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MATRIMONIO SENZA SEGRETI. Un uomo d’affari manda un messaggio alla sua donna: “Mia cara moglie: tu comprenderai che ora che hai 57 anni, io ho certe esigenze che tu non puoi più soddisfare. Io sono felice con te, ti considero una moglie meravigliosa e spero che tu non prenderai male il fatto che, quando riceverai questo messaggino, io sarò all’Hotel Comfort Inn con Vanessa, la mia segretaria, che ha 19 anni. Non ti arrabbiare. Sarò a casa prima di mezzanotte”. “Quando l’uomo rientra a casa, trova un foglio sul tavolo: “Caro marito, ho ricevuto il tuo fax e non posso che ringraziarti per avermi avvertita. Approfitto di questa occasione per ricordarti che anche tu hai compiuto 57 anni. Inoltre ti informo che quando tu leggerai questo messaggio, sarò all’Hotel Fiesta con Michele, il mio istruttore di tennis che, come la tua segretaria, ha 19 anni. Visto che sei un uomo d’affari e, in più, sei laureato in matematica, potrai facilmente comprendere che noi due ci troviamo in situazioni simili, ma con una piccola differenza: 19 entra più volte nel 57, rispetto al 57 nel 19… Quindi, non mi aspettare prima di domani. Baci dalla tua donna che ti capisce…”.

MATTI DA SLEGARE. Giulia e Nino sono due pazzi che vivono in un ospedale psichiatrico. Un giorno, passeggiando vicino alla piscina dell’ospedale, Giulia improvvisamente si butta nell’acqua e cola a picco. Nino si tuffa a sua volta e riporta la donna a galla. Quando il direttore dell’ospedale viene a sapere del gesto di Nino decide subito di dimetterlo dall’ospedale in quanto il suo atto di coraggio dimostra che ora è mentalmente stabile. Così il direttore va da Nino e gli dice: “Ti devo dare una notizia bella e una cattiva. Quella bella è che ho deciso di dimetterti dall’ospedale in quanto sei stato capace di compiere un atto eroico salvando la vita di un’altra persona. Credo che tu abbia ritrovato il tuo equilibrio mentale. Quella cattiva è che Giulia si è impiccata nel suo bagno con la cintura della vestaglia”. Allora Nino guarda perplesso il direttore e risponde: “Impiccata? Ma no, l’ho appesa io per farla asciugare…”.

MEDICI. Subito dopo la visita, un vecchio e malandato paziente si sta rivestendo nello studio del dottore, il quale si attacca giulivo al telefono: “Pronto cara, ho finalmente trovato un appartamento che sarà libero molto presto.

MOGLI & MARITI/1. “Com’è tua moglie in cucina?” “Brutta come in tutte le altre stanze.”

MOGLI & MARITI/2. “Io non ti capisco,” dice la mogliettina “mi hai detto che ti piacciono le patate. Te le ho preparate lunedì. Hai detto che erano ottime. Te le ho ripreparate martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato. E ora che è domenica, all’improvviso, mi dici che odi le patate.”

MOGLI & MARITI/3. “Mia moglie ha fatto una maschera di fango ed è stata bellissima per due giorni. Poi ha tolto il fango…”.

MOGLI & MARITI/4. Lui: “Paola, quando la smetterai di farmi queste scenate di gelosia?” Lei: “Quando tornerai a chiamarmi Clara”.

MOGLI & MARITI/5. Lei: “Caro, tu preferisci una donna bella o una intelligente?”. Lui: “Nessuna delle due, ti amo così come sei”.

MOGLI & MARITI/6. Lui: “Cara, davvero sono il primo a chiederti di fare queste cose?”. Lei: “Sì, sei il primo”. Lui: “Che brava ragazza”. Lei: “Beh, a tutti gli altri ho dovuto chiederlo io”.

MOGLI & MARITI/7. A letto. Lui: “Amore, sono stato il tuo primo uomo?”. Lei: “Certo caro, ma perché me lo chiedete sempre tutti?”.

