I Trigotti

Necessaria precisazione: e sia ben chiaro noi non siamo bigotti.

L’UMANITÀ DIVISA

Quando Noè uscì dall’arca e divenne il primo produttore di vino, essendo ancora poco abituato all’emozionante liquore, si addormentò scarsamente coperto. Pare che due suoi figli abbiano preso la cosa abbastanza sportivamente, mentre il terzo manifestò in modo sarcastico la sua disapprovazione. Erano così nati i due principali rami dell’umanità: quelli che sanno vivere e i puritani integralisti.

MARIA ANTONIETTA NOVARA BIAGINI

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LA SACRA SCRITTURA MASSACRATA

Le blasfeme forbici di Lutero hanno prodotto sulla Sacra Scrittura devastazioni paragonabili a quelle che, sotto i vari regimi protestanti, giacobini e massonici europei (compreso quello sabaudo del “risorgimento”), si sono abbattuti sugli ordini religiosi.
Le alterazioni riguardano naturalmente passi che potrebbero dare ombra alla ribellione. Ad esempio, “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Matteo 16, 18) è divenuto, nella maggior parte delle Bibbie protestanti: “ …….. su questa pietra edificherò la mia comunità”. Tra le mutilazioni, oltre a diversi tagli, specie nei Salmi, si registra la mancanza di ben sette libri dell’Antico Testamento: Tobia, Giuditta, Sapienza, Ecclesiastico (o Siràcide), Baruc (uno dei profeti maggiori), e i due libri dei Maccabei. I temi trattati in tali libri sono in effetti assai ostici per un protestante. Vi si parla ad esempio dell’elemosina in suffragio dei defunti (Ecclesiastico, 7, 27), dei sacrifici pure in suffragio dei defunti (2° Maccabei, 12, 39-46), e quindi, indirettamente, del Purgatorio e della Comunione dei Santi. Altri testi si riferiscono al libero arbitrio (Ecclesiastico, 15, 11-22) e al fatto che non tutta la Rivelazione è contenuta nelle Sacre Scritture (1° Maccabei, 9, 22), da cui l’ovvia necessità di una Tradizione e di una gerarchia non infetta da modernismo che ne sia fedele custode. L’esclusione di tali libri viene giustificata col fatto che sarebbero “apocrifi”, perché di epoca tarda e scritti in greco e non in ebraico. In realtà si tratta di libri deuterocanonici, ossia canonici di data posteriore agli altri, ed è appunto il fatto che siano di data posteriore li rende particolarmente preziosi, perché più vicini al tempo dell’Incarnazione.
È quindi istruttiva una sintetica comparazione fra le due versioni dell’Antico Testamento: quella ebraica o masoretica e quella “dei Settanta”. Sia la versione ebraica sia quella greca sono ispirate, ossia frutto di Rivelazione, ma quella greca, nel suo insieme, proprio perché più vicina al tempo del Messia, è molto più esplicita riguardo ai maggiori articoli della Fede. Non a caso S. Agostino, nel De Doctrina Christiana (II, 15) rileva la maggiore autorità della versione greca dei Settanta, e ritiene che in ogni caso di divergenza fra il testo masoretico e quello dei Settanta, si debba preferire quest’ultimo.
Ad esempio, dove il testo masoretico dei Salmi (risalenti in gran parte al re Davide, ossia intorno al 1000 a.C.) parla in modo vago di un Redentore che dovrà venire, il testo greco nomina esplicitamente il “Cristo”. Il testo masoretico invoca “Dio della mia salvezza”, quello greco dice “Dio mio Salvatore”, ossia Dio non si limiterà a mandare in qualche modo imprecisato la salvezza, ma verrà Egli stesso a salvare. Il profeta Isaia (40, 5), nella versione ebraica dice: “Si mostrerà la gloria del Signore e ogni carne vedrà Dio”, in quella greca proclama: “Si mostrerà la gloria del Signore e ogni carne vedrà il Salvatore di Dio”. Questa versione consente una lettura trinitaria, evidenziando che la Salvezza non è un concetto generico, ma una Persona, e così pure la Verità non è un concetto ma una Persona, e la Sapienza non è un concetto ma una Persona (in un libro dell’Antico Testamento, intitolato appunto “Libro della Sapienza”, è la Sapienza stessa che parla; ora solo le persone parlano, i concetti no). Il testo greco veterotestamentario palesa quindi in modo inequivocabile la seconda Persona della Trinità, il Figlio, Salvatore del genere umano. La Sapienza è indissolubilmente impersonata anche dalla Vergine Santisssima, presente dall’eternità nella mente di Dio e vivente tabernacolo del Verbo Redentore.
La Bibbia ebraica è la Rivelazione antecedente all’avvento del Messia, espressione dell’epoca della severità che segue alla caduta nel peccato originale. Tale Bibbia comprende 39 libri, distinti in storici, sapienziali e profetici. Ma tutta quanta la Bibbia ebraica, anche nei libri non apertamente profetici, è una profezia del futuro Avvento del Redentore, che apre la nuova epoca, quella della misericordia divina effusa su tutta l’umanità, come dimostra esaurientemente, fra gli altri, anche un profondo pensatore come l’ex Rabbino Capo di Roma Israel Zoll, convertitosi al Cattolicesimo col nome di Eugenio Zolli (e per questo duramente perseguitato dagli ex correligionari). L’intera religione ebraica era fondata sull’attesa del Messia. La Bibbia greca è ponte di passaggio obbligato alla Parola del Nuovo Testamento.
