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GENOVEFFA LA RACCHIA/1. “Agente, arresti quest’uomo. Mi sta importunando.” “Ma se non l’ho nemmeno guardata.” “Appunto per quello.”

GENOVEFFA LA RACCHIA/2. “Io non ho alcuna difficoltà a spogliarmi in pubblico.” “Ma lasciaci il tempo di scappare.”

GIORNALISMO/1. Berlusconi e D’Alema gareggiano nella corsa. Arriva primo Berlusconi, seguito a grande distanza da D’Alema. La “Repubblica” riporta così la notizia: “D’Alema è arrivato secondo, Berlusconi penultimo.”

GIORNALISMO/2. Berlusconi (convertito e normalizzato dal regime) e Salvini gareggiano nella corsa. Arriva primo Salvini, seguito a grande distanza da Berlusconi sfiancato e con la lingua di fuori. La “Repubblica” riporta così la notizia: “Berlusconi secondo, Salvini penultimo.”

GIUSTIZIA E LIBERTÀ. Un giudice viene invitato dal preside di un liceo a tenere una conferenza. Metà degli allievi vengono radunati nell’aula magna ad ascoltare il conferenziere. Il giudice illustra i fasti della sua professione: come siamo bravi, come siamo umili, la maestà della legge, l’importanza dell’ordine giudiziario, la legalità repubblicana, la difesa della repubblica nata dalla resistenza e fondata sul lavoro, e bla bla bla. Il preside chiede se vi siano domande. Si alza Pierino: “Perché avete ordinato centinaia di ispezioni a Mediaset subito dopo che Berlusconi è entrato in politica? perché non volete la separazione delle carriere? perché avete lasciato che l’Argentina derubasse i risparmiatori italiani mentre le magistrature degli Stati Uniti e della Germania hanno reso giustizia ai risparmiatori dei loro paesi, costringendo il governo argentino a pagare? Perché la polizia non fa in tempo ad arrestare i delinquenti che quelli sono già a spasso a delinquere di nuovo? perché nelle dimostrazioni la polizia deve sempre prenderle, dato che se reagisce va sotto processo? perché un giudice scoperto mentre faceva il porco con un ragazzino nei gabinetti di un cinema è stato assolto e reintegrato, e di conseguenza tutta la corporazione ha avuto uno scatto di stipendio? perché i processi durano anni e anni, ma se un giornalista si permette di criticare i giudici viene giudicato immediatamente e condannato a pagare multe da stroncarlo? perché la Corte costituzionale ha sanzionato il furto ai pensionati in spregio alla legge? perché si indaga sulle vittime invece che sui delinquenti? perché giudici non pagano mai gli errori giudiziari, mentre tutti gli altri professionisti pagano cari i loro errori?.” Occhiataccia del giudice, preside inorridito, ambiente gelato. Fortunatamente, in quel momento suona la campanella e gli studenti vengono frettolosamente fatti rientrare in classe. Poi viene radunata nell’aula magna l’altra metà degli allievi e il giudice, debitamente presentato dal preside come illustre esponente dell’ordine giudiziario, ripete il pistolotto sui fasti della sua professione, finito il quale il preside avverte che, essendo prezioso il tempo dell’illustre ospite, saranno consentite solo due domande. Si alza Giovannino: “Io ho due domande: come mai la campanella oggi ha suonato venti minuti prima? e che fine ha fatto Pierino?.”

I BIANCHETTI DELLA CORSICA. In confessione. “Padre, ho peccato.” “Dimmi figliolo.” “Qualche volta ho bestemmiato.” “Può capitare, non ti abbattere e non farlo più.” “Poi ho detto diverse bugie.” “Anche questo può capitare, non ti abbattere e non farlo più.” “E poi… poi… mi vergogno a dirlo…” “Su, su, in confessione si deve dire tutto, altrimenti non è una confessione ben fatta.” “Vede, padre, mi sono masturbato.” “Ahi, ahi, ahi, questo non si fa. È un grave peccato contro il sesto comandamento.” “Ma, padre, però, a quello che ho sentito, rinforza la vista.” “Ma che dici? Se fosse vero io dovrei vedere i bianchetti nel mare della Corsica.”