MOGLI & MARITI/8. Due amiche conversano. “Non sopporto più quello sfaticato di mio marito, non fa nulla di più della siesta”. “E di che ti lamenti? Il mio non fa nemmeno più la prima”.

NERI E BIANCHI A BORDO. “Il colore della pelle non conta, bianchi e neri siamo tutti nella stessa barca. Per cortesia, quelli più scuri vadano ai remi, così possiamo partire. Grazie”.

ORE DI PARADISO. Il vecchio prete arringa i giovani aspiranti all’ordinazione: “Che bello, che bello, che bello. Non c’è cosa più bella, sarete sacerdoti. Non c’è cosa più bella. Ieri sono andato nel convento di suore qui vicino e le ho passate tutte, dalla madre superiora fino all’ultima. Ore di paradiso.” (Probabilmente intendeva parlare di esperienze spirituali, ma le sue parole si prestano a un certo equivoco.)

PARADISO/1. Una signorina in procinto di sposarsi muore. Alla soglia del paradiso pianta una grana: “Non voglio andare in paradiso da zitella! Se non mi sposo non entro.” San Pietro cerca di persuaderla: “Ma signorina, io ho i miei ordini, lei deve entrare.” “No, no, non voglio e basta.” “Ma signorina, lei non può…” “Ho detto di no, io in paradiso da zitella non ci entro.” “Be’, aspetti che vado a consultarmi col capo.” Dopo un po’ San Pietro ritorna e annuncia: “Sa, forse abbiamo trovato una soluzione, possiamo farla sposare qui sulla soglia, ma dev’essere solo un matrimonio civile.” “E perché?” “Perché qualche sindaco qui in paradiso ce l’abbiamo, ma non ci sono preti.”

PARADISO/2. Un tizio va in paradiso e viene accolto da San Pietro. Appena arrivato domanda: “Cosa prevede il menu?” “Oggi si mangia pane e mortadella.” “Ah, be’, non è granché, ma pazienza.” Poi il tizio guarda giù e vede che in Purgatorio stanno pranzando più che discretamente a “salade niçoise” e pancetta con fagioli. Ancora più sotto, all’Inferno, è in corso addirittura un banchetto con arrosto, patatine fritte e gelato. “Ma come, San Pietro, qua in Paradiso solo pane e mortadella e giù invece banchettano?” “Che ci vuoi fare? Non posso mica mettermi a cucinare solo per noi due?”

PARADISO/3. Un professore universitario muore e, stranamente, va in paradiso. San Pietro gli regala una Panda e gli dice: “Qui puoi fare quello che ti piace, gira dove vuoi per il paradiso e divertiti”. Il barone ringrazia e parte, ma poco dopo rientra, tutto rannuvolato, a lamentarsi. “Cosa c’è?” domanda il principe degli Apostoli. “Vedi, San Pietro, per la strada ho incrociato il mio ricercatore, e lui aveva una Ferrari”. “Ma sai, i giudizi qui sono inappellabili, mi dispiace, ti devi tenere la Panda, che dopotutto è una bella macchinetta”. Poco convinto, il professore riparte. La sera, nell’incontrare nuovamente San Pietro, si mostra tutto allegro e giulivo. “Che c’è?” gli domanda il primo Papa “come mai stamattina eri tanto arrabbiato, e adesso sei così contento?” “Vedi, San Pietro, oggi ho fatto un altro incontro. Ho visto il Magnifico Rettore che andava in bicicletta”.

PARADISO/4. Molti uomini muoiono e si presentano alla porta del paradiso. Per semplificare le operazioni di ammissione, San Pietro ordina che si dividano in due gruppi: quelli che hanno sempre fatto quello che diceva loro la moglie a destra e quelli che invece hanno fatto di testa propria a sinistra. Si formano due code: quella degli ubbidienti alla consorte è enorme, mentre l’altra è cortissima. San Pietro dice: “Cominciamo da quella più corta, così ce la leviamo.” E comincia da quella di sinistra, formata infatti da un unico marito. “Tu,” domanda San Pietro “come mai sei qui?” “Me l’ha detto mia moglie di mettermi qui.”

