ARCANGELI DEL CIELO,
PROTEGGETECI DAGLI ARCANGELI CADUTI
Un po’ di tempo fa il Professor Emilio Biagini, forse perché reo di lesa maestà verso i talebani del politicamente corretto, fu attaccato in tutti i modi da giornalucoli e radiucce locali della Sardegna.
Chissà chi aveva dato loro i numeri di telefono riservati del Professor Biagini, insieme a un dossier di frasi “contestate” tratte da un libro di testo?
(Ma chi è costui? Non so, forse il Duce.)
Il dossier era evidentemente compilato da gente che non aveva capito niente, non era capace di capire e non voleva capire, dato che si era avventurata a pontificare su argomenti al di fuori della propria competenza (ammesso che avesse qualche competenza, a parte un’isterica adesione al relativismo, al nichilismo, e alla cultura della morte).
L’imbecille persecuzione mediatica ha suscitato al Professor Biagini attestati di simpatia e solidarietà da parte di perfetti sconosciuti, oltre che di amici, attestati che qui si riportano.
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Oggetto: I TRIGOTTI: Totale condivisione e solidarietà.
Data: 21. Juni 2009 22:46:25 GMT+02:00
Questa è una Richiesta Informazioni inserita in https://www.itrigotti.it da:
Michele Anelli <anelli.michele@tiscali.it>
Gentilissimo professore, stamane ho letto la sua intervista sul quotidiano L’Unione Sarda e sono contento di aver scoperto un altro paladino della Verità. Avevo in precedenza letto, in modo superficiale, alcuni articoli che riguardavano i suoi libri e, devo ammettere, mi ero fatto un’idea sbagliata. La difesa dei nostri principi porta ad esposizione mediatiche che fanno soffrire, ma sono le nuove forme di martirio alle quali siamo chiamati .
Un abbraccio fraterno.
Michele Anelli
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SCARSO DR. GIUSEPPE
Strada Ponte del Marchese, 120
36100 VICENZA
Vicenza, 02 – 07 – 2009
Esimio Professore,
ho ascoltato l’intervista fattale dal giornalista Cruciani il giorno 29-06 u.s. verso le ore 19,45 a “Radio il Sole 24 Ore”. Desidero esprimere la mia solidarietà per le azioni di autentica calunnia e persecuzione cui è sottoposto a causa delle sue idee.
In Italia oramai è diventata una norma non scritta che chi è fuori del coro e che non si sottomette al pensiero unico dominante, venga osteggiato, boicottato e perseguitato.
Altro che libertà di pensiero!
Oggi le potentissime lobbies anticattoliche, laiciste, relativiste, anarcoidi sono scatenate contro coloro che osano non solo esprimere liberamente le proprie idee, ma anche riportare fatti storicamente e scientificamente provati.
Logicamente il tutto sotto la regia dei mass-media compiacenti e l’attivismo di sparuti gruppuscoli di facinorosi assai organizzati, alla faccia delle volontà della maggioranza!
Debbo inoltre sottolineare anche l’atteggiamento intrinsecamente contestatore e a volte prepotente, tenuto dal conduttore, che presentava le sue tesi, tutte documentate, come se fossero l’elucubrazione di un modo di pensare cervellotico, stravagante, e con un tono di sottintesa derisione ed evidente dileggio, quasi si trovasse di fronte a motivazioni e ad argomentazioni da macchietta e da baraccone …….
Insomma un comportamento davvero censurabile.
L’unico aspetto positivo è stato, se non altro, che la su personalità e le sue tesi sono state portate a conoscenza dei numerosissimi ascoltatori di “Radio il Sole 24 ore”.
Comunque non si scoraggi e continui nella sua lotta: tanto sarà più dura e tanto più le sue tesi saranno di dominio pubblico e d’esempio di fronte all’acquiescenza, alla passività e al silenzio di tanti cattolici pavidi e rassegnati. Comunque non praevalebunt!
