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mir777

“CATTIVA CHIESA, CATTIVO CONCILIO”?.

LA PERENNE ATTUALITÀ DE IL CONCILIO VATICANO II

DI ROBERTO DE MATTEI

La più recente indiscrezione sul contenuto del terzo segreto di Fatima, quella di Mons. Ingo Döllinger, ha ricevuto una smentita da parte dello stesso Benedetto XVI. Secondo Mons. Döllinger, la parte non rivelata del segreto parlerebbe di “cattiva Chiesa e cattivo Concilio”. Ma una smentita da parte di un Papa sul quale poteri ignoti (ma non certo amici della Chiesa) hanno potuto esercitare una pressione tale da “persuaderlo” a dimettersi, non avranno anche potuto esercitare qualche “gentile pressione” affinché smentisse una dichiarazione che, se vera, sarebbe estremamente imbarazzante per i circoli che fanno il bello e il cattivo tempo in Vaticano?

Non si può che lasciare la domanda in sospeso. Comunque sia, non è affatto necessario sforzarsi a penetrare segreti. Che il Concilio Vaticano II sia stato un buon concilio sarebbe un’affermazione decisamente avventata. Non che sia tutto cattivo, naturalmente. Ma un concilio non deve essere buono solo in parte. Dovrebbe essere tutto buono, come i venti concili precedenti che hanno posto pietre miliari nella storia della Chiesa, hanno promulgato dogmi di importanza capitale ed hanno permesso alla navicella di Pietro di superare le più gravi tempeste.

Il Vaticano II, invece, la tempesta l’ha scatenata, liberando forze ostili latenti che hanno sconquassato il mondo cattolico e ancora non hanno finito di far danno, giungendo fino a rivalutare la tanatofila “teologia della liberazione” che si credeva ormai sepolta. E non a caso, subito dopo il Concilio, proprio dall’area cattolica, come un cancro, è esplosa la contestazione del Sessantotto, con ogni probabilità favorita dall’abolizione della preghiera a San Michele Arcangelo che Leone XIII aveva ordinato si recitasse dopo ogni Santa Messa, in seguito all’inquietante rivelazione privata che gli aveva mostrato come il demonio avrebbe avuto un secolo di tempo per distruggere la Chiesa. Quella preghiera continua ad essere recitata da qualche fedele, ma ben diverso doveva essere il suo potere quando veniva pronunciata quotidianamente al termine di tutte le Messe in tutto il mondo.

Questo concilio è criticabile perché non è dogmatico. È vero che due delle costituzioni sono “dogmatiche”, ma non contengono alcun nuovo dogma, solo la ricapitolazione di quanto già si sapeva dagli altri concili, e per di più in una forma discorsiva che si presta a distorsioni, mentre le formulazioni dogmatiche precedenti erano rigorose e chiare, senza possibilità di equivoco. Sembra anzi che definizioni precise, tali da aiutare veramente la Fede, siano state accuratamente evitate. Un grande numero di Padri conciliari aveva chiesto a Giovanni XXIII di definire due importanti dogmi mariani, Maria Corredentrice e Maria Mediatrice di tutte le grazie, ma la risposta fu negativa. Non si voleva “scontentare” i protestanti. Il rafforzamento della Fede cattolica e la Verità vennero posposte alle fisime antimariane degli eretici.

Visto lo stato in cui versa la Chiesa, è doveroso richiamare l’attenzione sulla fondamentale opera storica del Prof. Roberto De Mattei, Il Concilio Vaticano II (Ed. Lindau, Torino), che ripercorre con rigore scientifico e vastissima documentazione, la recente storia della Chiesa, evidenziando le radici remote del dissenso, che covavano in circoli isolati, i quali poterono organizzarsi aggressivamente non appena il Concilio fu radunato. La reazione dei tradizionalisti fu tarda e faticosa, e nel post-concilio esplosero tutte le contraddizioni accumulate, fino all’attuale penosa situazione.

EMILIO BIAGINI


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