PARODI. U sciù Parodi u l’è in po birichin e u va ben de spessu a demuase in tu night club “Temptation”. Sô muggé a n’ha seintiu quarcosa e a pretende che un maiu u gh’ha porte perché a vö vedde che rašša de gente sö maiu u frequenta, anche se u Sciù Parodi u nega assulutamente d’essighe mai staetu. I dui arrivan au night club e u padrun u va sübitu incuntru au maiu a strensighe a man: “Sciù Parodi, che piaxei aiveila ancun chi cun nüiatri.” “Ah,” a dixe a muggé “allua ti gh’è vegnüo de lungu in te stu postu de perdisiun.” “Ma nu, ma nu, cose ti dixi, u m’avià scangiou cun quarchedün’atru, e poi Parodi u l’è in numme cuscì cumüne.” Sübitu doppu, però, arriva in grüppu de zueni che salüan u sciù Parodi: “Oh, cau, ti è turna chi? Quand’a femmu n’atra bella partìa de poker?” “Mascarsun,” a cria a muggé “allua ti straggi anche e palanche in te stu postu de perdisiun.” “Ma nu, ma nu,” u se difende u sciù Parodi “mi nu gh’ho mai šuggou cun quelli lì.” Ma proprio allua satan föa quattru entreineuse che circundan u sciù Parodi, l’abrassan e ou baxan: “Cau sciù Parodi, quand’e l’è che femmu n’atra bella rimpatrìà?” “Brüttu delinquente, mascarsun, e ti divi che nu ti gh’andavi mai in te stu postu de perdisiun. Mi me ne vaggu e nu vöggiu mettighe mai ciü pé.” E a scia Parodi a cure de föa, a tröva in taxi e a fa pe anasene. U maiu u ghe cure aprovü e in sciou taxi cumensa na lite furmidabile tra maiu e muggé. A stu puntu u taxista u l’intervegne: “Ma sciù Parodi, de bagasce in sciou me-e taxi scia ghe n’ha portou in müggiu, ma sta chi a l’é a pesu de tütte.”

PAUSA PRANZO. Il direttore generale della banca era preoccupato per un suo giovane collaboratore che, dopo, un periodo di lavoro senza mai neanche essersi fermato per la pausa pranzo, comincia ad assentarsi a mezzogiorno. Per questa ragione convoca il detective privato della banca e gli dice: “Segua il ragionier Rossi per un’intera settimana. Non vorrei che si fosse cacciato in qualche pasticcio”. Il detective fa il suo lavoro. La settimana dopo torna e rapporta: “Rossi esce normal6mente a mezzogiorno, prende la sua auto, va a pranzo a casa sua, fa l’amore con sua moglie, fuma uno dei suoi eccellenti sigari e torna a lavorare”. Il direttore generale appare sollevato: “Oh, meno male che non c’è niente di losco in tutto questo!”. Il detective, senza scomporsi, domanda: “Scusi direttore, posso darle del tu?”. Sorpreso e incuriosito, il direttore generale risponde : “Sì, certo, nessun problema”. E il detective: “Allora ti ripeto: Rossi esce normalmente a mezzogiorno, prende la tua auto, va a pranzo a casa tua, fa l’amore con tua moglie, fuma uno dei tuoi eccellenti sigari e torna a lavorare!”.

PECORARO SCANIO. Aveva un cervello così piccolo che, quando due pensieri si incontravano, dovevano far manovra.

PISANI. Al CPA (Centro Produzione Anime) del Paradiso, l’angelo titolare del servizio viene convocato da San Pietro per una missione urgente. Chiama un altro angelo a sostituirlo e gli spiega: “Vedi, man mano che escono le anime, bisogna stampigliarle dicendo: ‘bambino-bambina-grullo, bambino-bambina-grullo, bambino-bambina-grullo’, eccetera… capito?”. “Sì, sarà fatto.” Due ore dopo, terminata la missione, il titolare torna al suo posto e sente il suo sostituto che dice: “grullo-grullo-grullo, grullo-grullo-grullo, grullo-grullo-grullo…”. “Ma cosa fai? Dovevi dire: ‘bambino-bambina-grullo’”. “Lo so, ma abbiamo ricevuto una grossa ordinazione urgente da Pisa.”

