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IL CRIMINE COVID DEGLI

USURAI SADICI ASSASSINI

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Una profonda analisi dell’inutilità e dei gravi danni procurati dai vaccini, dal titolo I vaccini sono un’illusione. La vaccinazione compromette il sistema immunitario naturale (Cesena, Ed. Gruppo Macro) è stata pubblicata, anch’essa in tempi non sospetti, nel 2012, prima che il Deep State scatenasse la pandelinquenza globale del COVID-19. L’autrice, Tetyama Obukhanych, è un’immunologa con dottorato di ricerca presso la Rockefeller University di New York e post-dottorato presso la Harvard Medical School di Boston. Inizialmente entusiasta dei vaccini, si è resa conto, approfondendo gli studi, che si trattava di una disonesta e nociva truffa, e che i colleghi se ne rendono ben conto, ma sostengono ugualmente i vaccini, perché “devono pensare alla pagnotta” (parole testuali di un illustre professore al quale l’autrice aveva lamentato la scarsa serietà degli studi correnti sui vaccini).

Sottoporre tutti i bambini al calendario di vaccinazioni raccomandato non evita il pericolo del ritorno di malattie infettive quasi del tutto estinte, argomenta la dottoressa Obukhanych. La teoria dell’immunità permanente data dal vaccino non ha riscontro nella vita reale. La letteratura medica è piena di numerosi casi ben documentati di individui vaccinati in modo “corretto” che hanno ugualmente contratto malattie, ma questi sono stati liquidati come marginali invece di essere oggetto di ulteriori studi per comprendere se la protezione vaccinale funzionasse o meno. Le cure naturali (allattamento al seno, alimentazione di alta qualità, riduzione dell’uso di medicine) rafforzano il sistema immunitario e rappresentano quindi una protezione di gran lunga superiore.

I grafici prodotti da alcuni enti nazionali di statistica chiariscono che numerose malattie infettive erano già pressoché scomparse, per il miglioramento delle condizioni sociali e igieniche, ben prima dell’apparizione dei vaccini. Al contrario, in alcuni casi l’introduzione del vaccino ha portato ad un brusco aumento della mortalità. Va fortemente sottolineato che si tratta di dati ufficiali governativi.

Le curve mostrano l’andamento della mortalità per ogni particolare malattia, mentre le frecce mostrano l’anno di introduzione del relativo vaccino. Iniziamo con la mortalità da pertosse in Inghilterra e nel Galles dal 1838 (dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica britannico) Come per tutte le malattie infettive, la mortalità ha un andamento a denti di sega ma è evidente la tendenza alla diminuzione. All’introduzione del vaccino contro la pertosse (1950) la curva di mortalità è già praticamente a zero e non subisce variazione.

Il grafico seguente è dalla pubblicazione ufficiale Historical Statistics of the United States. I dati relativi alla mortalità per morbillo, difterite, scarlattina, tifo e pertosse sono raccolti a partire dal 1900. Anche in questo caso l’andamento è quello a denti di sega tipico, e in tutti i casi la mortalità tende vistosamente alla diminuzione. Questo è sicuramente dipende da un miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e solo in alcuni casi all’introduzione della pratica vaccinale. In particolare se per difterite e tifo si verifica, di seguito all’introduzione del vaccino, una ulteriore riduzione della curva di mortalità, per gli altri vaccini la curva non mostra subire ulteriori variazioni.

Il nuovo grafico statunitense (Historical Statistics of the United States) mostra in maggiore dettaglio ciò che è già evidente nel grafico riportato precedente: l’introduzione del Vaccino della Pertosse (1940) non evidenzia una spiccata riduzione della mortalità.

Il sottostante grafico dell’Ufficio Nazionale di Statistica britannico riporta i dati relativi alla mortalità per morbillo in Inghilterra e in Galles a partire dal 1838. Il grafico di mortalità documentato dall’Istituto britannico ricalca per il grafico statunitense: all’applicazione della pratica vaccinale per il morbillo (1968) la curva di mortalità era praticamente già assestata.

 

Anche i grafici ufficiali inglesi sulla mortalità da morbillo, scarlattina e pertosse mostrano lo scarso impatto della vaccinazione. Si noti, fra l’altro, che il potenziale vaccino contro lo Streptococco β emolitico di gruppo A, che causa la scarlattina, è ancora allo studio, quindi la scarlattina manca totalmente di copertura vaccinale, eppure il declino della mortalità per tale malattia ha avuto il medesimo andamento decrescente delle altre due malattie, favorito evidentemente dal miglioramento generale delle condizioni di vita e di igiene.