I CINQUE EURO. Il maresciallo dei carabinieri manda un milite in paese a comprare le sigarette e gli consegna un biglietto da cinque euro. Mentre il carabiniere sta inforcando la bicicletta, la moglie del maresciallo lo chiama per dargli altri cinque euro con la preghiera di comprare sale grosso e fiammiferi. Il carabiniere parte promettendo di tornare in pochi minuti. Tuttavia, il tempo passa e del milite neppure l’ombra. Infine il maresciallo va a cercarlo e quando finalmente lo trova, domanda cosa sia successo. “Vede, maresciallo, mi scusi, è che mi sono confuso. Non riuscivo a ricordarmi quali erano i cinque euro suoi e quali quelli di sua moglie.” “E già, hai ragione, figliolo, anch’io non riesco a distinguerli.”

IL CAVALLO PARLANTE. Un agente di commercio con la sua auto percorre la strada della Val Brembana. Sente il motore che “tossisce” un po’, perciò accosta, scende e guarda dentro al cofano: “Saranno le candele?.” In quel momento sente una voce alle sue spalle: “È lo spinterogeno.” Si gira, ma non vede nessuno. Solo un cavallo pascola, lì vicino. Si china di nuovo sul motore cercando di individuare il possibile guasto: “Che si tratti di una cinghia?.” Di nuovo la voce: “È lo spinterogeno.” Si rigira di scatto. Alle sue spalle c’è il cavallo. È lui che ha parlato. Sorpreso ed emozionato si mette a correre più veloce che può e, arrivato al primo bar, entra e dice al barista: “Presto, bisogna avvisare i giornali, le tv… una cosa incredibile! Mentre controllavo il motore della mia auto in panne ho sentito una voce che diceva: “‘È lo spinterogeno’. Non ci volevo credere. La voce era quella di un animale.” Fra gli avventori si alza un vecchietto che gli chiede: “Era forse un cavallo?.” “Sì, proprio un cavallo.” E il vecchietto: “Con una stella bianca in fronte?.” “Sì… si! Proprio lui!.” E il vecchietto, scuotendo il capo: “”Ma quello non capisce un cavolo di motori….”

IL GIORNALE. La caserma dei carabinieri un po’ fuori del paese. Il maresciallo chiama il brigadiere e gli ordina di andargli a comprare tutti i giorni il giornale. Dopo qualche giorno il brigadiere si stufa di andare avanti e indietro e decide di comprare sette giornali il lunedì e di darne uno al giorno al maresciallo, pensando che intanto non se ne sarebbe accorto. Dopo qualche giorno il maresciallo lo fa chiamare. “Comandi.” “Senta, brigadiere, dicono che noi carabinieri siamo scemi, ma guardi un po’ sul giornale questo citrullo che va tutti i giorni a schiantarsi con la macchina nel medesimo palo”:

IL LAVORO. Se lavorare fa bene perché non lo prescrivono agli ammalati?

IL MONDO DELLE DONNE/1. GIORNO E NOTTE. Assieme a te ho passato i giorni più belli della mia vita. Meno male che mi sono organizzata diversamente per le notti.

IL MONDO DELLE DONNE/2. LA NOTTE PORTA CONSIGLIO. Ti ho pensato fino alle 3 di notte, poi ho contato le pecore. Poi è arrivato un pastore carino e…

IL MONDO DELLE DONNE/3. SE ANCHE DIO… Il Padreterno a un uomo: “Meriti un premio. Esprimi un desiderio.” L’uomo ci pensa un attimo e chiede: “Vorrei un ponte dall’Italia fino all’Alaska.” Il Padreterno sbuffa: “È difficile, chiedi qualcos’altro.” L’uomo ci ripensa e: “Allora vorrei capire le donne.” Il Padreterno sbuffa: “E va bene, dove lo vuoi questo ponte?.”