PRETI/01. “Padre, ho peccato. Sono andato a letto con una prostituta.” “Era bona?” “Sì.” “Aveva i capelli rossi?” “No, castani.” “La rossa però, è molto meglio, figliolo.”

PRETI/02. “Padre, ho peccato. Mi sono masturbato. Ma mi hanno detto che fa bene alla vista.” “Ma cosa dici? Se fosse vero io vedrei i bianchetti nuotare al largo della Corsica… No, cioè, volevo dire…”

PRETI/03. “Padre, ho commesso un peccato orribile: ho fatto certe cose con un bambino. E poi ho bestemmiato… bestemmie orribili…” “Eh sì, ti capisco, non stanno mai fermi.”

PRETI/04. “Padre, vorrei andare pellegrino a Medjugorje a sconto dei miei peccati.” “Ma no, ma no, Medjugorje la distruggeremo.”

PRETI/05. “Padre, ho peccato contro la Fede. Ho detto che la moltiplicazione dei pani e dei pesci non è un miracolo ma una semplice parabola.” “Ma di che ti preoccupi? È proprio quello che dice anche il Santo Padre.”

PRETI/06. “Padre, ho peccato contro l’ambiente. Me ne sono fregato della raccolta differenziata.” “È gravissimo, figliolo. Per penitenza dovrai mangiarti la spazzatura per una settimana.”

PRETI/07. “Padre, ho peccato. Ho mangiato salame il Venerdì Santo.” “Era buono?” “Ottimo.” “Be’, di che ti preoccupi? Sono solo fisime preconciliari.”

PRETI/08. “Padre, ho peccato di proselitismo. Ho persuaso un protestante che la Chiesa cattolica ha ragione.” “Male, figliolo, male. Per penitenza dovrai dissuadere due persone dal convertirsi.”

PRETI/09. “Padre, ho peccato contro l’accoglienza.” “Male, figliolo, male. Per penitenza regalerai il tuo portafoglio al primo zingaro che incontri.”

PRETI/10. “Padre, ho peccato di omofobia.” “Male, figliolo, male. Per penitenza parteciperai al prossimo Gay Pride indossando la minigonna.”

PRETI/11. “Fratello, ricordati che dovremo abbandonare questa valle di lacrime” “Peccato, ci si piange tanto bene.”

PROBLEMI DI EREZIONE. “Dottoressa, ho un’erezione continua, giorno e notte, ventiquattr’ore al giorno. Mi può dare qualcosa?” “Vitto, alloggio e 1000 euro al mese, di più non posso”.

PRODI E LA LAMPADA. Romano Prodi acquista da un rigattiere una vecchia lampada e, arrivato a casa, si mette a strofinarla per pulirla. D’improvviso, dalla lampada scaturisce una sottile nebbiolina e si materializza un genio. Ed ecco il dialogo che ne segue. Genio: “Sono il genio della lampada, al tuo servizio, padrone; formula un desiderio”. Prodi (aprendo un atlante geografico): “Ecco qua, genio, vedi questa carta del Medio Oriente; ci sono questi due popoli che si odiano e si combattono da tanto tempo; come vorrei che si mettessero d’accordo e regnasse finalmente la pace”. Genio: “Mi spiace, ma nella regione di questa carta geografica la situazione si è incancrenita in modo talmente spaventoso e l’odio è talmente radicato che, per quanto grande sia il mio potere, temo di non poter far niente; esprimi un altro desiderio”. Prodi: “Allora vorrei diventare intelligente”. Genio: “Senti, riguardiamo un po’ quella carta”.