Cordiali saluti
Lettera firmata
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Vicenza, 13-01-10
Dott. Giuseppe Scarso
Medico chirurgo
Strada Ponte del Marchese, 120
36100 VICENZA
Esimio Professore,
ho ricevuto recentemente la sua interessantissima lettera, arrivatami proprio durante le feste natalizie, ed essa mi ha sorpreso, perché non mi aspettavo più che mi rispondesse dopo tanto tempo. Ho letto con molto sconcerto le sue varie traversie con un preside dal comportamento veramente inqualificabile. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se le parti fossero state invertite. Avremmo visto i soliti agit-prop di professione mettere sottosopra proprietà pubbliche e private, indire assemblee, sit-in, scioperi e via elencando.
Tutto questo perché in Italia da alcuni lustri domina ormai il pensiero unico e guai ad alzare la schiena con l’informazione (vuoi cartacea, vuoi radiotelevisiva) schierata per il 95% o più, a senso unico. Così solo pochissimi coraggiosi (come lei appunto) osano resistere a questa dittatura di pensiero catto-marx-mondialista, che sta soffocando ogni libera e autonoma idea, in nome del “politicamente corretto” (e aggiungo anche “storicamente corretto”) e che sta portando non solo l’Italia ma anche l’Europa intera verso la distruzione in una specie di esiziale “cupio dissolvi”. C’è da chiedersi a volte se l’Europa che stiamo vedendo crescere sempre più nella sua invadenza economico-politica, e aumentare di numero nella sua composizione, sia quella auspicata decenni fa da De Gasperi, Schuman e Adenauer, dal momento che questi statisti la immaginavano libera, cristiana e forte, mentre quella a cui assistiamo ora è succube delle invasioni anticristiane, debole e illiberale. A questo punto sarebbe stata molto meglio l’idea gollista dell’Europa delle patrie, così non assisteremmo all’imposizione burocratica dall’alto di provvedimenti lesivi di ogni principio morale e tradizione storico-culturale (crocifissi, Natale, Presepio, matrimoni gay, aborto, eutanasia, relativismo etico-religioso etc. etc.). E risalendo indietro nella Storia, c’è veramente da ripensare a tutto il Risorgimento, che con l’abbattimento militare (!) degli Stati italiani preunitari, ha di fatto formato uno Stato, che a distanza di 150 anni è ancora diviso da forti differenze sociali e politico-economiche, evidentissime a qualsiasi individuo dotato di un minimo buon senso!
Mi fermo qui, altrimenti finisco col deviare troppo e annoiarla ulteriormente. Anche le sue satire mi sono apparse assai belle e le ho gustate con divertimento (mi hanno fatto venire in mente il Giusti!).
Leggo che il mese prossimo sarà a Verona per presentare un suo libro. Sarei grato se mi volesse comunicare quanto prima sede e data dell’avvenimento, in modo da poter parteciparvi (sperando che sia di sabato o di domenica, essendo purtroppo gli altri giorni occupati col lavoro).
Con grande stima e cordialità
Lettera firmata
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DALLA PREFAZIONE DEL PROFESSOR PIERO VASSALLO
AL VOLUME “IL SEME SEPOLTO” DEL PROFESSOR EMILIO BIAGINI
Straordinaria figura di scienziato immune dalla spocchia incombente sopra la maggioranza accademica, Emilio Biagini è noto agli studiosi di geopolitica quale autore di tre ponderosi e animosi volumi sullo sviluppo, “Ambiente, conflitto e sviluppo. Le Isole Britanniche nel contesto globale”, (Ecig, Genova, 2004, 2a ed. 2007).
I citati volumi di Biagini costituiscono il risultato impertinente e scomodo di un lungo viaggio attraverso gli inconfessabili e perciò nascosti retroscena dei processi di sviluppo e dei loro velenosi motori ideologici.
L’opera di Biagini è utile e specialmente raccomandata agli studiosi cattolici che hanno maturato la difficile scelta del campo anticonformista.
