I Trigotti

Necessaria precisazione: e sia ben chiaro noi non siamo bigotti.

Mese: Aprile 2017 (Pagina 2 di 2)

LA GRAMAGLIADE-12-L’INFATUAZIONE DELLO SPIRITISMO

LA GRAMAGLIADE

ovvero

EPOPEA DI UNO SPIRITISTA NEMICO DI MARIA VALTORTA

Cap. 3 

Tedium diaboli

 

CAPITOLO TERZO

L’INFATUAZIONE DELLO SPIRITISMO

Prima puntata

 

Era purtroppo solo la conclusione di un capitolo, perché ce n’è subito dopo un altro, nel quale Ella ci illumina su “sogni, visioni e spiritismo”.

Per conoscere così a fondo lo spiritismo, come rivelano i Suoi libri, specialmente Esoterismo, magia, Cristianesimo, e Lo spiritismo, Ella, illustre tuttologo, senza dubbio deve averlo osservato molto da vicino, e con ogni probabilità vi ha partecipato più di una volta. Rovistando nei pochi e stanchi neuroni che mi restano, trovo che lo spiritismo – o negromanzia, come viene pure chiamato – è nient’altro che evocazione dei morti, e che è pesantemente condannato dalla Chiesa, anche nel caso di partecipazione passiva alle sedute. Mi pare, se Ella permette, che tale condanna sia ben fondata nella Bibbia (Levitico 19, 26 & 31; Deuteronomio 18, 10-14). Tali pratiche sono severamente condannate anche ne l’Evangelo valtortiano (Cap. 307.7), come pure la credenza nella reincarnazione (Cap. 272). Ma ad uno spirito tanto elevato come il Suo, di certo questo non interessa. Si tratta di Scienza (scienza!?!), e come tale ha tutti i diritti di cittadinanza.

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LA GRAMAGLIADE-11-L’OSSESSIONE DEI POTERI MEDIANICI

LA GRAMAGLIADE

ovvero

EPOPEA DI UNO SPIRITISTA NEMICO DI MARIA VALTORTA

 

CAPITOLO SECONDO

L’OSSESSIONE DEI POTERI MEDIANICI

Quinta puntata

 

Ho rinunciato da tempo a contraddire il mio barbiere, che è persona di radicati pregiudizi contro di Lei, illuminato tuttologo, ma non condivido certo l’animosità di un figaro plebeo contro un così gran monumento di sapienza, che si è degnato di illuminarci con queste alate parole (p. 51): “A documentazione dell’assoluto arbitrio della cosiddetta esegesi carismatica propongo una panoramica sintetica di due opere: l’interpretazione della più importante lettera di Paolo e quella dell’Apocalisse. Gli impegni esegetici sistematici della Valtorta, come quelli di quasi tutti i carismatici moderni, hanno in generale la pretesa di scoprire l’America, rivelando presunte verità mai reperite nei tempi precedenti. Avanzano interpretazioni arroganti senza conoscere i testi originali, e soprattutto si vantano di fare a meno della filologia.”

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QUANTE PECORE FUORI, QUANTI LUPI DENTRO

QUANTE PECORE FUORI, QUANTI LUPI DENTRO

La Chiesa è la Sposa di Cristo, la Chiesa è santa, la Chiesa è infallibile perché ha ricevuto da Dio, e custodisce, il Depositum Fidei, che è superiore anche al Papa, il quale è infallibile solo quando pronuncia un dogma, perché in tal caso è lo Spirito Santo che parla per bocca sua, ma in ogni altro caso è fallibile come chiunque, e se afferma pubblicamente qualcosa che sia contrario al Depositum Fidei cade ipso facto in eresia. In effetti si conoscono alcuni casi in cui un papa ha pubblicamente enunciato eresie, tanto che il problema del papa eretico è stato oggetto di profonde riflessioni da parte di vari teologi, fra i quali San Roberto Bellarmino.

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IL RINNOVAMENTO DELLO SPIRITO