Il prologo dell’Ecclesiastico attesta che in epoca ellenistica l’Antico Testamento era già quasi tutto tradotto in greco. Un documento scritto da un ebreo alessandrino (Lettera di Aristea al fratello Filocrate) racconta che il capo della Biblioteca di Alessandria Demetrio persuase il re ellenistico d’Egitto, Tolomeo II Filadelfo (285-246 a.C.), a promuovere la traduzione di libri dell’Antico Testamento in greco, e da ciò nacque la versione detta “dei Settanta”, poiché tale era il numero degli anziani di Israele convocati ad Alessandria dal re per compiere l’opera, la quale venne poi pubblicamente letta alla popolazione giudaica. Un’altra fonte giudaica (Frammento di Aristobulo, del sec. II a.C.) conferma che tale origine della versione greca dell’Antico Testamento era comunemente nota.
Fra le generali acclamazioni venne pronunciato solenne anàtema contro chiunque osasse minimamente alterarla, e, implicitamente ed a maggior ragione, contro chi cercasse di far ritorno alla precedente versione. A sostegno della fede di questa folla in attesa del Messia, stava un vero e proprio miracolo, ricordato da Zolli: ciascuno dei Settanta era stato fatto lavorare alla traduzione in isolamento da tutti gli altri, ma quando le traduzioni furono confrontate risultarono tutte identiche, ciò che, senza un intervento soprannaturale. sarebbe stato matematicamente impossibile.
Ovviamente anche la Bibbia greca è comunque opera di ebrei, i quali scrivevano in greco solo perché questa era la lingua più diffusa. Ancora nel sec. II d.C. in Palestina solo pochi sapevano scrivere in ebraico, mentre lingua universale era il greco, e in Palestina era diffuso l’aramaico, che fu la lingua parlata da Gesù. Il recupero dell’ebraico fu di tipo revivalistico, per riaffermare la propria identità etnica e religiosa dopo il rifiuto del Messia. Lo prova una lettera di Ben Kakhba, il capo della rivolta antiromana sotto Adriano, dove si dice: “la lettera è scritta in greco perché non si è trovato Erma per scrivere in ebraico”. Vuol dire che neppure il supernazionalista capo degli zeloti antiromani era in grado di scrivere in ebraico, né alcuno della sua cerchia, eccetto il fantomatico Erma, che però si trovava qualche volta sì e qualche volta no.
Del tutto errata e fuorviante è l’idea corrente, secondo cui la traduzione dell’Antico Testamento detta dei Settanta nacque proprio dall’esigenza di fornire agli ebrei alessandrini, ormai totalmente ellenizzati, la possibilità di leggere la Bibbia. A parte il fatto che non solo quelli di Alessandria ma tutti gli ebrei erano ellenizzati, all’esigenza della traduzione sottostavano motivazioni ben più profonde. Nell’attesa del Messia, era evidente il bisogno di rendere le Sacre Scritture accessibili a tutti. La salvezza, infatti, veniva dagli ebrei ma non poteva essere destinata ai soli ebrei: tutti gli uomini vi erano chiamati, sebbene i farisei e i sadducei si ostinassero ad attendere un Messia del tutto diverso da quello reale. Abramo non era circonciso, dunque gli ebrei scaturiscono originariamente, insieme ad altri popoli, da un ceppo non ebreo. E da chi riceve Abramo la benedizione? Da Melchisedec (Genesi 14, 13-24), re di Shalem, un venerabile quanto misterioso sacerdote legato evidentemente ad una primitiva rivelazione monoteista: il futuro capostipite del “popolo eletto” riceve dunque la consacrazione da un non ebreo. E, a suggellare la consacrazione, Abramo paga le decime a questo non ebreo.
L’Atteso giunse e venne respinto, perché, come tutti sanno, i grandi sacerdoti e gli anziani del popolo si erano fissati su una ben diversa idea di Messia: un Messia terreno, un condottiero che cacciasse i Romani e restaurasse il Regno d’Israele, dove essi speravano naturalmente di occupare i più alti posti di potere. Il Sinedrio ebraico del tempo era dominato dalla setta dei sadducei, materialisti che non credevano nell’immortalità dell’anima e nella vita eterna, e quindi particolarmente mal disposti verso un Messia spirituale. E in effetti ci si chiede come potessero dirsi ebrei, o comunque credenti nel Dio unico, se negavano caposaldi della Fede di così fondamentale importanza, comuni a tutti i credenti monoteisti.
“Conosco le tue opere e la tua oppressione e povertà — ma tu sei ricca — e le bestemmie di coloro che si dicono ebrei e non lo sono”, detta Cristo in persona nell’Apocalisse (Lettera alla chiesa di Smirne, Apocalisse 2, 9). I Settanta erano veri ebrei, il popolo che acclamò la loro traduzione era composto di veri ebrei, di ebrei sinceri che realmente attendevano il Messia, veri ebrei erano lo stesso Cristo e la Sua Famiglia. Ma come potevano dirsi ebreo chi era incapace di riconoscere il Messia?
