C’è ancora chi si ostina a riesumare la grottesca messa all’Indice dell’Opera valtortiana. Sia ben chiara una cosa: i monsignori di curia erano prevenuti e alcuni venali (“datemi 250.000 lire e io approvo”, “datemi 300.000 lire e io approvo”, frasi testuali). Rifiutarono l’approvazione per la pubblicazione, poi sanzionarono il fatto che l’Opera era stata pubblicata da un editore laico senza la loro alta approvazione: quella fu la motivazione ufficiale, e non poteva esservene altra, perché nessuno è mai riuscito a trovare, nel Tesoro valtortiano, una qualche deviazione dalla retta dottrina.

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