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LA GRAMAGLIADE

ovvero

EPOPEA DI UNO SPIRITISTA NEMICO DI MARIA VALTORTA

 

CAPITOLO TERZO

L’INFATUAZIONE DELLO SPIRITISMO

Settima puntata

 

La veggente ebbe anche orribili visioni. No, non vide il Gramaglia. Soltanto Satana: “una bestiaccia orrenda, che le dava ribrezzo e voglia di urlare” (p. 91). Il PAG a questo proposito sentenzia (p. 92): “Si tratta in questo caso di allucinazioni regressive, perché ogni sera la ‘visione’ si fa sempre meno viva, fino a scomparire del tutto. (…) Il commento spirituale dell’apparizione rivela i veri motivi psichici che l’hanno prodotta; la Valtorta era stata fortemente criticata per le sue pretese carismatiche (sic!); proietta così nella figura di Satana tutte le persone che l’avevano fatta soffrire (…). Il 19 marzo 1945 troviamo una analisi delle tentazioni di Satana avvenute l’anno precedente; tale analisi conferma l’assoluta incapacità della Valtorta a riflettere in modo sereno sulle proprie esperienze.”

Di fronte a questa esortazione alla serenità, il mio barbitonsore ha cominciato a rotolarsi per terra dal ridere, e fra uno scoppio di risate e l’altro è riuscito a dire: “Ah, ah, ah, da che pulpito! Da che pulpito! Proprio lui parla di serenità… Proprio lui che non riesce a finire una frase senza insultare qualcuno… Come un macellaio che predica dieta vegetariana!”

Imperterrito, il PAG prosegue (pp. 92-93): “Il problema di fondo è sempre lo stesso: il carattere soprannaturale dei dettati e delle visioni; ormai sdoppiata psichicamente (sic!), la Valtorta personifica in Satana le possibili obiezioni alla propria certezza di essere in contatto diretto con Dio, certezza di cui non può più fare a meno per sopravvivere alle gravi sofferenze fisiche e psichiche (…). L’irrazionalità di fondo consisteva nel non voler ammettere un dinamismo psichico autonomo nei fenomeni strani che si verificavano nel suo animo; tale ipotesi avrebbe annientato nella Valtorta le consolazioni e le sensazioni erotico-affettive [e ti pare che non tirasse fuori l’erotismo?] che le sue capacità extrasensoriali le garantivano (…). Al terrore di ingannarsi sul reale valore dei dettati e delle visioni (…) ella seppe opporre solo l’allucinazione ossessiva (sic!) di continui baci-abbracci-carezze di Gesù e della Madonna (…). Oltre al processo psichico di personalizzare nella voce di Satana una semplice ipotesi sgradita, la Valtorta è rimasta incapace di comprendere lo stato di nebbia e di oscurità (…) abitualmente successivo agli stati di trance allucinatoria autoindotta.”

A parere del mio barbiere, questo lungo e penoso sproloquio, che inevitabilmente ha dovuto essere largamente sforbiciato, anche perché reso noiosissimo dalle frequenti ripetizioni. Ben più di una sforbiciatura richiedeva intanto la mia barba che cresceva a velocità spaziale, per cui il figaro ha dovuto mettere in azione un’affilatissima scimitarra ottomana.

La blaterazione del PAG ha tuttavia, secondo il mio barbiere, un notevole interesse. Si presta infatti ad alcune osservazioni sulla psiche del tuttologo. Anzitutto, questo superesperto di spiritismo non trova affatto macabre le varie apparizioni orrende del demonio; al contrario per lui solo Cristo è macabro. Quanto alle cosiddette “allucinazioni regressive”, il progressivo indebolimento si spiega molto meglio con l’attenuarsi dell’attacco satanico di fronte alle preghiere della veggente e all’assidua assistenza di Gesù e della Madonna: una eventualità che la mente chiusa del PAG rifiuta a priori di prendere in considerazione. Veniamo alle “forti critiche”, e chiediamoci anzitutto chi fossero questi critici che facevano soffrire la veggente: erano anzitutto i pezzi grossi dei Serviti, i quali, dediti alle attività diaboliche dello spiritismo “scientifico”, premevano affinché la Valtorta si piegasse a dire che gli Scritti non erano ispirati ma frutto di spiritismo; gli epistolari con Madre Teresa Maria e con Monsignor Carinci chiariscono molto bene questo punto. Sempre pronto a nascondere sotto il tappeto tutto ciò che contraddice le sue fabulazioni, il PAG tace accuratamente questi fatti, insistendo invece a schiamazzare fino alla nausea di “irrazionalità di fondo”, “sensazioni erotico-affettive”, “allucinazione ossessiva”, “trance allucinatoria autoindotta”.

Anche la sfuriata gramagliesca contro i “sostenitori” della Valtorta ha fatto molto ridere il mio barbiere. Tutti coloro che credevano autentici dettati e visioni erano solo dei poveri fanatici, e il fatto che la loro persuasione fosse confortata dalle conversioni di atei dopo la lettura appena di qualcuno degli Scritti viene rigorosamente taciuto dal PAG, il quale con caratteristica sicumera va sdottorando che (p. 95 corsivo nel testo): “Il fanatismo dei suoi ammiratori gridò pure al miracolo, allorché nei due giorni di esposizione del cadavere nella camera ardente la mano destra, con cui aveva tanto scritto, conservò una spiccata bellezza mentre la sinistra aveva un aspetto fortemente cadaverico”.

Il figaro ha osservato che il PAG qui ha superato se stesso: non lo tocca minimamente che questo sia un fatto concordemente osservato da quelli che videro la salma, non si sofferma un solo attimo a considerarne con un minimo di serietà le implicazioni, non si perita neppure di confutare il fatto (come potrebbe?), ma si limita a fare del sarcasmo di bassa lega secondo le sue inveterate abitudini. Io, a questo punto, volevo consigliare al mio barbiere di andarci più piano e con maggior rispetto per un così erudito tuttologo, ma non ho potuto parlare perché impedito dalla barba in continua crescita che mi stava entrando in bocca.

“Stateve buono, dottò,” mi ha ammonito il barbitonsore “che rischiate di farvi male col tagliaerba che sto usando sulla vostra barba. Il capitolo finisco di commentarlo io.” E ha così commentato (pp. 95-107): “Il resto del capitolo è una farragine di considerazioni sballate su fatti che il PAG interpreta costantemente coi paraocchi della sua ossessione spiritistica, che lo porta perfino a confondere il discernimento degli spiriti che permetteva alla Valtorta di percepire le presenze demoniache evocate da una seduta spiritica in una casa vicina con percezioni medianiche. Il PAG si diffonde pure sui profumi avvertiti dalla veggente e da altre persone intorno a lei, ed ha pronta una spiegazione davvero esilarante: ‘reazione soggettiva del sistema olfattivo a scariche elettromagnetiche emanate da soggetti sensitivi e dotati di particolari poteri.’ Attendiamo ansiosamente prove a sostegno di questa formidabile ipotesi ‘scientifica’. Temo che ci sarà da aspettare a lungo.”

(continua)


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