Animato da un autentico interesse per la filosofia e la teologia, l’autore evita, infatti, le escursioni nell’arcigno e fumoso linguaggio degli specialisti e si esprime, senza impacci, in un italiano elegante e scorrevole, cui non mancano il pepe dell’arguzia e il sale dell’ironia.
Inoltre nelle righe del testo biaginiano corre una critica argomentata e beffarda dei miti sopra i quali è appoggiato il tempio mediatico al “Progresso”.
Un intollerabile atto di insubordinazione, non immediatamente avvertito dai vigilanti costituiti a difesa dell’idolatria.
In origine raccolta di dispense universitarie dal 2002, l’opera di Biagini, infatti, è stata registrata nell’indice dei libri proibiti dall’inquisizione politicamente corretta, in ritardo e solo perché ha suscitato lo sdegno solitario e tardivo di una studentessa “laica, democratica e progressista”.
Ovviamente la distratta baronia dei parrucconi infeudati nell’università di Cagliari (dove Biagini, indisturbato, sta in cattedra da oltre un ventennio), udito il grido di dolore della solitaria contestatrice è insorta sdegnata, sollecitando una precipitosa censura.
Di colpo, docenti tuttologi e giornalisti nullologi si sono scoperti in grado di criticare tre volumi (di 1606 pagine complessive) che non hanno mai letto.
Di colpo, “qualcuno” si preoccupava di raccogliere firme tra gli studenti, a sostegno della censura del minculpop.
Per la durata di innumerevoli orribili anni, dunque, nessuno fra i discenti e i rinomati colleghi ha avuto alcunché da dire sulle lezioni del professor Biagini.
Si tratta dunque di sdegno a scoppio ritardato. Lo ammette Mauro Liscia, nell’Espresso del 18 giugno: “può sembrare strano, ma sono sette anni che l’estroso professore [Biagini] divulga nell’ateneo il suo sapere sbrigativo”.
Ma un momento, non sono sette, ma ben diciassette anni. Dal 1992 e per dieci anni “l’estroso professore” ha insegnato sul suo testo “Irlanda. Sviluppo e conflitto alla periferia d’Europa”, che anticipa sotto ogni rispetto il testo finito sotto la ringhiosa inquisizione laicista e relativista.
Ma fermi, fermi. Già venticinque anni fa, all’università di Trieste, l’“estroso professore” insegnava su un proprio testo “Sud Africa al bivio: sviluppo e conflitto”, pubblicato nell’orwelliano anno 1984 dalla Casa editrice Franco Angeli di Milano, che anticipa anch’esso da ogni punto di vista il testo scomunicato dal ridicolo minculpop cagliaritano.
D’altra parte le incriminate opere del professor Biagini sono state pubblicate, senza creare imbarazzo e senza sollecitare scandalo, da importanti case editrici straniere come la Pinter di Londra, la Projekte-Verlag di Halle e la Kluwer di Dordrecht.
Per venticinque anni, laicisti, nichilisti, marxisti in ritardo falsamente pentiti o apertamente impenitenti hanno dormito, dapprima nella speranza che l’agognata vittoria del marxismo permettesse loro di inviare in Siberia tutti gli individui col vizio di pensare con la propria testa.
Dopo il 1989, i medesimi insigni personaggi dell’alta cultura, hanno continuato a dormire, forse in attesa che guarissero certe ammaccature causate al contenitore del loro stanco cerebro dai calcinacci di un certo muro che avrebbe dovuto segnare il confine dell’impero comunista dei mille anni.
A Biagini l’inquisizione progressista rivolge l’accusa, gravissima e non espiabile, di scorrettezza, per aver citato alcuni episodi, apparsi sui giornali di tutto il mondo, nei quali individui omosessuali hanno prevaricato ai danni dei normali, come quando una preside di un liceo londinese ha vietato agli studenti di andare a vedere “Romeo e Giulietta” (rappresentazione per la quale gli studenti stessi avevano ricevuto i biglietti gratuiti) perché si tratta di una storia “blatantly heterosexual” (sfacciatamente eterosessuale).
