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ORO O O LATTA: QUESTO È IL PROBLEMA

 

 Abbiamo deciso di premiare con opportuni segni del nostro apprezzamento le opere letterarie e cinematografiche che hanno attratto il nostro interesse. Questa rubrica viene aggiornata quando ci pare e il nostro giudizio è inappellabile.

 

I TRIGOTTI

 

-Figura_aquila

 

 And the winner is …….

 

Ecco il vincitore della prossima Aquila d’oro:

 

 

Segue una recensione di Emilio Biagini:

 

ANGELA PELLICCIARI (2012-2016 nuova ed.) Martin Lutero: il lato oscuro di un rivoluzionario, Siena, Cantagalli

Martin Lutero è indubbiamente molto popolare in quest’epoca tra i chierici che si dicono cattolici, ma ciò significa soltanto che ci è toccato vivere in un’infelice epoca di tradimenti iscariotici e di grande apostasia.

L’autrice esamina i documenti con rigore scientifico, svolgendo una serrata critica del pensiero dell’arcieretico, sia dal punto di vista filosofico che da quello storico. La condanna che ne scaturisce non potrebbe essere più assoluta: incongruenze, malafede, menzogne e mezze verità, affermazioni apodittiche senza il minimo tentativo di spiegazione o giustificazione, propaganda volgare e sfrenata, con l’aiuto di osceni disegni dell’amico Lucas Cranach il Vecchio, caratterizzano la carriera del fallito monaco agostiniano.

Negando il libero arbitrio, Lutero ferisce mortalmente la natura dell’uomo e la sua dignità, così che Dio diventa un tiranno incomprensibile, capace di decretare in partenza chi deve salvarsi e chi si dannerà: un aberrante concetto di “doppia predestinazione”, che sarà portato alle estreme conseguenza da Calvino, ed è agli antipodi dalla luminosa misericordia divina, pronta sempre a perdonare anche al più abietto malfattore (purché si penta).

Lutero sbandiera l’idea di libertà, ma libertà per lui significa solo liberarsi della Chiesa, e soltanto per cadere sotto l’assolutismo dei principi, in base al principio cujus regio ejus religio. In questo modo l’arcieretico apre la strada a tutti gli orrori successivi fino a Hitler, la cui irruzione nella storia sarebbe stata impensabile senza l’eresia luterana, che unì ad un odio morboso e isterico contro il papato, l’odio più spietato contro gli ebrei.

La “riforma” luterana sancì un sistematica rapina dei beni della Chiesa, ostentatamente per ottenere un culto più “puro” e “spirituale”, in realtà desertificato e annullato. Un terzo della ricchezza nazionale della Germania, una nazione prospera e in rapida crescita, era in mano alla Chiesa. Grazie all’eresia luterana, di tanto ben di Dio si impossessarono i principi, col risultato di far dilagare la miseria, poiché cessò la carità della Chiesa ridotta in miseria e fu sbarrato l’accesso dei poveri alle terre comuni a pascolo e a bosco, ciò che si ripeté nelle Isole Britanniche e dovunque la “riforma” protestante prese piede.

Distrutto ogni riferimento spirituale e morale oggettivo, a causa dell’infame “libero esame”, ognuno poté fabbricarsi una religione fai-da-te. Ne derivò il più totale disordine e una spaventosa rivoluzione (come disse il Divino Maestro alla grande veggente Maria Valtorta, “l’anticristo è la rivoluzione”). Tra il 1517 e il 1648 si susseguirono in terra tedesca le più spaventose atrocità. Essendo quello dei principi l’unico potere legittimo riconosciuto dall’arcieretico che imperava ormai come il “papa di Wittemberg”, si affermò inevitabilmente la statolatria, che i principi, mentre si appropriavano del ricco bottino, furono naturalmente ben lieti di abbracciare, ponendo le premesse degli ulteriori disastri futuri.

La Pellicciari si attiene rigorosamente ai documenti ed evita punte polemiche, pur pienamente possibili e storicamente sostenibili. Così non menziona il fatto che Lutero si rifugiò in convento per sfuggire alla giustizia avendo ucciso in duello un uomo: Jerom Butz, suo compagno di studi a Erfurt, in duello; né che, tormentato dal diavolo, finì per impiccarsi come Giuda (anche se i luterani, arricchiti dal saccheggio dei beni della Chiesa, lo negarono furiosamente, e sempre lo negheranno i loro discendenti; ma non si capisce perché il servo personale di Lutero, Ambrogio Kuntzell, o Kudtfeld avrebbe testimoniato in tal senso, se non fosse stato vero), né che l’arcieretico ebbe la sua famosa Turmerlebnis (esperienza della torre), che gli ispirò l’idea della giustificazione “per sola fede”, nel cesso del convento (il che spiegherebbe la sua insistenza, nella propaganda antipapale, al tema delle feci); né vengono ricordate le varie rivelazioni private che attestano il suo essere all’inferno, come ad esempio quella avuta dalla Beata Suor Maria Serafina Micheli del Sacro Cuore nel 1883. Tutto ciò non inficia minimamente, il valore dello studio della professoressa Pellicciari, ma anzi gli conferisce una più severa e convincente serietà scientifica, che risulterebbe invece sminuita dall’aggiunta di aneddoti, per quanto veri e significativi.

Il volume è corredato da un’utile appendice dei più significativi documenti storici e di immagini dai Luthers Kampkbilder (disegni di lotta luterani). di oscena volgarità, ma che evidentemente esercitavano una profonda presa sul raffinato popolo tedesco.

Questo libro della professoressa Angela Pellicciari unisce scorrevolezza e facile leggibilità ad una accurata documentazione e ad un serrato argomentare logico, che ne fa una persuasiva smentita alle smanie filo-protestanti degli pseudo-cattolici apostati odierni.

EMILIO BIAGINI


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