Inoltre, Cristo, per tutto il triennio della sua predicazione, non cessò di rimproverare aspramente sia loro sia l’altra setta, quella dei farisei, meno materialisti (almeno in teoria) ma non meno ipocriti. Vi era poi l’invidia per il sèguito che Gesù aveva ottenuto, specie dopo la resurrezione di Lazzaro, ed anche la paura che le autorità romane, insospettite dalle illusorie attese ebraiche di un Messia terreno, scatenassero una repressione.
La repressione romana si abbatté poi realmente sugli ebrei, in seguito alle ripetute insurrezioni che terminarono con le due distruzioni di Gerusalemme, dapprima sotto Tito (70 d.C.), poi sotto Adriano (135 d.C.). La reazione ebraica contro il Cristianesimo è testimoniata negli Atti degli Apostoli: le prime persecuzioni contro i Cristiani sorsero direttamente da denunce ebraiche alle autorità romane. La paura che i cristiani avevano della casta sacerdotale ebraica è testimoniata dal fatto che i tre Vangeli sinottici, scritti prima del 70 d.C., non osano dare troppi dettagli sulla sepoltura di Gesù, e soprattutto non nominano Nicodemo, che era rimasto a Gerusalemme, per non esporre la sua famiglia alle vendette del Sinedrio, ma accennano brevemente al solo Giuseppe d’Arimatea, che, a quanto pare, si era messo in salvo in Britannia. Solo il Vangelo di San Giovanni, redatto dopo che il Tempio di Gerusalemme era stato distrutto dalle truppe romane di Tito, e la cricca sadducea era stata annientata, nomina Nicodemo e si diffonde maggiormente sulla sepoltura del Cristo, il cui corpo sarebbe stato altrimenti gettato in una fossa comune, com’era destino dei “malfattori” crocifissi.
L’ebraismo si ripiegò su sé stesso in chiave violentemente anticristiana, da cui maturò il rigetto della Bibbia greca e il ritorno al vecchio testo masoretico in lingua ebraica. Un rigetto che si poneva in violenta contrapposizione ai pronunciamenti e all’anàtema delle comunità ebree dell’epoca dei Settanta, vere antesignane della Chiesa, che avevano invece inteso fissare la nuova versione come profezia più matura del prossimo avvento del Messia: il loro anatéma stende un’ombra autorevole ed inquietante sulle manomissioni successive subìte dalla Bibbia ad opera di protestanti e settari pseudocattolici postconciliari. Non si trattava quindi semplicemente di un “ritorno ai testi originali come ulteriore prova di identità etnico-culturale” sentito dal “tradizionalismo ebreo”, come in modo soave semplifica la storiografia politicamente corretta.
Alla preghiera sinagogale quotidiana (birkat-ha-minim) fu aggiunto un paragrafo di maledizione contro i nosrim, cioè i Cristiani. Il Talmud (secc. III-VI), codice religioso-morale del giudaismo posteriore all’Avvento di Cristo, contiene una violenta polemica anticristiana, e descrive Cristo come incantatore o “seduttore” del popolo. La biografia “ufficiale” di Gesù per il giudaismo è tuttora il libercolo Toledot Yeshu (“Generazioni di Gesù”), più volte ristampato anche di recente (l’ultima ristampa nota allo scrivente è del 1999, ad opera della American Atheist Press, la casa editrice atea d’America, avente sede a Austin, Texas), un testo privo di valore storico che qualifica il Salvatore come “falso messia” legittimamente ucciso.
Il percorso dei protestanti è dunque del tutto analogo a quello dell’ebraismo postcristiano erede di coloro che avevano gridato “Crucifige”.
I sette libri dell’Antico Testamento espunti sono precisamente quelli scartati dagli ebrei postcristiani persecutori. Analogamente agli ebrei, i protestanti regrediscono ad una “religione del libro”, rinunciando alla presenza ontologica della Divinità, garantita alla Chiesa cattolica dalla Comunione dei Santi e dalla Presenza reale di Cristo nell’Eucarestia. Per far questo, ossia per potersi staccare dalla Tradizione e dal corpo vivo della Chiesa, inseguendo i fumi di un “libero esame” che porterà alla radicale disgregazione delle decine di migliaia di sette e all’ateismo, il libro stesso dev’essere “censurato”, altrimenti renderà esso stesso testimonianza dello scempio.
Ciò posto, non resta che domandarsi quale “spirito” (non certo lo Spirito Santo) abbia spinto i fautori del “rinnovamento ecclesiale postconciliare” della Chiesa cattolica a metter mano nuovamente alla Bibbia per tornare alla versione masoretica, quale inconsulta frenesia di ecumenismo a tutti i costi li abbia animati, quale speranza di chissà quali riavvicinamenti ai protestanti. Nel frattempo, allontanandosi dalla versione dei Settanta, si è reso assai più difficile il dialogo con gli ortodossi, considerevolmente più vicini ai cattolici, i quali ovviamente non hanno alcuna intenzione di rinunciare alla loro Bibbia greca.

