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PALADINI DELLA LIBERTA’

1941

“Mister President, i giapponesi non attaccano ancora.”

“Cacchio, li abbiamo bombardati in Cina senza dichiarazione di guerra e hanno sopportato senza reagire, gli abbiamo tagliato i rifornimenti di petrolio e abbiamo rifiutato di allentare le sanzioni nonostante la loro promessa di uscire dall’Asse in cambo di un po’ di petrolio. Cosa dobbiamo fare ancora?”

“Un po’ di pazienza, mister President. Hanno petrolio solo per sei mesi. Vedrà che attaccheranno.”

“Comunque, le portaerei hanno già lasciato Pearl Harbor?”

“Certo, mister President, nella base sono rimasti solo i ferrivecchi inutili per le distanze del Pacifico, con un bel po’ di carne da cannone a bordo, così ci lasceranno la pelle in tanti, gli americani si sveglieranno e avremo finalmente la nostra guerra per la libertà.”

***

2018

“Mister President, sono tutti contro di noi: Russia, Cina, India, Corea del Nord. Abbiamo solo l’appoggio delle due decadenti potenze ipermassoniche europee. Non sono più i bei tempi di Pearl Harbor, e ormai abbiamo minacciato sfracelli contro il cattivone di turno. Come la salviamo la faccia?”

“È facilissimo: bombardiamo un po’ di deserto e diciamo che non vogliamo abbattere il cattivone ma soltanto colpire le sue armi chimiche per portare la pace e la libertà.”


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