PROFESSORI. Volendo creare l’uomo perfetto, Dio creò il Professore Universitario. Il diavolo, invidioso, armeggiò come poté e produsse una miserabile scimmiottatura: il Collega.

QUANTO È LUNGO UN ATTIMO. Secondo la teoria della relatività, la lunghezza dell’attimo dipende da quale lato state guardando la porta del gabinetto.

QUESTIONE DI NOMI. “Papà, papà, ho scoperto di essere gay”. “Ma tu” risponde il padre “hai uno yacht di trenta metri ancorato a Portofino?” “No, papà”. “E hai una villa a Courmayeur?” “No”. “Vai regolarmente a New York, Londra e Parigi per rinnovare il guardaroba presso i negozi di maggior lusso?” “No”. “Hai passato le ultime vacanze in un villaggio turistico a cinque stelle alle Seychelles?” “No”. “E allora, mi dispiace, figlio mio, ma tu non sei gay. Sei solo frocio”.

RACCOMANDAZIONI. Il padre: “E mi raccomando, figlio mio, tienti ben lontano dai disonesti. Sono i più difficili da imbrogliare.”

RAGIONIERI FRA MOGLI E FIGLI/1. Un ragioniere sfoglia il giornale e rimane colpito da un titolo a tutta pagina: “Ogni cinque bambini nati nel mondo, uno è cinese”. Ripiega il giornale e si rivolge alla moglie “Cara, siamo fortunati: abbiamo avuto otto figli e nessuno di loro è cinese”.

RAGIONIERI FRA MOGLI E FIGLI/2. Un ragioniere va in ufficio con cioccolatini, pasticcini e una bottiglia di spumante. Cosa festeggiamo oggi?” chiedono i colleghi incuriositi. “Festeggiamo mio figlio, sono diventato padre e sono felicissimo”. “Evviva, complimenti! E tua moglie? Chissà come sarà felice anche lei…”. “Ah, non so… non gliel’ho ancora detto”.

RAGIONIERI FRA MOGLI E FIGLI/3. Un ragioniere e sua moglie hanno deciso di separarsi. “Sono sicura — afferma lei —che il giudice mi concederà duemila euro al mese per il mio mantenimento”. Il marito sospira: “Magari, così eviterei di darteli io”.

REGALI ALLA MAMMA. Tre bravi figli ebrei decidono di fare un bellissimo regalo alla madre per il suo compleanno. Il primo, Abraam, le regala un magnifico appartamento, pensando che possa farle piacere vivere in un ambiente più ricco e spazioso. Il secondo, Beniamin, una Rolls Royce con autista, ritenendo che le farebbe bene andare in giro a distrarsi. Il terzo, Chalom, un pappagallo ammaestrato che ha imparato tutta la Sacra Scrittura e la ripete a comando; gli erano occorsi anni per addestrarlo con l’aiuto, molto ben remunerato, di cento rabbini, e, il buon figlio, sapendo che la mamma ama molto leggere ma ha gli occhi ormai indeboliti, pensa che così avrà disposizione il sacro libro senza sforzarsi la vista. La madre scrive ai tre figli per ringraziarli: “Caro Abraam, ti ringrazio per il tuo bellissimo dono, ma dovresti sapere che mantenere un appartamento così grande costa molto ed è faticoso da mantenere in ordine, perciò ti prego di venderlo e di investire i soldi in qualche lucroso affare.” “Caro Beniamin, l’auto è bellissima, però io non ho molte occasioni di usarla perché esco poco e faccio una vita molto ritirata, per cui sarebbe meglio licenziare l’autista, che costa di sicuro parecchio, e vendere la macchina, investendo i soldi in qualche lucroso affare.” “Caro Chalom, tu sì che hai indovinato il regalo. Il pollo era veramente squisito.”

