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Lo straniero, Castelletto e Santa Lucia.

 di Roberto PECCHIOLI

Quando mi sarò deciso d’andarci, in paradiso ci andrò con l’ascensore di Castelletto, nelle ore notturne, rubando un poco di tempo al mio riposo. Sono versi di Giorgio Caproni, poeta livornese, genovese d’elezione. Castelletto è un quartiere collinare della mia città, dignitoso e composto, pieno di alberi secolari e palazzi borghesi dell’epoca in cui Genova era una grande città con un’anima, non lo sfigurato paesone di oggi. Andare “in “Castelletto è un’abitudine antica dello scrivano, un viaggio dell’anima di prossimità. Questa volta no, è stata una tortura, il disvelamento, la scoperta di essere lo straniero, come Meursault nel romanzo omonimo di Albert Camus. Straniero, cioè estraneo.

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