I Trigotti

Necessaria precisazione: e sia ben chiaro noi non siamo bigotti.

I Trigotti

Categoria: Humanae litterae (Pagina 6 di 32)

QUID DICIT ECCLESIA?

CHE NE DICE LA CHIESA?

Il buon cristiano, di fronte a qualsiasi manifestazione che potrebbe essere soprannaturale si chiede, con commovente ansia: che ne dice la Chiesa?

In sintesi cercherò di tratteggiare cosa ha detto la Chiesa riguardo al Tesoro valtortiano.

Non starò a ricapitolare la vicenda della grande veggente e della sua Opera: cose notissime, e per le quali rimando a MARIA VALTORTA: LA TESTIMONE DELLA VITA DI CRISTO, di un certo Emilio Biagini (Ed. CEV).

Dunque, cosa ha detto la Chiesa in proposito?

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AUSTRIA CATTOLICA

IL TERZO LIBRO SULL’AUSTRIA CATTOLICA Dalle gloriose vittorie cattoliche sugli ottomani di Eugenio di Savoia fino agli orrori della Rivoluzione Francese e delle guerre napoleoniche di Rino Cammilleri

Ed eccoci all’atteso (almeno da me) terzo e ultimo volume de Il prato alto. III. Speranza (Solfanelli, pp. 290, €. 18) di Emilio & Maria Antonietta Biagini, che conclude la storia dell’Austria cattolica narrata nientemeno che a partire dalla preistoria. Con ricchezza di chicche e dettagli anche tecnici (uno degli autori è un geografo accademico) si dipana la vicenda degli Adler (aquila in tedesco), il tutto condito dalla benedetta virtù dell’umorismo che dovrebbe essere dote di ogni cattolico (san Tommaso d’Aquino biasimava chi ne era privo), come Chesterton, Tolkien e Waugh insegnano.
Si tratta di uno dei più bei romanzi che io abbia mai letto. In quest’ultimo ho appreso, per esempio, che il principe Eugenio di Savoia (che si firmava Eugenio von Savoie, usando le tre lingue del Sacro Romano Impero) alla decisiva battaglia di Zenta contro i turchi indossò una corazza in cui sul cuore stava la Magna Mater Austriae venerata nel santuario nazionale di Mariazell. Quel condottiero, ammiratissimo da Napoleone, con un pugno di uomini riuscì a liberare tutta l’Ungheria e pure Sarajevo, tanto che le truppe gli dedicarono il famoso canto Prinz Eugen, il cui testo trovate integrale a p. 29. Grazie a lui l’Impero raggiunse la massima estensione, mai più eguagliata. E a spese degli ottomani.
Ma venne Giuseppe II e abolì ogni forma di culto «puramente esteriore» o «a sfondo superstizioso». A decidere che cosa fosse esteriore e superstizioso, però, «erano i massoni che stavano intorno alla corona». Così, «ne fecero le spese i Passionspiele, quelle innocenti e commoventi rappresentazioni della Passione di Nostro Signore così amate specialmente nel Tirolo». Anticipando i decreti napoleonici quel sovrano «illuminato» ordinò il Begräbninsordnung, cioè la sepoltura in bare riciclabili che avrebbero fatto «la gioia dei moderni ambientalisti, beoti adoratori della natura invece che di Dio»: il fondo della bara si apriva, il morto cadeva nella fossa e la bara poteva essere riusata. Eh, difficilmente i novatori scansano il ridicolo.
E venne Napoleone, e fucilò un libraio di Norimberga reo di aver diffuso un libro contro l’occupazione francese: «Un altro trionfo della “liberté”». Come commenta uno degli Adler costretto a trasformare la sua locanda in un bordello per il ristoro degli occupanti, «non c’è nessun tradimento degli ideali rivoluzionari, perché gli ideali sono proprio quelli: sangue, morte, saccheggio, violenza, stupri. Non vogliono altro. Il resto è solo specchietti per le allodole».
E finalmente arrivò Waterloo. Ma, attenzione. Il fulcro della battaglia fu la fattoria «La Belle Allliance», nel Belgio francofono. Là si incontrarono i due comandanti della coalizione antinapoleonica Wellington, inglese, e Blücher, prussiano. Invece il fatale scontro prese il nome di Waterloo, un villaggio dei paraggi in cui non era successo assolutamente nulla. Solo che «quel nome fiammingo, pronunciato dagli inglesi “uoterluu”, suonava così inglese e oscurava il contributo decisivo dei prussiani. Evidentemente, nell’euforia della vittoria, gli snob britannici non si avvidero che «loo» nella loro lingua sta per «cesso» e «water» acqua. Insomma, lo sciacquone. Contenti loro… Be’ lo spazio ci impedisce di proseguire. Ma leggetelo, il libro dei Biagini, vi assicuro che ne vale la pena.

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IL MISTERO DI GIUDA IN MARIA VALTORTA

PISANI E. (2021) Il mistero di Giuda, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano

Questo nuovo volume del benemerito Centro Editoriale Valtortiano è una selezione di brani della grande Opera riguardanti Giuda Iscariota, al fine di illustrarne le vicende ed illuminarne il carattere. Ciò è molto importante, poiché uno degli scopi dichiarati dell’Opera valtortiana è proprio quello di far conoscere il mistero di Giuda. Egli diventa parte del collegio apostolico in modo che sia di esempio per capire i giuda futuri ed imparare ad essere buoni e comprensivi con essi, non cessando mai di tentare di convertirli. È una lezione soprattutto per chi ha cura d’anime: il fratello malvagio non va mai rifiutato anche se turba e fa soffrire.

