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Emilio Biagini

DAI DETTI MEMORABILI DI MONSIGNOR ANGUILLA

Il matrimonio è indissolubile ma non infrangibile.

Benedicendo gli adulteri riconosciamo la validità del rapporto.

Benedicendo i “ghei” riconosciamo ancora meglio la validità del rapporto.

Peccato mortale? Chi sono io per giudicare?

La condanna eterna non è compatibile con la miserico-o-o-o-ordia.

L’inferno non c’è o, se c’è, è vuoto perché tutti sono chiamati e non è scritto da nessuna parte che gli eletti siano pochi. Non esiste un Dio cattolico, ma il Dio di tutti, il Dio della natura. Martin Lutero era ispirato dallo Spirito Santo. Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene.

Gesù in croce promise sì il paradiso al ladrone penitente, ma non disse a quell’altro: “io ti condanno”, perciò anche l’altro potrebbe essersi salvato. Giuda Iscariota era indispensabile per la redenzione; dopo il segnalato servizio reso si saranno anche per lui aperte le porte del paradiso. Anche Lucifero ha avuto un ruolo provvidenziale: povero serpentello lasciato incustodito nel paradiso terrestre, e dubito che meriti una condanna eterna.

Ma se il diavolo sarà salvo allora cadono tutte le preclusioni di una morale bacchettona e preconciliare di vecchie comari sgranarosari e musilunghi, restaurazionisti, trionfalisti, fomentatori della coprofagia, cristiani ideologici, pelagiani, inflessibili, gnostici, tristi, sconfitti, liquidi, scontrosi, elitari, autoritari, schiavi della superficialità, cavillatori e moralistici, queruli e disillusi, con la faccia da sottaceto, gente vecchia e nostalgica di strutture e usi che non vivificano più il mondo di oggi. Si dissimulano, si mimetizzano da brave persone: si presentano come nei santini, con gli occhi rivolti al cielo mentre pregano, dopo essersi accertati che siano visti: credono di essere migliori di altri, che disprezzano. In questo caso io sono qualcuno per giudicare.

Lo penso di molti Cristiani, di molti Cattolici: sì, sono Cattolici, ma senza entusiasmo, amareggiati. La vita di questi Cristiani, la vita di questa gente, consiste nell’avere tutti i documenti e i certificati in ordine. Cristiani pipistrelli che preferiscono le ombre alla luce. Cristiani inamidati, troppo educati, che parlano tranquillamente di teologia bevendo il tè. Conosciamo tantissimi buoni Cattolici, buoni Cristiani, amici e benefattori della Chiesa che lo facevano per trarne un profitto personale. Io giudico perché giudico e guai se qualcuno ci trova qualcosa a ridire.

C’è tanta sterilità all’interno della nostra Madre Chiesa. Lei crede di poter dare la vita… no, non può! Molte volte penso che in alcuni luoghi la Chiesa è più simile a un’imprenditrice che non ad una madre. Una Chiesa scoraggiata, ansiosa, triste; una Chiesa che sembra più una zitella che una madre; e questa Chiesa non serve a niente, una Chiesa così non è altro che un museo. Un pastore che apre le porte della Chiesa e rimane lì, ad aspettare, è un pastore triste. Un Cristiano senza forza, senza fertilità. Un Cristiano fuori da se stesso, che serve se stesso: la sua è una vita triste. Pagani con due mani di vernice cristiana, in modo da apparire come i Cristiani, ma ciò nonostante pagani! Falsi Cristiani: Cristiani truccati, che quando piove gli cola il trucco! Tanti falsi Cristiani cadono alla prima tentazione. Apparenze! Cristiani dell’apparenza… sono morti! La banda degli eletti nel loro microclima ecclesiastico! Dobbiamo considerare queste persone che vengono a ricevere un Sacramento come se venissero ad una festa, come a Cana di Galilea, o come se partecipassero ad un concorso, per essere visti, per vanità? In questo caso io sono qualcuno per giudicare.

Ci sono Cristiani delle tenebre, che conducono una vita di peccato, e che usano queste quattro parole che appartengono al maligno. E poi ci sono i Cristiani della zona grigia, che si barcamenano. La gente dice di loro: Ma questo sta con Dio o col demonio? Mah! Sempre nella zona grigia. Sono tiepidi. Non sono né luce né tenebra. E Dio non li ama. Cristiani che vivono in questo modo, per l’apparenza, la vanità, sembrano pavoni, fanno la ruota come pavoni. Chi sono io per giudicare? Ma certo, io sono io e giudico.

Quanti Cristiani vivono per le apparenze? La loro vita sembra una bolla di sapone. Che bella bolla, eh, con tutti i suoi colori!  Politici corrotti, uomini d’affari corrotti, ecclesiastici corrotti ovunque! Gli uniformisti, che vogliono uniformare tutto: tutti uguali. Si chiamano Cristiani, si chiamano Cattolici, ma il loro comportamento rigido li allontana dalla Chiesa. Uniformisti, alternativisti, interessati! Truffatori! Diventano spiritualmente e mentalmente induriti. Lavorano senza coordinazione, come un’orchestra che produce rumore. Orgogliosi, autoreferenziali, lontani dal popolo, intellettuali aristocratici, che chiudono le loro porte e resistono allo Spirito Santo! Si credono immortali, immuni da colpa o indispensabili. Io li giudico, perché questi sì che sono da giudicare.

Il teologo soddisfatto perché il suo pensiero è completo e conclusivo è un mediocre. Questa è una malattia del clero: il narcisismo dei teologi e dei pensatori è dannoso e disgustoso. Discernimento ci vuole: un cammino convergente e parallelo che porti ad accompagnare gli adulteri e i “ghei” verso il loro caldo destino. I sacramenti non sono un premio per i buoni, ma per i cattivi. Bisogna premiare i cattivi. I laogai sono la perfetta realizzazione della dottrina sociale della Chiesa, della mia Chiesa. In questo caso io sono qualcuno per giudicare.

È indispensabile trovare una prossimità, una convergenza parallela, che unisca i diversi per edificare una unità di disegno o una unità che abbracci tutti. In passato si è vissuto un pensiero chiuso, rigido, più istruttivo-ascetico che mistico. Il pensiero ha da essere incompleto, altrimenti è dottrinario, fondamentalista e rigorista. Non è identità cristiana quella di una Madonna postina. No ai sedicenti veggenti che pretendono di possedere la verità rivelata. Un Vangelo completamente ortodosso non corrisponde al vero Vangelo, quindi un po’ di eresia ci sta sempre bene. Io non metto in dubbio, metto in discernimento, perché io so giudicare.

Nessuno aveva un registratore per incidere le parole di Gesù, chissà che diavolo avrà detto? Nessuno può cambiare la parola di Gesù, ma bisognerebbe sapere qual è stata. Gesù ha mancato verso la morale. Gesù fa lo scemo. Gesù si è fatto diavolo per noi…

QUI I DETTI DI MONSIGNOR ANGUILLA SI INTERRUPPERO PER L’IRRUZIONE SULLA SCENA, A SIRENE SPIEGATE, DELL’AMBULANZA LUNGAMENTE ATTESA.


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