Altra gravissima accusa quella di aver demolito la fama scientifica e filosofica dell’intoccabile Giordano Bruno, una delle figure venerate nel rumoroso baraccone progressista.
Ovviamente contro i libri del Biagini non c’è nulla di serio. Nessuno, dell’intera muta ringhiante e scatenata, si è minimamente sforzato di confutare una sola delle affermazioni dei suoi libri.
“Il Biagini ha detto questo ……. Oh, scandalo”. “Il Biagini ha detto quest’altro ……. Oh, vergogna”. Ecco il tipo di “ragionamento” (si fa per dire) adoperato.
Il “pensiero” progressista, dopo aver consumato la frutta, sta sorseggiando un amarissimo ammazza caffè.
La gloria dell’istituto Gramsci fu. La geometrica filosofia di Spinoza si è abbassata al punto di lambire le matematiche facezie di Odifreddi. Il Marx-pensiero miagola nel talk-show di Augias.
La scena dell’egemonia culturale dei progressisti volge al tramonto, coartata dall’eloquenza del fatto storico.
La gloriosa armata del pensiero rosso è compressa in un manipolo di pappagalli urlanti nelle aule dell’insignificanza in cattedra e nel teatro dell’effimero.
Il potere assordante dell’urlo pappagallesco eccita solamente l’area delle mezze culture e del salotto snob. Si tratta (a ben vedere) dell’area provvisoriamente occupata dalla minoranza stretta intorno all’irriducibile Dario Franceschini.
Come accade alle navi messe all’asciutto nei cantieri, la cultura progressista rivela la magagna, la dipendenza da un pensiero dimezzato e s-pensierato.
Sotto la datata lettura dei romanzi di Jean-Paul Sartre e di Alberto Moravia, sotto la memoria della noiosa pedagogia di Bertholdt Brecht, sotto le canzonette impegnate di Jovanotti, la cultura di sinistra mostra le rughe della vecchiaia.
Al numero crescente dei refrattari può opporre solo ostracismi e linciaggi, oppure lo schiamazzo del salotto in cui la ricercata eleganza fa rima con il vuoto mentale e l’ignoranza.
Ora Biagini ha chiara l’urgenza di una reazione cattolica intesa a diradare le nebbie sollevate dalla cattiva letteratura e ad incalzare il consenso ottenuto dal cabaret laico e progressista.
Dotato di una preziosa e ben coltivata vena letteraria, qualità che gli è riconosciuta perfino dai redattori dell’Espresso, Biagini sta affermandosi quale pioniere di una letteratura cattolica capace di vigorosa controffensiva.
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Queste sono le attestazioni di solidarietà scritte e dimostrabili, che evidentemente sono indice di un sentimento diffuso.
Vi si aggiungono le innumerevoli attestazioni di orali di solidarietà che il Professor Biagini ha ricevuto e continua a ricevere.
Le attestazioni di solidarietà fanno molto piacere, ma anche senza di esse non c’è mai stato un istante in cui il libro di testo “Ambiente, conflitto e sviluppo” abbia corso il rischio di essere ritirato o affiancato da altri testi.
Il Professor Biagini ha preso tre lauree all’università di Genova che certo non è l’ultima d’Italia, e perlomeno non è una dalla quale si spara dalle finestre ammazzando le studentesse e non è avvolta da una nube di particolato carico di cocaina.
In nessuno degli insegnamenti di queste tre lauree (Scienze naturali, Scienze biologiche, Geografia) il Professor Biagini ha mai trovato che si assegnassero testi a scelta: se per caso un programma comprendeva più testi, bisognava studiarli tutti. La lista di testi a scelta è un procedimento relativista che i relativisti e i nichilisti pretendono di imporre.
Arcangeli del cielo, proteggeteci dagli arcangeli caduti (invocazione puramente religiosa e senza alcun riferimento a persone reali). E soprattutto proteggeteci dagli imbecilli.
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