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 Il problema, infatti, era la ricerca della verità su ciò che riguarda l’omo. Un cristiano non doveva mettersi “contro” qualcuno o qualcosa, onde evitare tragici errori di passo e di contrappasso. Mai essere contro qualcosa: mai contro gli scorpioni, mai contro i prelati traditori, mai contro i serpenti a sonagli, mai contro i prelati effeminati, mai contro i cobra e gli avvoltoi, mai contro i prelati col grembiulino massonico sotto la tonaca, mai contro i ragni pelosi e i topi di fogna.

La cosa da fare – la Galantina docet et illae valde placet – era mettere sul tavolo le “sue” ragioni. Non si trattava infatti di fare a chi gridava di più, i “pasdaran” delle due parti, infatti, si escludevano da sé. Ci voleva un confronto tra gente che vuole bene a tutti, capace quindi, col suo soave esempio, di in-kul-kare la verità evangelica all’ignorante popolo bue.

Per un efficace in-kul-kamento, insegnava la Galantina, occorreva adattare detta verità ai nuovi diritti in-kul-cheschi, aiutandone la penetrazione con acconce applicazioni di vaselina. Il lavoro in-kul-ico era molto vasto e l’autore di questa umile cronaca deve dolorosamente omettere molta di questa nuova, mirabile teologia, per limitarsi ad alcuni in-kul-kamenti, scelti fra i più succosamente ricchi di galantinosità alla vaselina.

“Cari scribi, farisei, ipocriti, e pure sepolcri un po’ imbiancati, vogliamo dunque sederci e mettere sul tavolo le nostre ragioni, buoni buoni e senza gridare, dato che, come tutti sanno, noi vogliamo bene a tutti?”

“Io vi mando come pecore tra i lupacchiotti, cercate quindi di non spaventarli, poverini, perché sono tanto sensibili, e se parlate loro della Geenna scapperanno terrorizzati.”

“Dopo che le cinque vergini sagge (ma chissà se poi lo erano davvero?) furono entrate nella sala del banchetto nuziale, arrivarono quattro delle cinque stolte (ma chissà se poi lo erano davvero?) e bussarono alla porta. Venne loro immediatamente aperto. La quinta era andata a prostituirsi per fare un po’ di soldi, ma per lei lasciarono la porta socchiusa perché potesse entrare con tutto il suo comodo.”

“Se qualcuno avrà dato scandalo ad uno di questi piccoli, non si affligga con complessi di colpa, ma si tenga alla larga dalle pietre da mola e non se ne faccia appendere nessuna al collo.”

“In falsità, in falsità vi dico che se il seme di grano non sta bene attento, finisce per morire. Deve quindi tenersi riguardato e star lontano dalla terra e dall’acqua.”

“Ed ecco Gesù entrò trionfante in Gerusalemme a cavallo di uno stallone entusiasticamente offerto dal Sinedrio e venne eletto Sommo Sacerdote a vita.”

“Molte altre cose in-kul-kò la Galantina, ma non sono scritte qui perché anche voialtri, crediate e abbiate la sua stessa caldissima sorte nel suo nome.”

− Ultime notizie. Questo interessante esempio di nuova teologia ha subito una battuta d’arresto. Un flash di agenzia comunica infatti che un’eruzione di zolfo incandescente scaturita d’improvviso dai Campi Flegrei ha causato la liquefazione della Galantina, che è scivolata nel lago d’Averno, dove si perdono le sue tracce.

EMILIO BIAGINI


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