I centri di potere massonico, economico e culturale, le sontuose logge inglesi e americane, Wall Street e la Royal Society sono per la Fede una minaccia assai più grave di quanto il Cremlino sia mai stato. Molti prelati e chierici cattolici sono stati ottimi allievi e propagandisti del Cremlino, moltissimi altri del laicismo massonico.
Nascostamente già prima del Concilio Vaticano II e in modo sempre più svergognato nel postconcilio, si è assistito alla svalutazione dei miracoli, all’eretico disconoscimento dell’onnipotenza divina. Oscurati i miracoli, non resterebbe che un insegnamento privo di autorità soprannaturale, che imporrebbe sacrifici senza alcuna contropartita, sofferenze inutili sulla terra senza speranza di premio. Oggi gran parte dell’insegnamento nei seminari, grazie alla frenesia di andar d’accordo col mondo a tutti i costi, tende a mettere in sordina i miracoli, attaccandosi agli specchi pur di escogitare una qualche “spiegazione” naturale.
Mi è accaduto di sentire un prete che, all’omelia, “spiegava” il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci con la “condivisione”, perché, argomentava il predicatore, “è assurdo immaginare la gerla che comincia a traboccare di pane e di pesci, sarebbe contrario alla legge di conservazione della massa”. Invece il gesto benedicente di Gesù avrebbe spinto le persone presenti a “condividere” le provviste che si erano portate dietro.
La legge di conservazione della massa è dunque più importante dell’onnipotenza divina. Non resta che suggerire, all’esimio predicatore, quando sarà sul punto d’esser chiamato a render conto a Domineddio, di invocare la legge di conservazione della massa che venga a salvarlo.
EMILIO BIAGINI
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