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AMERIKANZI PER LA PACE (ETERNA)

ARMI GEOFISICHE E METEOROLOGICHE

(per le quali sono attualmente note basi scientifiche e tecniche)

Armi geofisiche

Gli scienziati richiamano l’attenzione sul pericolo associato alla possibilità di creare un'”arma geofisica”, basata sull’impiego di mezzi che provocano disastri naturali (terremoti, temporali, ecc.) e interferiscono con lo strato di ozono dell’atmosfera, che protegge gli animali e la flora dalle radiazioni distruttive del Sole. Le armi geofisiche si basano sull’uso di mezzi per influenzare a fini militari i processi che avvengono negli strati solidi, liquidi e gassosi della Terra. Allo stesso tempo, di particolare interesse sono stati di equilibrio instabile, quando una “spinta” relativamente piccola può causare conseguenze catastrofiche e l’impatto sul nemico di enormi forze distruttive della natura (“effetto di innesco”).

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COMINCIA LA RESA DEI CONTI?

CONDANNATA UN’INFERMIERA CHE AVEVA PRONUNCIATO FRASI VIOLENTE CONTRO CHI NON INTENDEVA VACCINARSI

(Avvocato Mauro Sandri)

Due mesi di sospensione dal lavoro erogati da un importante ordine professionale degli infermieri ad una iscritta che aveva ampiamente divulgato affermazioni di stampo intimidatorio nel web nei confronti di chi rifiutava la vaccinazione. Nei giorni scorsi unitamente al Collega Marini, al Collega Vecchio avevo inviato agli ordini dei medici, infermieri, giornalisti le segnalazioni dei soggetti che hanno pronunciato frasi offensive di particolare caratura deviante per chiedere la loro punizione. Si vedono i primi risultati. Una volta che le condanne saranno definitive si passerà all’azione risarcitoria.

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DIFESA DELLA SALUTE: L’ITALIA ALL’AVANGUARDIA

Giuseppe Gigantino, cardiologo:

Mi divertirei a vederli morire come mosche.

Andrea Scanzi, giornalista:

Se fosse per me costruirei anche due camere a gas.

Marianna Rubino, medico:

I cani possono entrare, solo voi, come è giusto, resterete fuori.

