Nell’anno 358 la Madonna apparve in sogno a Papa Liberio e gli chiese di costruire una chiesa a Lei dedicata. Quella stessa mattina nevicò proprio sul luogo dove ora sorge la Basilica di Santa Maria Maggiore: era il 5 agosto. Il Papa si affrettò a riconoscere il miracolo e senza indugio fece costruire la basilica sul luogo indicato dalla miracolosa neve.
Proviamo ora a immaginare cosa accadrebbe oggi.
5 agosto. Strano fenomeno su un’altura romana. Pare che durante la notte sia caduta neve fuori stagione.
9 agosto. Il Vaticano invia, in incognito, un meteorologo dell’Accademia Pontificia delle Scienze a investigare con discrezione il fenomeno. Bisogna ad ogni costo evitare qualsiasi mossa che faccia presumere un avallo da parte della Santa Sede. Sul posto non si vede niente perché la neve si è sciolta da tempo. Il meteorologo riferisce quanto ha visto, cioè niente, e se ne torna nel suo meteorologico ufficio.
25 settembre. Un giornalista pubblica un “instant book” basato sulle interviste a testimoni oculari del fenomeno.
29 settembre. Un AAPP (Altissimo Prelato) ordina la messa all’Indice del libro, poi si ricorda che l’Indice è stato abolito e si rimangia l’ordine.
27 ottobre. La Santa Sede finalmente si pronuncia sul fenomeno dichiarando che “non constat de supernaturalitate”.
8 dicembre. Monsignor Farisìo Ravanante, conduttore della rubrica RAI “Il Vangelo spiegato da chi ha autorità”, scrive su Repubblica che occorre “tornare al Vangelo”, quello autentico, spiegato da chi ha autorità (lui, appunto), e non prestare fede alle chiacchiere di donnàcole ignoranti che credono di vedere la neve dove non c’è o di ricevere visite da personaggi celesti che detterebbero loro fantasiose ricostruzioni della storia sacra, le quali suscitano “un moto di repulsione sia per le integrazioni ‘storiche’ e le presunte precisazioni relative al racconto evangelico, sia perché dando credito ad esse s’antepone all’unica Rivelazione pubblica quella – supposto che sia autentica – puramente e solamente privata”. L’articolo di fondo dello stesso numero di Repubblica nota con soddisfazione che l’atteggiamento costruttivo e dialogante della gerarchia ecclesiastica, attento alle esigenze della scientifica scienza e della moderna modernità, fa sperare in un Tevere più largo e forse felicemente invalicabile.
14 dicembre. Viene firmato il contratto per la costruzione, sul luogo della cosiddetta “nevicata fuori stagione”, di un gigantesco garage a dieci piani sotterranei più altri dieci sopraterra.
18 dicembre. Fra’ Fulgenzio della Grazia, al secolo Faccendino Arrampiconi, laureato alla Bocconi, che ha condotto le trattative con la società costruttrice del garage, comunica in una conferenza stampa che la Santa Sede, sempre attenta alle istanze sociali, ha voluto contribuire alla soluzione dei problemi di traffico della Città Eterna. Aggiunge che, per il sollievo dei fratelli zingari che usavano bivaccare nella zona, e in spirito di caritatevole condivisone, saranno loro concessi, a spese della cittadinanza festante, dieci parcheggi gratis nella megastruttura.
20 dicembre. Si nota uno strano silenzio nel quartiere, privo di decorazioni natalizie, e dove da qualche mese è iniziato l’esodo della popolazione, una notevole parte della quale ha cominciato a convertirsi al buddismo.
Conclusione. La Chiesa procede sempre, in casi del genere, coi piedi di piombo. Attenzione però: coi piedi di piombo non si vola e si rischia di venire trascinati in basso, dove i demoni stanno in paziente attesa coi forconi arroventati.
EMILIO BIAGINI
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