RETATA NAZISTA. Retata di ebrei. Viene arrestato anche un giovane che nega disperatamente di essere giudeo. Si lamenta: “Ma io sono cattolico, ho al collo la medaglietta della Madonna della Guardia.” “Nein, nein, tu Jude, tu deportato.” “Ma no, ma no. Vi faccio vedere che non sono circonciso.” Detto fatto, abbassa pantaloni e mutande. I nazisti esaminano il “coso” e si persuadono: “Verzeihung, noi sbagliato, lei può andare”. Due vecchiette, di nascosto, hanno osservato l’intera vicenda e scuotono la testa. Una commenta: “Duve l’é che andiemu a finì? Credan ciù au belin che a-a Madonna da Guardia.”

RICONOSCIMENTO DEI RESTI. Una barca colpita un violento fortunale va in pezzi e dopo vari giorni arriva sulla spiaggia di Camogli, portato dalla corrente, un cadavere. I resti sono irriconoscibili. Protetto da robuste mutande, si è salvato in buone condizioni soltanto l’organo maschile. La cittadinanza viene invitata a identificare il morto. Nessuno ci riesce e una donna, dopo aver esaminato il reperto, dice: “Stu chi u nu l’è mancu de Camuggi”.

ROBOT ANTIBUGIE. Pierino è piuttosto bugiardo e la mamma pensa di comprare un nuovo mirabolante elettrodomestico appena inventato: il robot antibugie, una macchina elettronica su ruote e dotata di un potente braccio meccanico tirasberle che entra in azione appena qualcuno dice una bugia. La famigliola si riunisce per la cena, alla presenza del robot che manda piccoli lampi verdi da una spia, ad indicare che è acceso e in perfetta efficienza. La mamma domanda a Pierino: “Questo pomeriggio dove sei stato?” “Sono andato a studiare matematica con Carletto”, è la risposta. Il robot parte in quarta e molla a Pierino un memorabile sganassone. “Ah, Pierino, Pierino, non si dicono le bugie”, ammonisce la mamma. “E va bene, sono stato al cinema con Carletto”, risponde Pierino, massaggiandosi la faccia. “E il film come si intitolava?” insiste la mamma. “Si intitolava ‘Torna a casa, Lassie’”, risponde il ragazzo. Il robot riparte a tutta birra e molla a Pierino un altro potente sganassone. “Ahi, ahi, confesso,” si lamenta il ragazzo “il film era ‘Quel gran pezzo della Ubalda, tutta nuda e tutta calda’”. “Vergogna, Pierino,” tuona il papà “io alla tua età non andavo mai a vedere film scollacciati”. Con grande sorpresa della famiglia, il robot si avvicina al padre di famiglia e gli molla un memorabile ceffone che lo manda a gambe all’aria. Allora la mamma, indignata: “Ma Giovanni, questi sono gli esempi che sai dare a Pierino? Ricordati delle tue responsabilità. Dopotutto è tuo figlio”. E in quella il robot parte di nuovo in quarta e stende la matrona con una sberla di prima classe.

ROTWEILER SERVIZIEVOLE. Per le vie della città si snoda uno strano corteo funebre. Davanti vanno due carri funebri, uno dietro l’altro, con relativa bara. Segue un rotweiler dall’aspetto ferocissimo, accompagnato dal padrone, e infine una lunga coda di uomini. Un tizio di passaggio si incuriosisce e domanda al padrone del rotweiler: “Ma scusi, che funerale è? Chi è morto?” L’altro risponde: “Nei due carri funebri ci sono le salme di mia moglie e di mia suocera; sa, è stata una disgrazia, il cane ha azzannato mia moglie, sua madre, cioè mia suocera, è corsa in suo aiuto e il rotweiler ha sbranato anche lei.” Dopo un momento di riflessione, il tizio domanda: “Potrebbe mica prestarmi il cane?” “Certamente, però si metta in coda.”

ROVINE. Un turista americano, durante il festival della gioventù, si reca a Kiev. Non riuscendo a rintracciare da nessuna parte qualche segno della tramontata civiltà, si rivolge ad un passante: “Scusi, potrebbe indicarmi dove sono le vecchie rovine?” Il passante risponde: “Guardi, lei si sbaglia, qui da noi ci sono soltanto rovine nuove”.


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