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La lettura della pretesa “rivelazione” di don Guido Bortoluzzi non edifica per nulla, non solleva l’anima, anzi è molto deprimente e brutalmente materialistica, e anche se, per assurdo, fosse “vera” avrebbe valore solo aridamente “conoscitivo”, mentre la lettura della Valtorta allarga il cuore e ravviva la fede.

Bortoluzzi propone un meccanismo di origine delle specie attraverso un complicato sistema di uteri in affitto fra esseri umani e subumani, i cosiddetti “ancestri”. Questo strano inghippo non è verificabile in alcun modo, per cui non ha valore scientifico ed è inutilizzabile anche dal lato filosofico e teologico, restando a tutti gli effetti una semplice illazione campata in aria.

Lo sviluppo del sistema solare e della Terra e in particolare l’origine della Luna, come presentati dal Bortoluzzi, appaiono conformi a teorie del tutto superate, risultato di letture scientifiche attardate, addirittura ottocentesche. Infatti don Bortoluzzi leggeva moltissima scienza, a quanto pare di qualità non eccelsa, e qualche volta, per sua confessione, trascurava il breviario. Ne risulta una “scienza”, esposta in modo esilarante anche in filmati in internet dalla stessa Renza Giacobbi, dove si può ammirare, fra altre amenità, un pianeta Terrea a forma di pera: un pastrocchio che quanto a serietà scientifica, si colloca fra Archimede Pitagorico e Paperoga.

La cosiddetta “Donna” purissima che, nella “rivelazione” bortoluzziana, sarebbe la pretesa “madre dei figli di Dio”, risulterebbe, se vera, di tale importanza che avrebbe dovuto in qualche modo essere almeno adombrata nella Sacra Scrittura o nella Tradizione, mentre non ve n’è la minima traccia. La “Eva”, “madre dei figli degli uomini” sarebbe invece un “ancestro” subumano. Adamo avrebbe generato due discendenze diverse, la buona dalla “Donna” purissima che avrebbe partorito Set, la cattiva da “Eva”, madre di Caino. Le due linee si sarebbero poi ibridate, inquinando la linea “pura”.

Il peccato diventa quindi una semplice questione genetica: dove va a finire la responsabilità? E il libero arbitrio? Si apre la porta ad un relativismo morale distruttivo, graditissimo al Maligno. Eva e il serpente si confondono in un unico essere, mentre la Genesi ne parla esplicitamente ed inequivocabilmente come di due esseri del tutto distinti: diretta, gravissima, insanabile contraddizione con la Sacra Scrittura (e con la rivelazione a Maria Valtorta). Il serpente non c’è più, scompare il diavolo, che pertanto sarebbe del tutto “innocente” del peccato originale. Ma cosa conviene al nostro nemico mortale? Proprio nascondersi e far dimenticare la propria esistenza, perché così opera meglio.

La curatrice del libro, Renza Giacobbi, in un’appendice di Genesi biblica, si sforza di spiegare la divergenza dalla rivelazione a Maria Valtorta, contenuta nel primo volume de L’Evangelo come mi è stato rivelato (e pienamente in accordo con quella della Genesi), dicendo che i tempi non sarebbero stati maturi per una “rivelazione” più “esatta”; ma qui non si tratta di semplice esplicitazione di simboli, ma di contraddizioni dirette ed insanabili.

Né vale invocare, come fa la Giacobbi, la mancata conoscenza del DNA prima del Bortoluzzi. Se nella pretesa “rivelazione” a quest’ultimo ci fosse qualcosa di vero, la Rivelazione autentica avrebbe dovuto dire almeno che Caino e Abele erano figli di madri differenti. Ovviamente non era così, ma se, per assurdo, il fatto fosse vero, non vi sarebbe stata alcuna difficoltà a comprendere un simile semplicissimo concetto anche all’epoca di Mosè, senza tirare in ballo il DNA.

La pretesa “rivelazione” al Bortoluzzi puzza decisamente di zolfo, come si vede anche dalla demagogica “captatio benevolentiae” nei confronti delle femministe. Chiunque abbia familiarità con Maria Valtorta, e con il modo in cui la sua Opera viene accolta, sa che alle femministe la grande veggente non piace affatto. Il testo valtortiano, infatti, confermando in pieno, come sempre, il racconto biblico, sottolinea la gravissima colpa di Eva, maggiore di quella di Adamo. Ora, magicamente, il Bortoluzzi, dopo aver fatto sparire il diavolo, fa sparire anche la donna: tutto il male si concentra in un povero essere subumano, l’“ancestro” di nome Eva, che non è però né il diavolo né la “Donna” purissima. Le femministe possono far festa, i satanisti pure.

Inoltre, questa demagogia, voluta o implicita non importa, serve egregiamente ad anestetizzare le coscienze: se il male si riduce a una tara genetica, la contrizione per i peccati non ha più senso. Non basta: nel delirio del Bortoluzzi, Dio non sembra l’Essere onnipotente capace di creare l’uomo dal fango, ma una specie di allevatore che giocherella con gameti e uteri in affitto.