IL PAPA ALLA GUIDA. Dopo aver caricato tutti i bagagli del Papa nella limousine, l’autista nota che Sua Santità sta aspettando sul marciapiede. “Ti devo chiedere un favore — dice il Pontefice all’autista — dovresti lasciar guidare me. Ne ho tanta voglia.” “Mi dispiace, ma non posso; perderei il posto se succedesse qualcosa”, risponde l’autista, maledicendo di essere andato al lavoro quella mattina. “Ci sarebbero degli extra non indifferenti per te”, insiste il Papa. Riluttante, l’autista sale dietro mentre il Pontefice si mette al volante e subito comincia a premere l’acceleratore portando la limousine a 170 Km/h. “La prego, Santità, rallenti”, si dispera l’autista. Ma il Papa continua a tavoletta fino a quando si sentono delle sirene. “Oh mio Dio, mi ritireranno la patente”, piagnucola l’autista. Il Papa accosta e abbassa il finestrino. Un poliziotto si avvicina, dà un’occhiata, torna alla moto, prende la radio, chiama il suo capo al comando e lo informa di aver fermato una limousine che andava a 170 all’ora. “Beh, sbattilo dentro”, dice il capo. “Non credo che possiamo davvero farlo, è un tipo molto importante…”, suggerisce il poliziotto. “Una ragione di più”, esclama il capo. “No, intendo davvero importante…”, insiste l’agente. Il capo allora chiede: “Ma chi hai lì, il sindaco?.” “Più in alto!.” “Il governatore?.” “Di più.” “Va bene, — dice il capo rassegnato — allora chi è?.” “Credo sia Dio!.” Il capo, sbigottito: “Che cosa ti fa credere che sia Dio?.” Il poliziotto, sicuro: “Beh, ha il Papa per autista!”

IL PIO BARBIERE. In un paesino del profondo Sud, tutti sono molto pii e attaccatissimi alla religione. Un giorno, il parroco, don Salvatore, organizza un pellegrinaggio a Roma. Tutti vogliono partecipare, e si devono noleggiare addirittura due pullman. Solo il barbiere resta a casa, per non dover chiudere il negozio, ma prima taglia gratis i capelli, e con tutto l’impegno, a tutti i partenti, perché siano in forma splendida davanti al Papa, e si raccomanda: “Poi venite e raccontatemi tutto… voglio sapere proprio tutto…” I pellegrini partono. Al ritorno, il barbiere riceve la visita di parecchi di loro, che però sembrano stranamente reticenti. Lui però, entusiasta, ne interroga uno con particolare slancio. “Ma dimmi, dimmi: cosa avete visto?” “Ma… sai… Roma era bellissima… San Pietro… il Vaticano… splendido…” E poi? E poi?” “C’era tanta gente importante… monsignori… cardinali…” “Ah, sì? E poi?” “E poi abbiamo visto il Papa nella Cappella Sistina…” “E poi? E poi?” “La Cappella Sistina è una meraviglia… affrescata da Michelangelo…” “E il Papa? Il Papa?” “Il Papa ci ha ricevuti in forma privata, proprio lì, nella Cappella Sistina.” “Oh, che meraviglia, peccato che non c’ero… E il Papa com’era, eh? Com’era?” “Era maestoso, solenne, irraggiava saggezza, bontà e intelligenza…” “Oh… E poi?” “E poi, don Salvatore ci ha presentati al Papa uno ad uno… Io ero così emozionato che non sapevo più cosa facevo… Mi sono inginocchiato davanti a lui e gli ho baciato l’anello…” “E lui? E lui?” “Lui mi ha guardato un istante con quei suoi occhi ieratici e profondi…” “Dev’essere stata una cosa da sogno… E ti ha benedetto?” “Proprio benedetto… me personalmente no… ha benedetto la comitiva, in generale, alla fine.” “Ma ti ha parlato? Ti ha detto qualcosa?” “Beh…” “Cosa ti ha detto, dimmi, dimmi, voglio sapere…” “Mah, veramente…” “Cosa ci sarà mai? Dimmi. Voglio conoscere l’alata parola del Santo Padre!” “Se proprio ci tieni… Ha detto: ‘Ma chi è quel cane di barbiere che ti ha conciato così?’.”

IL TRIONFO DELL’INNOCENZA. Ci sono tre bambini in campeggio. Due sono milanesi, il terzo è di Roma. Uno dei due milanesi dice: “Il mio papi è più veloce dei vostri. Alla una esce dalla sua fabbrichetta, prende la Mercedes e all’una e mezza l’è a casa!.” L’altro bambino milanese sorride e, a sua volta, racconta: “Il mio papi è più veloce dei vostri. Anche lui esce dalla sua fabbrichetta alle una, prende la Maserati e alla una e un quarto entra in casa pronto per il pranzo!.” Il bambino romano, che fino a quel momento non aveva fatto una piega, interviene: “Ve state proprio a sbajà… mi’ padre è er più veloce de tutti! Lui lavora ar Comune, esce alle 13 ma alle 12.30 sta sempre a casa! A magnà.”