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UMBRA TRANSIT

Dov’è lo splendore della città deserta? Chi ha spento i canti e il rumore?

Dove le vetrine luccicanti, dove l’oro e i diamanti?

A chi venderemo i nostri profumi, i nostri tessuti, i nostri ricchi vestiti?

Dov’è l’oro, dov’è il denaro potente e frusciante?

Era tutta un’ombra? Era un’ombra che passa e dilegua?

Ritornerà, risvegliata dal lamento degli scarsi superstiti sulle vuote rovine?

Sai tu dove si nasconde la gloria e l’orgoglio?

Cos’è tutto questo biancore? Sono forse ossa di gente che un tempo era viva?

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ULTIMISSIME DALLA MEDICINA: SCOPERTA UNA NUOVA PATOLOGIA

La nuova patologia si chiama PISANIFOBIA.

No, non è la nota antipatia dei livornesi verso i pisani: quella è una storia vecchia.

Questa nuova fobia colpisce i chierici, che prima rifiutano per anni di pubblicare un’Opera che potrebbe far bene alle anime (anche perché non vengono offerte loro adeguate mazzette per approvarne la pubblicazione), mentre perseguitano in ogni modo la veggente, fino a negarle la Comunione (era anche l’epoca delle infami persecuzioni a Padre Pio).

Poi l’Opera viene pubblicata da un animoso editore laico di nome PISANI e, senza alcuna promozione o pubblicità, vende milioni di copie e viene tradotta in una trentina di lingue. Allora ecco che l’Opera diventa appetitosa, ecco spuntare la brama clericale di riappropriarsene ma, non potendo ormai rimetterci le mani. il tutto sbocca nella PISANIFOBIA.

Ma guarda un po’ che cattivo! L’editore laico si è appropriato dell’Opera, che andrebbe invece “restituita” al clero che saprebbe certamente farla “fruttare nel migliore dei modi” (per la salvezza delle anime, s’intende).

Stiamo parlando, naturalmente, dell’Opera dettata dal Divino Maestro a Maria Valtorta. Altri personaggi della saga sono la Fondazione Eredi di Maria Valtorta, del Dott. Emilio Pisani, che meritoriamente cura in modo egregio la pubblicazione degli Scritti valtortiani, e Don Zucchini che non è evidentemente soddisfatto, perché lui sì saprebbe gestire meglio la faccenda.

Segue, per chi fosse interessato, una recensione dell’ultima eruzione pisanifobica.

ZUCCHINI E. (2021) La cattedrale di Maria Valtorta, Verona, Fede & Cultura

Il libro offre un’analisi erudita che mira a ricostruire la vita di Maria Valtorta anche oltre l’anno 1943, nel quale si conclude l’Autobiografia, e ad analizzare gli Scritti stessi. L’opera avrebbe un certo pregio se non fosse guastata da continue ed ossessive espressioni di livore contro la benemerita famiglia Pisani che ha salvato gli Scritti dall’oblio a cui li condannava il clero. Per l’intero libro non una sola occasione viene trascurata per mostrare il prezioso lavoro dei Pisani nella peggior luce possibile. Ne consegue che il dito costantemente puntato contro il Dott. Emilio Pisani e lo scomparso suo padre Michele, può vantare l’indubbio merito di avere permesso la scoperta di una nuova malattia finora sconosciuta alla scienza psichiatrica: la pisanifobia.

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IL PRATO ALTO

Terminata la saga storica che rievoca le vicende di una nazione così vicina a noi e così legata alla nostra storia, attraverso le vicende di alcune famiglie nel corso dei secoli.

Cliccare per la presentazione video:

Presentazione de IL PRATO ALTO copia 2

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MALASCIENZA

Cliccare per la presentazione video:

Presentazione di MALASCIENZA copia 2

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MALASCIENZA

È uscito il nuovo saggio del Prof. Biagini sulle sconcezze di una falsa scienza al servizio dell’arrivismo, dello sfruttamento, della dittatura mediatico-sanitaria.

E ci prendono pure in giro, blaterando di complottismo e dietrologia. Perché loro, i padroni del vapore sanno… e dicono che non c’è complotto, non c’è dietrologia. Oh no, tutto è alla luce del sole, tutti sono sinceri e aperti, e quando vogliono derubarvi ve lo dicono apertamente. E quando vogliono ammazzarvi vi dicono suasivamente che i vaccini salvano, mentre non sono nemmeno vaccini, ma intrugli per trasformare il nostro organismo in Ogm e per iniettarci microchip per controllarci.

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Completata la saga storica di Emilio e Maria Antonietta Biagini

Veramente affascinante (CARLO MARIA GLORI)

Un romanzo pieno di rivelazioni… Uno dei più bei romanzi che io abbia mai letto (RINO CAMMILLERI)

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Стенька Разин

Стенька Разин

Из-за острова на стрежень

На простор речной волны,

Выплывают расписные,

Острогрудые челны.

Da dietro alle boscose isole, sulla vasta onda del fiume, ecco galleggiano i dipinti vascelli dall’affilata prora.

На переднем Стенька Разин,

Обнявшись, сидит с княжной,

Свадьбу новую справляет,

Сам весёлый и хмельной.

Davanti Stenka Razin siede abbracciando la principessa, allegro e inebriato celebra un nuovo matrimonio.

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