In un colpo solo, peccato originale, diavolo, responsabilità di Eva, onnipotenza divina, tutto quanto viene cancellato e sostituito da una danza di ibridazioni andate a male tra esseri umani e subumani, nanerottoli con le orecchie a punta e la lingua rossa in fuori, i ridicoli “ancestri” della cui esistenza sappiamo solo attraverso la vispa penna del Bortoluzzi.

Questo non significa che don Bortoluzzi volesse coscientemente demolire il Cristianesimo, né che lo vogliano i suoi sprovveduti corifei, né tanto meno che lo volessero gli illustri personaggi che avrebbero “profetizzato” la sua futura “rivelazione”. Solo che i doni dello Spirito Santo sono vari e non tutti hanno il discernimento degli spiriti, per cui non sono affatto al sicuro dagli inganni del demonio. Anche la presunta visita al Bortoluzzi di Theresa Neumann “in bilocazione” (sic) potrebbe essere stata un inganno del genere, dato che il diavolo ha già dimostrato di poter prendere le sembianze di chiunque, perfino della Madonna, com’è avvenuto una volta davanti ad una veggente di Medjugorje.

Ad essere indulgenti, don Bortoluzzi era un tipo molto ingenuo e incauto, come dimostra la sua tendenza a comunicare immediatamente le “visioni” che gli si presentavano, addirittura dal pulpito, senza averle prima meditate e senza averne parlato prima, in camera charitatis, col suo confessore e con il suo vescovo.

Tutto l’opposto di quanto faceva Maria Valtorta, che di volta in volta sottoponeva ogni dettato e visione al suo direttore spirituale, obbediva in tutto e per tutto anche se indegnamente perseguitata dalla gerarchia ecclesiastica, dubitava umilmente di se stessa ed aveva una paura continua che le rivelazioni ricevute fossero inganni del diavolo.

Il “caso Bortoluzzi” è particolarmente preoccupante, in quanto è in atto una vera e propria campagna per promuoverne le deliranti eresie (ecco i “falsi profeti” del Vangelo), come testimonia la pletora di siti internet che se ne occupano. Vi è anche un sito ufficiale <http://genesibiblica.eu/index.html> che minacciosamente avverte: “ci sono siti Internet che hanno come riferimento “Genesi Biblica” e persone non autorizzate scrivono, impropriamente, messaggi alterati sul contenuto vero della rivelazione ricevuta da don Guido Bortoluzzi. Precisiamo che a nessuno è stato dato mandato o autorizzazione a trasmettere informazioni di qualunque natura a nome nostro.” E poi vi è una costosa mostra a Montecarlo con quadri ispirati a “Genesi biblica”, e un nuovo libro che pretende di associare il Bortoluzzi con personaggi di ben altro livello, come Santa Faustina Kowalska e Maria Valtorta (Meneghello & Priuli 2015).

Disturba, in quest’ultimo libro, appena aperto, il tono esaltato con cui i due autori si presentano: “Nel nostro percorso di fede, Gesù ci ha fatto scrivere un libro autobiografico che racconta le nostre semplici vite, ma testimoniando la nostra fede con coraggio. Molti che l’hanno letto hanno rafforzato la loro fede in Gesù. Ciò significa che l’autore del libro non siamo noi ma è Lui con la sua Misericordia che ci ha ispirato e guidato.” (sic, p. 5).

Attenzione: lo stesso San Tommaso D’Aquino dubitava tanto di se stesso da porre i suoi scritti sull’altare in attesa di un segno che li confermasse. Costoro scrivono una propria autobiografia e modestamente affermano che è stata loro ispirata da Dio in persona. Non basta: “il Signore” ha dato loro “l’ispirazione” di scrivere il libro che contamina la Valtorta con il Bortoluzzi, ed ha pure fornito “l’ispirazione per il titolo del libro, confermata più volte nei giorni seguenti” (ibidem). E non basta ancora: Meneghello & Priuli categoricamente dichiarano: “crediamo che lo Spirito Santo ci abbia aiutato in questo compito” (sic, p. 6). Beati loro che hanno questo filo diretto col Padreterno, che solo pochissimi dei più grandi santi hanno avuto e che, quando l’avevano, temevano sempre di ingannarsi e, vuoi per i salutari dubbi che li tormentavano, vuoi per santa umiltà, dato che erano santi sul serio, si guardavano bene da sbandierarlo.

Spiacente, ma lo Spirito Santo doveva essere impegnato altrove, perché il libro è tutto sbagliato, a cominciare dal titolo. Attraverso Santa Faustina Kowalska, Dio non si è tanto preoccupato di “spiegare la Bibbia”, come pretendono gli autori, quanto di dare una rivelazione strettamente devozionale, per spingerci alla salutare devozione alla Sua Divina Misericordia. Negli Scritti valtortiani, invece, vi sono autentiche e diffuse spiegazioni sui Vangeli ed altre parti della Bibbia, ma è intollerabilmente forzato il continuo tentativo dei due “ispirati” autori di collegare artificiosamente la Valtorta al delirio ereticale del Bortoluzzi, insinuando che certe cose sarebbero spiegate “meglio” da quest’ultimo.

