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TRADUTTORI TEDESCHI

DI TESTI SACRI

 

    Questa nota ha lo scopo di esaminare alcuni aspetti delle preghiere in lingua tedesca, sulla base di un libretto della Catholic Truth Society di Londra (2009, rist. 2011), Ein einfaches Gebetbuch (Un semplice libro di preghiere), che reca testi a fronte inglesi e tedeschi delle parti fisse della Santa Messa e di varie preghiere comuni. Ovviamente si tratta solo di un modestissimo tentativo di comprendere alcuni aspetti del modo di pregare in Germania, quali possono desumersi dalle traduzioni delle preghiere. Notevole il fattio che per il testo inglese viene data la garanzia Concordat cum originali, che manca invece per la traduzione tedesca, che in taluni punti si lascia andare a qualche deriva luterana. Non per niente della traduzione inglese è precisato Concordat cum originali, mentre di quella tedesca non viene detto, e infatti in molti punti non concordat un fico secco.

Der Herr erbarme sich unser, er nehme von uns Sünde und Schuld, damit wir mit reinem Herzen diese Feier begehen. – Trad.: “Il Signore abbia pietà di noi, ci liberi dal peccato perché possiamo compiere con cuore puro questa celebrazione”. – Scade rispetto all’originale latino: “Misereatur nostri Omnipotens Deus et, dimissis peccatis nostris, perducat nos ad vitam aeternam”. Grave la sparizione dell’accenno alla vita eterna; si cala nell’immediato e nel rapporto orizzontale, mentre si attenua quello verticale.

Wir glauben an den einen Gott – Trad. “Crediamo in un solo Dio” – L’apertura del Credo Niceno-Costantinopolitano è diversa: “Credo in unum Deum”. L’inglese “I believe in one God”, è aderente al latino e più consono alla natura del Credo, che deve attestare la fede individuale, non quella generale (di chi? dei presenti alla Messa? dei fedeli della parrocchia? o della diocesi?).

   (…) seine Herrschaft wird kein Ende sein – Trad. “La sua Signoria (o “il suo Dominio”) non avrà fine”. – Signoria (o Dominio) appaiono inferiori al Regno. Meglio l’inglese, che è pienamente aderente al latino: “his Kingdom will have no end”.

   Gepriesen bist du, Herr, Schöpfer der Welt – Trad. “Lodato tu sia, Signore, Creatore del mondo”. – Sembra così che Dio sia Creatore solo del mondo materiale (die Welt è appunto il mondo materiale). Meglio l’inglese: “Blessed are you, Lord God of all creation”, che allude a tutta la creazione, quindi anche delle cose invisibili e agli esseri spirituali, come gli angeli. Inoltre “blessed” (benedetto) è meglio di “gepriesen” (lodato); una benedizione infatti è molto più di una lode.

    Herr aller Mächte und Gewalten – Trad. “Signore di tutte le potenze e i poteri”. – L’originale latino “Dominus Deus sabaoth” significa “Signore Dio degli eserciti”, ma evidentemente l’accenno agli eserciti non è politicamente corretto e ci si limita ad un’incolore espressione generica. Tra l’altro non è specificato di quali potenze si tratti; le stesse espressioni potrebbero benissimo applicarsi alle potenze infernali. Come infatti scrive san Paolo: “La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.” (Efesini 6, 12). Più fedele alla Tradizione l’inglese: “Lord God of Hosts”.

    (…) das für euch und für alle vergossen wird – Trad. “versato per voi e per tutti”. – Ci si riferisce ovviamente alla consacrazione del vino nella Santa Messa. L’originale latino è “pro vobis et pro multis effundetur”, “versato per voi e per molti”, sulla scorta di Isaia e dei Vangeli (Isaia 53, 11; Matteo 26, 28; Marco 10, 45; 14, 24). L’inglese traduce invece correttamente “for you and for many”.

