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IN DIFESA DEI CALUNNIATI BENEFATTORI

Ogni farmacista ha la sua corte di medici ai quali paga lo studio e fornisce ricchi premi e cotillons in cambio di prescrizioni che (senza dubbio per il nostro bene) facciano vendere medicine e arricchire il farmacista. Su scala planetaria i colossi multinazionali del farmaco, fanno (senza dubbio per il nostro bene) esattamente lo stesso. Naturalmente non manca qualche bastian contrario che insinua il dubbio che tutta questa sollecitudine per il nostro bene non sia che una copertura dei colossi multinazionali (e delle varie farmacie dietro l’angolo) per ingrassare a nostre spese, mentre della nostra salute a quelli non gliene frega un ca… o meglio non sono troppo ansiosi di farcela conservare, se non tenendoci in vita un po’ acciaccati e sempre disposti ad aprire il portafoglio.

Ora, è necessario contrastare queste malsane calunnie che minano la fiducia del colto pubblico, scrupoloso lettore dei sincerissismi giornali e avido spettatore dell’illustre e istruttiva televisione. Alle calunnie va dunque contrapposta una sana campagna di informazione sulla specchiata onestà e l’alto disinteresse filantropico dei benefattori farmaceutici, e in particolare sulle “risorse dei vaccini” e su come questi vengono “sottoposti a numerosi test di sicurezza” e poi “monitorati accuratamente” dai più qualificati scienziati che operano senza dubbio disinteressatamente, traendo dal libro paga dei sullodati benefattori solo qualche spicciolo per il pane per i loro bambini. Come impostare la corretta informazione su queste gravi questioni ce lo insegna un certo documento trovato sotto le macerie del muro di Berlino nel 1989, ma ispirato a un più antico documento risalente a cinquant’anni prima e recante l’illustre firma del dottor Joseph Goebbels. Eccone un breve riassunto.

Sikuro fatto rikonosciuto ke krafissimo errore fare tiskussione kon malvacio affersario, kontrapponendo a sue racioni nostre racioni. Nostra racione efidente e indiskutibile, non è kaso neppure parlarne. Tiskussione, poi, è noiosa, e non tutti kameraten e kumpanen hanno foglia e tempo per tokumentarsi per poter parlare kon kog-nizione di kausa se inkontrano kualke kalunniatore dei nostri benefattori. Ma soluzione molto semplìce:

  • non lasciar parlare l’altro;
  • tagliarlo fuori dai mass media;
  • censurare kualsiasi suo skritto su internet;
  • eskluderlo da internet:
  • urlare e dare sulla foce in modo che affersario pratikamente ritotto silenzio;
  • anke molto insultare e minacciare per suscitare terrore (“ti infilo tampone fin su in cervello”, “aspetta che mi kapiti sotto”, “fingo non trofare fena con ago e pungo te fenti folte”, “guido autoampulanza da far fenire te fomito”);
  • ma soprattutto esperto polemista non tiskute, lui applika etikette, etikette, etikette.

Attakkata etiketta, affersario fottuto. Affersario ha opinione difersa solo perké lui non kapisce un akkidente, come timostra etiketta che noi ha lui attakkato.

Tutto semplicissimo. Non importa racione, importa etiketta. Etiketta è tutto. Kosì non più pisogno di pensare.

Tu apre pokka ed esce parola macika di etiketta ke inkioda affersario. Per esempio:

negazionista,

komplottardo,

komplottista,

terrapiattista,

fascista,

no-vax,

sovranista,

populista,

razzista,

sessista,

omofobo,

transofobo,

ecc. ecc. ecc.

Tutto questo meglio di tisana per cerfello affatikato.

Cerfello torme e non ha più pisogno ti fatikare.

Krande fratello tutto demokratikamente pensa per te, Ja!

Sieg heil!

Sieg heil!

Sieg heil!


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