Mauro Feliconi, assessore:

Vagoni separati per non vaccinati.

Stefano Feltri, giornalista

Escludiamo chi non si vaccina dalla vita civile.

Eugenio Giani, presidente Regione Toscana:

I novax fuori dai luoghi pubblici.

 Angelo Giovannini, sindaco di Bomporto:

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Roma, nun fa’ la stupida stasera

POPOLARE CANZONE RIVEDUTA E CORRETTA

Roma, nun fa’ la stupida stasera,

prenni li meio grilli pe fa’ i supplì…

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IS GOD EEN MOLOCH? ANTOLOGIA DELLA POESIA NEDERLANDESE E AFRIKAANS

 

IS GOD EEN MOLOCH?

ANTOLOGIA DELLA POESIA NEDERLANDESE E AFRIKAANS

Il curatore di questa antologia, Emilio Biagini, è autore di romanzi, racconti ed opere teatrali e confessa, non senza vergogna, di essere stato anche professore universitario, e cioè di essere riuscito ad entrare, grazie ai propri avvocati, nella politicamente corretta casta di Cattedropoli, che è in gran parte marcia di relativismo morale e di grottesco (e contraddittorio) nichilismo, ma che offre l’inestimabile vantaggio di fornire un’inesauribile fonte di ispirazione per la satira.

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FACCE DA CULO

CAUSE DI MORTE NEL MONDO

dal 1° Gennaio al 1° Maggio 2020

Coronavirus:               237.469 (DATI GONFIATI) (età media: 82)
Suicidi:                           357.785
Incidenti Stradali:     450.388
Cancro:                       2.740.193
Malattie infettive:     4.331.251
Aborti:                       14.184.388
Dati ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Ed ecco come gonfiavano le statistiche (e continuano a gonfiarle):

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L’ANTICRISTO AVANZA

DIEGO BENEDETTO PANETTA (2022) Il cammino sinodale tedesco e il progetto di una nuova Chiesa, Roma, Tradizione Famiglia Proprietà

Partendo dagli scandali per gli abusi sessuali del clero, invece di condannarli e reprimerli, la Conferenza episcopale tedesca se ne serve come scusa per avviare l’inedita commedia di un “Cammino sinodale permanente”, che consiste nell’istituzione di un autoconvocato organo permanente, composto prevalentemente da laici, soprattutto donne, che dovrà “adattare” la Chiesa (o meglio la neochiesa) alle “necessità sociologiche del mondo globale”. In altre parole si tratta di distruggere il dogma con la scusa degli abusi, ed eliminare la verità in modo che gli sporcaccioni possano essere non certo emendati ma giustificati nei loro osceni comportamenti. Il documento base del “Cammino sinodale” proclama che “L’insegnamento della Chiesa sulle questioni etiche, soprattutto nel campo della giustizia di genere e della sessualità [sia] percepito come ostile alla vita”, e che secondo la “teologia contemporanea” non esiste una sola prospettiva, “una sola verità religiosa, morale o politica, una sola “forma di pensiero che possa rivendicare l’autorità ultima”, quindi la Chiesa dovrebbe favorire un processo di “inculturazione alla democrazia”. Il bel risultato di queste chiacchiere è un invito ad accettare il matrimonio dei preti, l’ammissione degli invertiti al sacerdozio e l’accettazione del delirio sul gender, vanificando perfino l’insegnamento della Genesi, “maschio e femmina Dio li creò”, in nome di presunti aggiornamenti scientifici.

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CENSURA “DEMOCRATICA”

Rivelato il portale segreto di Twitter usato dal governo statunitense per censurare i contenuti sul COVID-19. Leggete i contenuti rimossi.

Maurizio Blondet & Friends, 16 Dicembre 2022 ‘

(mb: Una risposta a News Guard)

Elon Musk lo definisce “estremamente preoccupante”

https://www.theepochtimes.com/documents-uncover-secret-twitter-portal- us-government-used-to-censor-covid-19-content_4924270.html

Di Patricia Tolson – 15 dicembre 2022

Nell’ambito dell’indagine in corso sulle pratiche di censura di Twitter, America First Legal ha ottenuto una quarta serie di documenti (pdf) che rivelano l’esistenza di un portale segreto di Twitter, utilizzato dai funzionari del governo degli Stati Uniti per censurare le opinioni dissenzienti del COVID-19 in violazione del Primo Emendamento. Una rivelazione che Elon Musk ha definito “estremamente preoccupante”.

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