IL VESCOVO. Un vescovo muore e si presenta alla porta del paradiso. Dato che è un vescovo, san Pietro lo fa entrare subito. Quello entra e comincia ad ammirare quello che vede. “Oh, che bello, che bello, che bello”, dice continuamente, incantato. Lo dice tanto che i beati si seccano e si lamentano con san Pietro, e il principe degli apostoli è costretto a mandarlo via. Il vescovo viene quindi degradato al purgatorio, ma anche qui comincia a guardarsi in giro incantato dicendo: “Che bello, che bello, che bello”, tanto a lungo che le anime purganti si lamentano con l’angelo guardiano del purgatorio, al quale non resta che mandarlo ancor più giù, all’inferno. Giunto all’inferno, il vescovo si guarda intorno e dice: “Beh, non è poi tanto male, che bello, che bello, che bello”. I dannati cominciano a stufarsi, finché gli chiedono: “Ma tu, che trovi così bello perfino l’inferno, si può sapere di che diocesi eri vescovo?” “Di Savona”, risponde il prelato. “Ah!,” esclamano i dannati “allora è tutto chiaro”.

IN BARBAGIA. Due carabinieri di pattuglia vedono passare un pastore con un gregge di pecore e lo fermano dicendo: “Ma che begli animali. Cosa sono?” Il pastore, che pensa sia conveniente tenersi buona l’autorità, risponde: “Sono pecore, animali molto docili e utili. Quando arriviamo all’ovile, entrate anche voi e prendetevete una.” I carabinieri ringraziano e vanno a prendersi l’animale. Grande agitazione e i due escono dopo una lunghissima lotta, agitati e trafelati. “Ci avete detto che le pecore sono così docili, ma questa qui ci ha fatto penare tantissimo prima di farsi acchiappare, e ci ha anche morso.” “Ma bravi, non vedete che avete preso il cane?”

IN TRIBUNALE. FRASI CELEBRI. 1) Testimone: “Appena ho visto che gli puntava il coltello alla gola ho capito che aveva brutte intenzioni.” 2) Testimone: “L’abbiamo soccorso subito, ma respirava così piano che abbiamo pensato che fosse già morto.” 3) Testimone: “In quel momento il malvivente ha esploso un colpo di pistola in modo non equivoco.” 4) Perito: “La parcella comprende anche il fatto che per raggiungere il luogo della perizia abbiamo dovuto servirci di un’attrazione integrale.” 5) Perito: “A un primo esame sembra che il soggetto sia stato prima assassinato con un’arma da fuoco e poi bruciato vivo.”

IN TRIBUNALE. LA TOGA. Un padre accompagna il figlio in tribunale. Vedendo un avvocato indossare la toga, il ragazzo chiede: “Papà, perché quell’uomo si veste come una donna?.” “Perché deve parlare molto.”

IN UFFICIO/1. La direzione è spiacente di rilevare che molti dipendenti morti durante il lavoro dimenticano di cadere stesi per terra.Tale abitudine deve cessare immediatamente dato che tale fatto rende difficile distinguere i dipendenti morti da quelli che normalmente lavorano.Si rende quindi noto che da oggi qualsiasi dipendente trovato morto in piedi sarà immediatamente licenziato senza liquidazione.

INCHIESTA DELLE NAZIONI UNITE. L’Assemblea dell’Onu decise di effettuare una grande inchiesta a livello mondiale. La domanda da porre a un campione di esponenti politici dei diversi Paesi era: “Per favore, ci esprima onestamente e sinceramente la sua personale opinione circa la scarsità di alimenti nel resto del mondo.” Il risultato fu deprimente. Gli europei non capivano che cosa significasse “scarsità.” Gli africani non sapevano che cosa fossero gli “alimenti.” Gli statunitensi chiesero il senso dell’espressione “il resto del mondo.” I cubani sollecitarono spiegazioni sull’espressione “opinione personale.” Nel Consiglio dei ministri in Italia, allora presieduto da Romano Prodi e animato da geni come Mussi e Pecoraro Scanio, si discusse a lungo su che cavolo volesse dire “onestamente e sinceramente.”