   (…) deine Auferstehung preisen wir – Trad. “lodiamo la tua Resurrezione”. – L’originale latino è “Tuam Resurrectionem confitemur”, ossia “confidiamo nella Tua Resurrezione”, ovviamente perché la Sua Resurrezione è garanzia della nostra. Limitarsi a lodarla è riduttivo. L’inglese è invece: “We (…) profess your Resurrection”, che significa “professiamo (o “proclamiamo”) la Tua Resurrezione”.

   Ehre sei Gott in der Höhe und Friede auf Erden den Menschen seiner Gnade -Trad. “Onore sia a Dio nell’alto e pace in terra agli uomini della Sua grazia”. -Latino: “Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis”. L’inglese traduce giustamente: “Glory to God in the highest and peace on earth to men of good will”. Nel tedesco sembra invece che Dio conceda la pace a quelli che hanno la Sua grazia; ma come si ottiene la grazia se non con la buona volontà? Se Dio non tenesse conto della buona volontà, significherebbe che concede la grazia arbitrariamente, in puro stile luterano e calvinista, ignorando il libero arbitrio.

   Geheimnis des Glaubens – Trad. “Segreto della Fede”. – L’inglese, più aderente al latino “Mysterium Fidei”, traduce “The Mistery of Faith”. Ma in questo caso non c’era molta scelta, dato che parola “mistero” non sembra esistere in tedesco, almeno secondo l’autorevole dizionario Duden (di cui ho consultato la versione anglo-tedesca di Oxford, rist. della 2a ed., 2001).

   Zu Tische zu sitzen in deinem Reich – Trad. “Sederci a tavola nel Tuo Regno”. -Dalla preghiera per i defunti, parte delle preghiere eucaristiche della Santa Messa. L’espressione è volgarmente materialistica ed evoca irresistibilmente un’immagine di Würstel con Sauerkraut e boccali di birra. Meglio l’inglese, che prega per la: “kind admittance to your Kingdom”.

   Lassen uns beten, wie der Herr uns zu beten gelehrt hat – Trad. “Preghiamo come il Signore ci ha insegnato”. – Manca il pathos di umiltà del latino: “Praeceptis salutaribus moniti et divina institutione formati audemus dicere”. Più fedele l’inglese: “At the Saviour’s command and formed by divine teaching, we dare to say”.

   Der Leib Christi – Trad. “Il Corpo di Cristo”. Formula di Comunione. – Quale scadimento da “Corpus Domini Nostri Jesu Christi custodiat animam tuam in vitam aeternam”, la formula che ricorda al comunicando l’anima immortale e la vita eterna! Ma questo declino è comune a tutta la Chiesa, perché anche il latino della Messa di Paolo VI dice solo “Corpus Christi”.

   Der Herr hat zu seinen Aposteln gesagt: Frieden hinterlasse ich euch, meinen Frieden gebe ich euch – Trad. “Il Signore ha detto ai suoi apostoli: vi lascio la pace, vi do la mia pace” – E continua, omettendo di precisare che la sua pace è ben diversa da quella che dà il mondo, bel diversamente dal latino che dice: “Pacem meam do vobis, pacem meam relinquo vobis, non sicut mundus dat, pacem meam do vobis”. Al tedesco sarebbe quindi da aggiungere: “Nicht wie die Welt den gibt, meinen Frieden gebe ich euch”. Ma anche il testo inglese omette di menzionare che la pace del mondo è ingannevole. Evidentemente, in tempi di grande apostasia e di corsa sfrenata incontro al mondo (non accorgendosi di abbracciare un cadavere), non si deve dire nulla che possa spiacere al mondo (cadavere).

   Das Blut Christi – Trad. “Il Sangue di Cristo”. Formula di Comunione. – Il medesimo scadimento si ha da “Sanguis Domini Nostri Jesu Christi custodiat animam tuam in vitam aeternam”! Anche questo, purtroppo, è comune a tutta la Chiesa: anche il latino della Messa di Paolo VI dice solo “Sanguis Christi”.

   (…) die Schätze des ewigen Lebens – Trad. “I tesori della vita eterna”. – In un Oremus che segue la Salve Regina. Piuttosto materialistico, fa pensare a tesori materiali. Meglio l’inglese: “the rewards of eternal life”, ossia “le ricompense della vita eterna”.