Secondo dati ufficiali inglesi relativi alle notificazioni di nuovi casi di morbillo in Inghilterra e in Galles, l’introduzione del vaccino nel 1968 ha indotto un lieve cambiamento della curva di casi notificati. L’introduzione del vaccino trivalente MMR (morbillo, parotite, rosolia) nel 1988 mantiene i valori intorno ad un plateau fino al 2010. Il grafico mostra anche la percentuale di copertura vaccinale (linea tratteggiata).

Il successivo grafico, dell’Australian Institute of Health and Welfare, mostra la mortalità per meningite nei bambini fino a 5 anni di età a partire dal 1960. L’introduzione di vaccini contro Haemophilus infuenzae tipo B, infezioni pneumococciche e meningococciche ha solo lievemente alterato la curva di mortalità.

Il grafico seguente, dalle Historical Statistics degli USA, si riferisce all’andamento della mortalità per influenza e polmonite a partire dall’anno 1960. La mortalità mostra avere un andamento calante fino al 1978. La vaccinazione antinfluenzale inizia nel 1972, e dal 1978 la mortalità mostra un andamento crescente nonostante la crescente copertura vaccinale, o forse a causa di essa.

 

Il grafico dell’Ufficio Nazionale di Statistica britannico riporta la mortalità per scarlattina (come già osservato, per tale malattia non esiste ad oggi un vaccino) e per vaiolo a partire dal 1838. Il grafico mostra in modo suggestivo un picco di mortalità di seguito alla introduzione della legge sulla vaccinazione obbligatoria nel 1853. Come dire, ti vaccini, ti ammali e muori.

Il successivo grafico, dell’Ufficio Nazionale di Statistica britannico, mostra la mortalità relativa per tetano a partire dal 1901. Il vaccino, introdotto di routine nel 1961, non non sembra avere un significativo effetto sulla curva di mortalità.

Per quanto si può dedurre da questa ampia documentazione statistica, esclusivamente di fonti governative ufficiali, sembra proprio che l’effetto dei vaccini nella sconfitta delle malattie sia scarsa o nulla. Al contrario, in alcuni casi, il vaccino è controproducente ed ottiene l’unico effetto di aumentare la mortalità.

Del resto, la vaccinazione era ingannevole fin dal tempo pionieristico di Edward Jenner (1749-1823). Egli studiò la variolizzazione, un metodo di protezione dal vaiolo consistente nell’inoculare al soggetto del materiale prelevato da lesioni vaiolose o dalle croste di pazienti non gravi. Jenner scoprì che che i soggetti inoculati col suo vaccino (formato dal virus vivo del vaiolo bovino) non contraevano la malattia se esposti alla variolizzazione. Invece quelli non vaccinati sviluppavano le caratteristiche pustole del vaiolo umano. Ma fu ingannato dall’apparente successo del suo esperimento. Sottopose infatti a controllo i soggetti vaccinati solo rispetto alla variolizzazione, ma non ne verificò la resistenza al vaiolo umano naturale. Se avesse fatto ciò, si sarebbe accorto che la protezione offerta dal suo vaccino si esauriva dopo pochi anni e si limitava a posporre le suscettibilità del soggetto al vaiolo senza eliminarla definitivamente, come fa invece l’esperienza naturale della malattia. La sopravvalutazione dell’immunità conferita dal vaccino di Jenner fu probabilmente la causa di una terribile epidemia di vaiolo in comunità interamente vaccinate nell’Inghilterra di fine Ottocento e nelle Filippine all’inizio del Novecento.

La breve durata della protezione caratterizza anche altri vaccini virali vivi attualmente in uso. Vaccinazione non è sinonimo di immunità. Purtroppo i medici continuano ad operare come se i due termini fossero equivalenti. Ovviamente quello dei vaccini è un business enorme, capace di corrompere la maggior parte dei cosiddetti “sanitari” e di perseguitare, silenziare e magari assassinare i sanitari onesti che si oppongono al mostruoso inganno vaccinistico.

Ma c’è di peggio: i vaccini servono ad abbattere le difese immunitarie naturali in preparazione di nuovi assalti alla nostra salute mediante virus ingegnerizzati, e servono pure ad introdurre nell’organismo veleni, intrugli sterilizzanti, microchip per la violazione della privacy e per il controllo tecnocratico delle nostre vite, in vista di un trans-umanesimo disumano. E discendendo ancor più nell’inferno, non va dimenticato che tessuti di bambini assassinati dall’aborto vengono regolarmente usati per sviluppare e produrre i vaccini. Alla luce di questi fatti incontestabili, chi difende a spada tratta i vaccini non può essere che (1) ignorante, (2) idiota o (3) in mala fede.

EMILIO BIAGINI


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