INCIDENTE STRADALE A PALERMO. Giudice: “Ci racconti come è avvenuto il fatto.” Testimone: “Ecco, signor giudece, incidente sctradale fu. La vittima si sconciava con scareca de lupara che viaggiava sul marciapiede in senso conciario.”

INCORRUTTIBILI. I politici incorruttibili esistono? Certo, ma costano di più.

INSERZIONE MORTUARIA A GENOVA. Pochi giorni dopo aver ricevuto dal marito in regalo per il compleanno un’auto utilitaria, la signora Parodi ha un attacco di cuore e passa a miglior vita. Il signor Parodi va a far mettere l’apposita inserzione mortuaria sul “Secolo XIX”: “Scia-a scrive: ‘È morta Marta’. L’impiegato: “Ma cuscì cürta? Sulu tre-e parolle? Scia-a l’ammie che finn-a a sei parolle se paga päegiu.” Signor Parodi: “Sei parolle? Allua scia-a scrive: ‘È morta Marta. Vendesi Panda blu’.”

INTELLIGENZA. Viene aperto un nuovo bar supertecnologico e il signor Rossi, incuriosito, vuole provarlo. Il robot cameriere, con voce metallica, gli domanda: “Qual è il suo coefficiente di intelligenza?” Rossi risponde: “Centocinquanta.” “Ecco l’ordinazione adatta a lei”, gracchia il robot, e gli serve un Whisky Caol Ila di vent’anni, con soda, e si mette a discorrere di filosofia, meccanica quantistica e cosmologia. Il giorno seguente Rossi, incuriosito, torna allo stesso bar e, per vedere che succede, dichiara: “Novanta”. Il robot gli serve una birra e si mette a parlare di calcio e di donne. Terzo esperimento. Rossi dichiara: “Venti.” Il robot gli serve un bicchier d’acqua e gracchia in tono confidenziale: “Allora, compare, anche questa volta votiamo Pd?”

INTELLIGENZA (variante). Il signor Cuperloschi va a provare il nuovo bar supertecnologico. Il robot cameriere gli domanda: “Qual è il suo coefficiente di intelligenza?” Cuperloschi spara: “150, cappitto mi hai?” E il robot gli serve un magnifico whisky di annata, e lo intrattiene con elevati discorsi di filosofia e scienza di cui Cuperloschi non capisce un’acca. Seccato, Cuperloschi torna allo stesso bar e questa volta dichiara: “90”. Il robot gli serve una birra e si mette a parlare di calcio e di donne, di cui Cuperloschi non è proprio espertissimo. Ancora più seccato, Cuperloschi va una terza volta e dichiara: “20.” Il robot gli serve un bicchier d’acqua e gracchia in tono confidenziale: “Allorra, cumpà, anche questa vvolta vvotiammo Pd?”

ISTRUZIONE BRITANNICA. Una coppia di visitatori italiani al prestigioso museo londinese Victoria and Albert domanda dove si trova la collezione di arte bizantina. Risposta del giovane custode fresco di studi: “Bizantina? Che zona? Oceania?” L’episodio è autentico.

L’AVVENIRE NELLA MERDA. La maestra a scuola annuncia agli scolari il titolo del tema da svolgersi l’indomani: “Parla dei rapporti fra potere, governo, sindacati e l’avvenire.” Pierino va a casa e chiede lumi al papà. Questi gli spiega il tutto con un esempio: “Vedi, Pierino, è come la famiglia. Io lavoro, guadagno e mantengo tutti, per cui sono il potere. La mamma dice a tutti quello che devono fare, e quindi è il governo. La serva è una lavoratrice, e perciò rappresenta i sindacati. Tu sei un esponente della generazione successiva, e costituisci l’avvenire. Hai capito?” “Sì, papà.” La sera il bambino va a letto, ma poco dopo è colto da una colica, per via di qualcosa che ha mangiato e gli ha fatto male. Disperato, si alza e va a cercare la mamma. Ma la mamma è uscita. Allora va dal papà, ma non lo trova. Sempre più disperato, cerca la serva, ma nella camera di lei trova il papà che se la sta scopando. Piegato in due, non gli resta che tornare a letto. Il mattino seguente, a scuola, Pierino svolge così il suo tema: “Quando il governo è assente, il potere la mette in culo ai sindacati e l’avvenire finisce nella merda.”