IL RINNOVAMENTO DELLO SPIRITO

Il nuovo parroco era molto nervoso per il suo esordio pubblico. Quella era la sua prima messa. L’emozione e la presenza dell’Arcivescovo, gl’impedivano quasi di parlare. Facendosi coraggio, si avvicinò all’Arcivescovo, facendogli presente il suo stato. Questi gli sorrise benevolmente e, in via del tutto eccezionale, gli suggerì di mettere un pochino di vodka nell’acqua del suo calice per ottenere un effetto corroborante e rilassante. Il giovane prete ringraziò e seguì il consiglio. Quindi svolse la sua funzione, e alla fine si sentì molto euforico per com’erano andate le cose. L’emozione era scomparsa e il suo officiare e parlare era stato fluido e brillante. Passò il resto della giornata sentendosi intimamente soddisfatto e la sera, quando andò a letto, si addormentò felice come un cherubino. Il giorno dopo gli fu recapitata una lettera. Era dell’Arcivescovo e diceva:“Caro Don Angelo, qualche appunto spicciolo sulla funzione di ieri: ”La prossima volta, metta un po’ di vodka nell’acqua e non viceversa. E si ricordi che non sta bene mettere limone e zucchero sul bordo del calice. La manica della tonaca non deve essere usata come tovagliolo. Ci sono dieci comandamenti e non dodici. Ci sono dodici apostoli e non dieci. I vizi capitali non sono i peccati degli abitanti di Roma. Non ci si riferisce alla croce come “quella grande T di legno”. Non ci si riferisce a Gesù Cristo e i suoi discepoli come “J.C. e la sua rock band”. Non ci si riferisce a Giuda come “quel figlio di puttana” e sua madre e suo padre non risultano essere stati rispettivamente una zoccola e un ricchione. Davide uccise Golia con una fionda, non a calci nel culo. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono “Il Vecchio, Junior e il”fantasmino”. La toilette dove si è recato a metà Messa per un’improvvisa urgenza, in realtà era il confessionale e capirà quanto sia stato inutile imprecare perché non c’era lo sciacquone. L’iniziativa di chiamare il pubblico a battere le mani è stata lodevole, pero ballare la macarena e fare il trenino mi è parso esagerato. L’acqua santa serve per benedire, e non per rinfrescarsi la nuca sudata. Le Ostie vanno distribuite ai fedeli che si comunicano e non considerate alla stregua delle patatine come antipastini accompagnati dal vino santo. Quello sulla croce, anche se con la barba gli assomiglia, non è Che Guevara, ma Nostro Signore Gesù Cristo. I peccatori quando muoiono vanno all’inferno, non a “farsi fottere”. La messa deve durare un’ora circa, e non due tempi da quarantacinque minuti, e quello che girava vestito di nero era il sagrestano, non “quel cornuto dell’arbitro”. Quello che stava seduto al suo fianco ero io, il suo Arcivescovo, non “una checca in gonna rossa”.La formula finale corretta è  “La Messa è finita, andate in pace” e non ”Che mal di testa, andate tutti fuori dai coglioni”. Per il resto, mi pare andasse tutto bene.”

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LA GRAMAGLIADE-10-L’OSSESSIONE DEI POTERI MEDIANICI

LA GRAMAGLIADE

ovvero

EPOPEA DI UNO SPIRITISTA NEMICO DI MARIA VALTORTA

 

CAPITOLO SECONDO

L’OSSESSIONE DEI POTERI MEDIANICI

Quarta puntata

 

Illuminato tuttologo, comprendo bene il motivo del Suo motteggiare sull’arroganza di questa piccola, insignificante femmina che, parlando dell’Apocalisse, si permette di rivelare “il vero senso del testo biblico, sul quale gli altri avrebbero inutilmente arzigogolato” (p. 41). Il mio solito barbiere mi ha fatto osservare che, se Ella avesse una pallida idea di cosa significhi “umiltà” ricorderebbe che Cristo, prima di risuscitare Lazzaro, disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.” (Matteo 11, 25).

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LA GRAMAGLIADE-9-L’OSSESSIONE DEI POTERI MEDIANICI

LA GRAMAGLIADE

ovvero

EPOPEA DI UNO SPIRITISTA NEMICO DI MARIA VALTORTA

 

CAPITOLO SECONDO

L’OSSESSIONE DEI POTERI MEDIANICI

Terza puntata

 

Gettati dunque a mare i poco rispettosi dubbi sulla Sua oceanica sapienza, cerchiamo di seguire la Sua acutissima analisi. Ecco perciò come la disgraziata delirante “incominciò così ad attribuire pure i suoi scritti a doni carismatici e soprannaturali e più precisamente i brani descrittivi di persone o di luoghi a visioni soprannaturali e i brani teologici e dottrinali a dettati soprannaturali; in questo ultimo caso tuttavia si verificava un fenomeno strano, poiché Maria Valtorta asseriva di capire le pagine teologiche, mentre le scriveva, ma di non poterle più spiegare né commentare a scrittura ultimata. Tale osservazione ha tuttavia valore più apologetico che non psicologico, perché quando dovrà rileggere e correggere per la pubblicazione, tanto agognata, lo farà molto bene e con pignoleria, dimostrando di essere perfettamente consapevole del senso dei suoi scritti.” (pp. 39-40). Non mi resta che inchinarmi alla Sua ultrasapienza, se non che il mio barbiere mi ha fatto osservare che la mancata comprensione di quanto scritto per lume divino è un ben noto fenomeno che si verifica tra i mistici, mentre la correzione successiva dei testi riguarda l’ortografia, che non ha nulla a che fare col fatto se il revisore capisca o meno il senso profondo delle frasi. Occorre aver pazienza col mio barbiere, che è tanto irrispettoso da contraddirLa perché non ha il privilegio di conoscerLa. D’altronde io non posso fare a meno di incontrare spesso il mio barbiere, perché la mia barba cresce a velocità ipergalattica da quando ho cominciato a leggere i suoi libri, illustre Gramaglia, non so perché.

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