Dalla tragica infanzia, quando a sette anni perde i genitori durante la seconda guerra mondiale – il padre era stato chiamato alle armi e la madre era rimasta vittima dei bombardamenti inglesi -, al difficile rapporto con lo zio, un pittore che realizza quadri nello stile “Resistenza”, fino al suo percorso carrieristico ad Amburgo e alla tormentata relazione con Franca, una donna con una gran fede in Dio.
Emilio Biagini scava nell’animo umano, riuscendo anche con ironia a scorgerne le contraddizioni, i dubbi, gli errori e le paure. E soprattutto il timore di donersi e di donare, dovuto molto probabilmente al fatto che il protagonista è stato orbato dell’affetto familiare in tenera età. Ma dove non c’è amore e capacità di amare non resta che la solitudine a farci compagnia.
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