L’INFEDELE. “Sei andata dal macellaio e mi hai fatto le corna. Sei andata dal lattaio e mi hai fatto le corna. Sei andata dal salumiere e mi hai fatto le corna. Sei andata dal giornalaio e mi hai fatto le corna. Sei andata dal fornaio e mi hai fatto le corna. Adesso basta. Da domani la spesa la faccio io.”

L’UOMO. Veniamo al mondo nudi, umidicci e affamati. In seguito le cose si complicano.

L’UOVO E LA GALLINA/1. Meglio una gallina oggi che un uovo domani. Parola di gallo.

L’UOVO E LA GALLINA/2. Non riusciremo mai a scoprire se è nato prima l’uovo o la gallina finché non ci domanderemo che parte abbia avuto in tutto questo il gallo.

LA FOTO DI MARTE. Data la foto (sfuocatissima) scattata su Marte, che mostra qualcosa che potrebbe essere una figura umana, si pone il problema (ammesso che non si tratti di un trucco fotografico) di che cosa rappresenti: una statua, un semplice effetto di luce o qualcos’altro? Gli esperti hanno formulato varie ipotesi. Secondo loro potrebbe trattarsi di: 1) un essere intelligente (si fa per dire) che voterà ancora Prodi; 2) un napoletano che fa la raccolta differenziata; 3) un arbitro che fischia contro l’Inter; 4) un marziano vivo e vegeto. Votate la vostra risposta. Potete vincere un weekend, a scelta: su Marte (con le bombole dell’ossigeno), oppure a Napoli (senza le bombole dell’ossigeno). La redazione consiglia Marte.

LA NAZIONALITÀ BELGA. Il sergente, rigorosamente bilingue, alle reclute: “Vlamigen rechts, et Vallons à gauche.” La schiera si divide come ordinato, fiamminghi a destra e valloni a sinistra. In mezzo resta un’unica recluta. Il sergente: “Et toi, toi que crois tu d’être? En jij, wat denk jij te zijn?” “Je suis belge, monsieur le sergeant; ik ben belgisch, mijnheer sergeant”, risponde la recluta a sua volta in stile bilingue. “Et comment t’appelle tu? En hoe heet jij?” Risposta della recluta: “Pasquale Scognamiglio.”

LA RICCHEZZA. Due contadini si incontrano. “Sai, ho una gallina che mi fa le uova d’oro”, dice uno. “Fantastico, — replica l’altro — davvero una gran fortuna. Sarai contento.” “Macché; le frittate fanno schifo.”

LA SCOPERTA DELL’AMERICA. Nella scuola di Oslo viene interrogato di storia Pierino, figlio di immigrati dall’Italia. “Allora, Pierino, cos’hanno offerto gli indiani all’eroico vichingo Leif Eriksson quando costui ha scoperto l’America?” “Una pizza alla genovese, signora maestra.”

LA SIGNORA IN MACCHINA. Un carabiniere ferma una signora in macchina e le contesta il fatto che trasporti un cane senza la prescritta reticella di separazione. La signora: “Ma guardi che è un cane di peluche.” “Signora, non facciamo storie, la razza del cane non è rilevante.”

LE CINQUE REGOLE D’ORO DELL’IMPERO ROMANO. 1) Lavora sempre n po’ meno della tua soja minima, ricordate de abbassa’ ciclicamente i livelli di detta soglia. 2) Nun te ‘ncazza’ coi debboli, nun te ‘ncazza’ coi forti, nun te ‘ncazza’ proprio. E ricorda: i debboli fanno finta, domani saranno forti, quinni, se proprio devi, menaje subito, nun li fa’ cresce. 3) Non tutti i mali vengono pe’ nuoce, quindi tutte le vorte che hai fatto male a quarcuno, nun te sembra, ma je hai fatto bene, perciò nun te sta’ a preoccupa’, che te frega. 4) Aiutate che tanto nun t’aiuta nessuno. Ricordati infatti che Dio è onnipresente, quinni, se voleva, te aiutava meno. 5) Nun scaja’ mai la prima pietra si nun sei sicuro de piallo bene. Sinno è mejo che te la conservi pe’ dopo.

