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DIEGO BENEDETTO PANETTA (2022) Il cammino sinodale tedesco e il progetto di una nuova Chiesa, Roma, Tradizione Famiglia Proprietà

Partendo dagli scandali per gli abusi sessuali del clero, invece di condannarli e reprimerli, la Conferenza episcopale tedesca se ne serve come scusa per avviare l’inedita commedia di un “Cammino sinodale permanente”, che consiste nell’istituzione di un autoconvocato organo permanente, composto prevalentemente da laici, soprattutto donne, che dovrà “adattare” la Chiesa (o meglio la neochiesa) alle “necessità sociologiche del mondo globale”. In altre parole si tratta di distruggere il dogma con la scusa degli abusi, ed eliminare la verità in modo che gli sporcaccioni possano essere non certo emendati ma giustificati nei loro osceni comportamenti. Il documento base del “Cammino sinodale” proclama che “L’insegnamento della Chiesa sulle questioni etiche, soprattutto nel campo della giustizia di genere e della sessualità [sia] percepito come ostile alla vita”, e che secondo la “teologia contemporanea” non esiste una sola prospettiva, “una sola verità religiosa, morale o politica, una sola “forma di pensiero che possa rivendicare l’autorità ultima”, quindi la Chiesa dovrebbe favorire un processo di “inculturazione alla democrazia”. Il bel risultato di queste chiacchiere è un invito ad accettare il matrimonio dei preti, l’ammissione degli invertiti al sacerdozio e l’accettazione del delirio sul gender, vanificando perfino l’insegnamento della Genesi, “maschio e femmina Dio li creò”, in nome di presunti aggiornamenti scientifici.

Negando non solo i dati fondamentali della Rivelazione, i Comandamenti e perfino violentando la natura, il mirabile cammino sinodale punta alla  distruzione dell’uomo. È il vertice di una lunga corsa verso l’inferno senza freni né limiti, alla quale il signor Bergoglio dà il massimo incoraggiamento, Nell’enciclica “Evangelii gaudium”, infatti, l’occupante del Soglio di Pietro presenta la sua visione di quelli che considera i “quattro principi chiave che orientano specificamente lo sviluppo della convivenza sociale e la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune”: 1) il tempo è superiore allo spazio, 2) l’unità prevale sul conflitto, 3) la realtà è più importante dell’idea, 4) il tutto è superiore alla parte. Questi cosiddetti “principi”, che sarebbe più opportuno chiamare presupposti, postulati o semplici opinioni, sono abbastanza nebulosi da prestarsi alle interpretazioni più contrastanti. Ad esempio, che la realtà sia più importante dell’idea potrebbe significare che il fatto biologico oggettivo del sesso prevale sulle farneticazioni del gender, ma anche che la situazione concreta di chi vive in peccato mortale (la cosiddetta “anima ferita”) debba prevalere sui Comandamenti, visti come idee del passato. L’accento è regolarmente posto sui bisogni dei fedeli, mai sul Magistero, mai viene nominata la salvezza delle anime.

Il cammino sinodale tedesco non trova quindi alcun freno da parte del Vaticano, e si sposa perfettamente con iniziative quali la venerazione dell’idolo pagano e satanico della Pachamama. Siamo perciò di fronte ad un preoccupante fenomeno anticristico disgregativo del Cattolicesimo, perfettamente in linea con la lunga tradizione tedesca (non senza gravi responsabilità francesi e anglosassoni) che parte da Martin Lutero, si sviluppa nei fuochi fatui dell’“illuminismo” che illuminarono il carnaio rivoluzionario, per approdare all’odio marxista e allo sfacelo della morale. L’autore, giustamente, espone queste spaventose verità in un linguaggio misurato e scientificamente ineccepibile, ma nei fatti la tragica situazione si presta ad essere spiegata in modo chiaro ed esplicito come si è fatto qui sopra.

EMILIO BIAGINI


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