   Heiligste dreifaltiger Gott – Trad. “Santissimo Dio Trino” per “Sancta Trinitas, unus Deus”. – L’unicità di Dio non è sottolineata abbastanza. Meglio l’inglese: “Holy Trinity, one God”, che ricalca il latino: “Sancta Trinitas, unus Deus”.

   Du kluge Jungfrau – Trad. “Tu Vergine intelligente”. – Nelle litanie lauretane. Riduttivo, oltre che errato, per “Virgo prudens”. L’inglese “Virgin most prudent” è più aderente al latino e più rispettoso. Intelligenza e prudenza sono qualità molto diverse. In tedesco, “prudente” si traduce “besonnen” o “überlegen”, dunque “Du überlegene Jungfrau”sarebbe stato più appropriato.

  (…) schenke uns die Gesundheit des Leibes und das Heil der Seele – Trad. “donaci la sanità del corpo e la salute dell’anima”. – In un Oremus che conclude le litanie lauretane, la sanità del corpo viene prima della salvezza dell’anima. Non è molto meglio il testo inglese che parla di “the joy of continual health of mind and body”, anche se antepone la parte spirituale a quella materiale; infatti parla solo della “mente” e non dell’“anima”.

   (…) weil ich dich erzürnt und dafür Strafe verdient habe – Trad. “poiché ti ho fatto arrabbiare e perciò ho meritato castigo”. – Nell’Atto di dolore  (Acht der Reue) si parla di Dio che “si arrabbia” (“erzürnen”, far arrabbiare), verbo poco consono alla Maestà divina. Meglio l’inglese: “because they [the sins, i peccati] deserve your dreadful punishments”.

   Acht des Glaubens – L’Atto di Fede è ridotto all’osso. Non si parla della Trinità, non si parla del Giudizio, tanto meno del pericolo dell’inferno. Anche la versione inglese, tuttavia, è carente in questo senso.

   Acht der Hoffnung – L’Atto di Speranza tralascia di ricordare i meriti di Gesù Cristo e il bisogno delle buone opere per meritare la vita eterna. La versione inglese è addirittura peggiore, perché del tutto scheletrica.

   Akt der Nächstenliebe – Trad. “Atto dell’amore del prossimo”, mentre dovrebbe essere “Atto di Carità”. – Solo nel titolo (non nel testo, che parla correttamente della preminenza dell’amore verso Dio). La “charitas”, ossia l’amore disinteressato, dovrebbe essere prima di tutto verso Dio, che non viene nominato. Parlando solo di amore per il prossimo si privilegia il rapporto orizzontale a scapito di quello verticale, dimenticando Dio proprio come vogliono i laicisti ostili alla Fede. Meglio l’inglese. “Act of Charity”, che ricalca il concetto latino tradizionale di “charitas”.

  Da notare infine che sia nell’inglese che nel tedesco manca completamente l’importantissima preghiera a San Michele Arcangelo, introdotta al termine della Santa Messa da Leone XIII nel 1886, dopo una rivelazione privata dalla quale il pontefice apprese che il demonio aveva chiesto e ottenuto di poter tentare la distruzione della Chiesa nel corso del Novecento. Ci pensò il Concilio Vaticano II a sopprimere questa salutare pratica. Subito dopo scoppiò il Sessantotto e la completa sovversione della morale. Fortuita coincidenza? O qualcosa di più?

   In conclusione, dopo l’esame degli scadimenti teologici che stanno dietro a queste infelici traduzioni tedesche, quasi sempre inferiori alle corrispondenti traduzioni inglesi, per non parlare degli originali latini, e che sfiorano in qualche caso l’eresia e in qualche altro la volgarità, c’è da meravigliarsi se il clero tedesco, ispiratore di queste traduzioni, è all’avanguardia nell’opposizione al Magistero e nei tentativi di demolizione della famiglia e della Chiesa?

EMILIO BIAGINI

SANCTE MICHAEL ARCHANGELE, DEFENDE NOS IN PROELIO

 

 


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