizzate comunità di pagani sacrificavano ancora Zeus-Hadad nell’ultimo quarto del VI secolo. “Molte feste pagane continuarono a essere celebrate e molti dei continuarono a esistere sotto tenuissime coperture cristiane.” (p. 83).

Affermazione questa da considerare con grande cautela, come già rilevato nella recensione. Si tratta di una tesi laicista, secondo cui, ad esempio, i cristiani avrebbero fissato il Natale al 25 dicembre per oscurare la festa pagana del Sol Invictus. È vero il contrario: ancora durante il regno di Licinio (imperatore dal 308 al 324), il culto alla divinità solare veniva celebrato, a Roma, il 19 dicembre, non il 25. Di contro, la fonte più antica conosciuta, che fissa al 25 dicembre la nascita di Gesù, è quella di Ippolito di Roma, del 204, oltre un secolo prima. Furono quindi i pagani a tentare di oscurare il Natale cristiano spostando la festa del Sol Invictus.

“Costantino non mise fuori legge il paganesimo né giustificò le persecuzioni contro i non-cristiani. In effetti, anche se finanziò e diede una posizione ufficiale alla Chiesa cristiana, continuò a elargire finanziamenti ai templi pagani. Quanto alle accuse di aver incoraggiato la plebaglia cristiana a distruggere i templi pagani, possiamo farle risalire a quanto sosteneva Eusebio, uno dei primi storici cristiani, che di questo [presunto] incoraggiamento si servì per dimostrare che ‘l’intero, marcio edificio del paganesimo’ crollò rapidamente come parte del disegno divino; (…) tuttavia poté fornire solo quattro esempi, e di essi solo uno sembra pertinente. Gli altri tre riguardano templi di Afrodite in cui avveniva la prostituzione rituale. – Fatto ancor più significativo persino dell’aver tollerato i templi pagani, Costantino continuò a nominare pagani a ricoprire cariche estremamente importanti, compre quelle di console e prefetto.” (p. 85).

“Flavio Claudio Giuliano, noto come Giuliano l’Apostata, in quanto imperatore ebbe un regno breve (361-63) e decisamente disastroso. Ciononostante divenne una sorta di santo tra gli intellettuali anticattolici e anticristiani.” (p. 90).

“Non volendo creare nuovi martiri, Giuliano non diede inizio a una sanguinosa persecuzione dei cristiani, alla Nerone o alla Diocleziano, ma giustificò le torture inflitte a parecchi vescovi, ne esiliò altri e ignorò le ‘esecuzioni sommarie’, che sembra siano avvenute in gran numero nella Siria centrale e meridionale durante il suo regno. E dunque non ci fu reazione imperiale quando le vergini sante [a Heliopolis] furono fatte a pezzi e le loro membra gettate ai porci. Quando la notizia che, sul trono, sedeva un imperatore pagano spinse i pagani a torturare il vescovo della città, a farlo a pezzi, e poi a crocifiggere molti cristiani, la preoccupazione principale di Giuliano fu accaparrarsi la biblioteca del defunto vescovo.” (p. 91-2).

Giuliano, morto dopo solo diciotto mesi di regno in un’assurda campagna contro i persiani, ottenne l’unico risultato di polarizzare cristiani e pagani eliminando la posizione intermedia che precedentemente era stata fornita dalla cultura tradizionale. Comunque il paganesimo si estinse a poco a poco. Lasciando molte tracce nella cultura, ad esempio nella musica.

“Dopo la metà del IV secolo (…) si sentì un diverso tipo di musica, non solo in feste private (…) ma anche nelle chiese (…). L’ingresso della musica in un ambiente sacro deve ovviamente essere attribuito agli antichi culti.” (p. 102).

Altra affermazione avventata. In questo Rodney Stark segue il MacMullen, citandolo parola per parola. E sbaglia, come già rilevato nella recensione. Il canto antico romano, da cui derivò poi il gregoriano, deriva soprattutto dal canto sinagogale, non certo dalla musica pagana. Infatti quest’ultima faceva largo uso di strumenti, mentre in chiesa gli strumenti erano banditi ed era ammessa soltanto la voce umana; solo più tardi, e non senza opposizioni, venne ammesso il solo organo.

“La Bibbia non dice quando nacque Gesù, e quando la Chiesa stabilì una data per il Natale fu scelta quella della celebrazione pagana dei Saturnalia.” (p. 103).

Gravemente sbagliato, come già visto. Le date liturgiche tradizionali delle varie feste cristiane sono state confermate con analisi astronomica delle effemeridi computerizzate in base a quanto descritto dalla grande veggente Maria Valtorta. I cristiani, dunque, andavano per la loro strada, fissando fin dall’inizio le date esatte, senza curarsi delle festività pagane.


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