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IL CRIMINE COVID DEGLI

USURAI SADICI ASSASSINI

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Pubblicato da Salus Infirmorum di Selvazzano Dentro (Padova) nel 2010, ben prima dello scandalo dei falsi vaccini Covid, il libro Il tradimento di Ippocrate. La medicina degli affari, di DOMENCO MASTRANGELO, documenta la vergognosa speculazione capitalistica esistente fin dalla fine dell’Ottocento, quando sorse la grande industria farmaceutica. Ferveva all’epoca la polemica tra Antoine Béchamp (sostenitore della necessità di rafforzare la resistenza del sistema immunitario naturale alle infezioni mediante buona dieta e vita salubre) e Louis Pasteur (paladino dei vaccini). Dietro a Béchamp stavano buon senso, autentica medicina e verità, dietro a Pasteur, che era pure plagiario, invece si nascondevano gli interessi costituiti dei farmacisti e dell’industria farmaceutica, che potevano comprare l’appoggio della grande stampa e dei politici corrotti, e naturalmente costui finì per prevalere. Solo in punto di morte sembrò rendersi conto di quanto male aveva fatto con la sua insistenza sui batteri e le vaccinazioni, perché le sue ultime parole furono: “I batteri non sono nulla, il milieu (le condizioni ambientali) è tutto”.

L’odierna medicina si è trasformata in una sorta di braccio armato a difesa degli interessi di Big Pharma, la potenza che signoreggia sul sistema sanitario mondiale, e il cui unico interesse sta vendere più farmaci possibile per ricavarne il massimo profitto, e non certo per migliorare la salute della gente. Le frequentissime reazioni avverse dei farmaci vengono accuratamente nascoste da una letteratura medica addomesticata e controllata, dato che le riviste mediche sono finanziate da Big Pharma e guai a chi si allontana dalla narrazione prescritta. La documentazione sui danni da vaccino continua  tuttavia a  crescere in modo impressionante. Roberto Blandino, nel 2020, ne ha raccolto un immane documentazione di ben 6000 pagine (Danni da vaccino. I documenti e gli studi medici che nessuno ha interesse a pubblicare, https://www.amazons.it-Libri-Roberto Blandino/s?).

Nel 1979, quando la senatrice democristiana Tina Anselmi, allora ministro della sanità, decise il ritiro di migliaia di farmaci che una commissione tecnica aveva appena giudicato inutili o addirittura pericolosi. Poco dopo fu avvicinata da un esponente delle industrie farmaceutiche che le offrì 35 miliardi di lire in valuta estera presso una banca svizzera di sua scelta, Perché ritirasse quel provvedimento. Il mattino dopo la Anselmi rese pubblico quel tentativo di corruzione. Trascorsi pochi giorni la sua auto saltò in aria e lei si salvò solo per pura coincidenza e per pochi attimi di ritardo. Big Pharma non arretra neppure davanti all’assassinio, in perfetto stile mafioso.

EMILIO BIAGINI


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