LE TRE VIRTÙ DEGLI ITALIANI. Quando Dio creò il mondo, affinché gli uomini prosperassero, decise di concedere loro due virtù. Così gli svizzeri li fece ordinati e rispettosi delle leggi, gli inglesi perseveranti e studiosi, i francesi colti e raffinati. Quando arrivò agli italiani si rivolse all’angelo che prendeva nota e gli disse: “Saranno intelligenti, onesti e comunisti.” L’angelo fece notare: “Ma Signore, hai dato a tutti i popoli due virtù, agli italiani tre, questo farà sì che prevarranno sugli altri.” “Accidenti! È vero! Ma le virtù divine non si possono più togliere. Lasciamo che gli italiani abbiano tre virtù. Però ogni persona non potrà averne più di due insieme“. Fu così che: 1) l’italiano che è comunista e onesto, non può essere intelligente; 2) quello che è intelligente e comunista, non può essere onesto; 3) e quello che è intelligente e onesto non può essere comunista.

LEI & LUI/1. Lui: “Amore, per quest’anno cosa ne diresti di una vacanza intelligente?” Lei: “Cos’è, tu rimani a casa?.”

LEI & LUI/2. Come fare impazzire un uomo in camera da letto? Nascondere il telecomando.

LEI & LUI/3. Lui: “Avresti qualcosa da obiettare se facessimo sesso?.” Lei: “Sinceramente non l’ho mai fatto.” Lui, sorpreso: “Mai? Davvero sei vergine?.” Lei: “No, non mai avuto nulla da obiettare.”

LEI & LUI/4. Cosa devi fare quando vedi che il tuo ex marito sta rantolando sul pavimento? Sparargli un’altra volta.

LEI & LUI/5. Qual è la differenza fra gli uomini e le donne? Una donna vuole che un solo uomo soddisfi tutte le sue esigenze; un uomo vuole che tutte le donne soddisfino l’unica esigenza che ha.

LEI & LUI/6. Un uomo e sua moglie andarono in vacanza a Gerusalemme. Mentre erano lì, la moglie morì. L’impresario delle pompe funebri disse all’uomo: “La si può spedire a casa per 5.000 dollari, oppure seppellirla qui, in Terra Santa, per 150 dollari.” L’uomo ci pensò su e decise di far spedire la moglie a casa. L’impresario chiese: “Perché vuole spendere tanti soldi per spedire a casa una salma, quando sarebbe così bello ed economico seppellirla qui?” L’uomo rispose: “Molto tempo fa un uomo morì qui, fu sepolto qui e tre giorni dopo resuscitò. Preferisco non correre questo rischio.”

LONGEVITÀ. Un giornalista viene incaricato di svolgere un’inchiesta sulla longevità. “Devi parlare con la gente, capire come vivono e cosa pensano gli anziani”, gli dice il direttore. Il giornalista va al parco nel centro cittadino a cercarsi qualche vecchietto da intervistare. Ne vede uno seduto su una panchina, si siede vicino a lui e attacca discorso: “Ma dunque, mi dica, lei ha cura della sua salute?” “Ma chi se ne frega”, risponde l’anziano con voce gracchiante e strascicata. “Ma dunque cosa fa? Beve?” “A damigiane.” “Ma berrà birra leggera.” “Macché birra, bevo vino, whisky, cognac, tutto quello che capita.” “Oh, perbacco, ma almeno si controllerà nel fumo.” “Fumo? Io ne fumo cinque pacchetti il giorno.” “Accidenti, ma almeno eviterà gli stravizi a tavola.” “Stravizi? Io mi strippo tutto quello che trovo. Mangio polli arrosto interi, bistecche di tre etti al sangue, salame al peperoncino, vitello tonnato. Mangio finché ce ne sta.” “Ma, mi scusi, almeno si tratterrà con le donne.” “Ma che trattenimento. Ne intrattengo tre per notte.” “Ma lei è un vero portento. Può dirmi quanti anni ha?” E l’anziano gracchia: “Ventisette.”


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