Occorre non stancarsi di sottolineare l’assoluta estraneità fra la grande veggente de L’Evangelo come mi è stato rivelato e lo pseudo veggente di Genesi biblica. Volerli collegare in qualche modo in quello che Meneghello & Priuli pretendono essere un unico disegno “provvidenziale” significa screditare la Valtorta e dare al Bortoluzzi un’immeritata verniciatura di credibilità. I lettori creduloni accetteranno più facilmente Bortoluzzi pensando che “se è sulla stessa linea della Valtorta vuol dire che dice il vero”. I lettori sospettosi penseranno invece: “se la Valtorta è sulla stessa linea di Bortoluzzi vuol dire che anche lei è un’impostora o una illusa.” In entrambi i casi sarà Belzebù a far festa a spese della stupidità umana.

Sul piano stilistico, il volume di Meneghello & Priuli è di quelli redatti “a copia e incolla”, il testo essendo formato quasi esclusivamente da brani degli autori esaminati, con l’intercalazione di brevi commenti del tutto banali e insignificanti, che per lo più ripetono quanto già contenuto nei brani dei vari autori. La biografia della Valtorta vi è molto lacunosa e superficiale, e contiene l’inesatta affermazione secondo cui il romanzo autobiografico della veggente, Il cuore di una donna, sarebbe rimasto incompleto. No, fu bruciato per ordine del Divino Maestro, il quale voleva che la veggente venisse ricordata solo nella sua qualità di scrittrice sacra, ed ella, pur con dolore, obbedì come sempre.

Il terzo “veggente” che incontriamo in Meneghello & Priuli è proprio il Bortoluzzi che, per i suoi insigni meriti, abbiamo già osannato sopra. Ad ulteriore edificazione degli estimatori del Bortoluzzi, è il caso di aggiungere solo pochi commenti dei sullodati autori: “la rivelazione non è finita con l’ultimo apostolo” (sic, p. 156; nella nostra ingenuità credevamo che le rivelazioni private fossero solo commenti e approfondimenti dell’unica e perfetta Rivelazione, invece sembra che dobbiamo attenderci chissà quali mirabolanti novità); “Dio, nella Sua Misericordia, dopo aver epurato con selezioni di vario tipo l’umanità da quei rami di ominidi più corrotti e irrecuperabili (…) ha voluto recuperare anche ciò che era inesorabilmente perduto, lo Spirito, inviandoci Gesù”, il quale ci ha dato la Vita “trasfondendoci il Suo Sangue” (sic, p. 159). La Redenzione è dunque il recupero della perfezione genetica tramite trasfusione di sangue. Inutile aggiungere altre perle a questa collana di amenità, già abbastanza lunga, ma a chi voglia farsi ancora quattro risate si raccomanda la spettacolosa illustrazione diagrammatica delle “altezze dell’uomo come Figlio di Dio”, dalla “grande visione” di don Guido Bortoluzzi del 15 agosto 1972 (p. 164).

 Bortoluzzi Altezze delluomo

Ad ulteriore sollazzo dei lettori, proponiamo l’accattivante immagine di Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre che ci viene offerta dalle esilaranti “rivelazioni” bortoluzziane. Se qualcuno avesse dubbi sull’identificazione dei personaggi, sappia che Adamo è il roseo (o forse rossiccio) giovanotto sulla sinistra, mentre l’affascinante Eva si trova sulla destra. Il braccio teso di Adamo indica forse che non gradisce gli approcci della conturbante “ancestra”.

IMG 3553 copia 2 

Ebbene sì, confessiamo di aver “piratato” l’immagine di cui sopra da un video (assolutamente esilarante) ambientato nella mostra di Montecarlo. Restiamo a disposizione dell’autore (a noi sconosciuto) del dipinto per la regolazione dei diritti d’autore, anche se riteniamo che, vista la qualità della sua opera, farebbe forse bene a restare anonimo.

Tornando al libro di Meneghello & Priuli, notiamo che esso si conclude con un quarto personaggio, don Stefano Gobbi, che avrebbe ricevuto alcuni messaggi della Santissima Vergine. Anche in questo caso, “spiegazione della Bibbia” è un termine improprio. Si tratta di una rivelazione, se autentica, piuttosto di carattere profetico, non senza divergenze dalla Valtorta, secondo la quale la Bestia apocalittica sarebbe il potere, mentre il Dragone sarebbe la falsa scienza. Per il Gobbi, invece, la Bestia è la massoneria, il Dragone il comunismo. La discrepanza potrebbe essere più apparente che reale: la massoneria è potere, quindi abbiamo due facce della medesima forza anticristiana; inoltre il comunismo, con la sua pretesa “scientificità” basata sul materialismo storico, è in fondo un aspetto della falsa scienza nemica del cristianesimo.

Più difficile è comprendere la confusa affermazione del Gobbi secondo cui “Lucifero, il serpente antico, il diavolo o Satana, il dragone rosso diventa, in questi ultimi tempi, l’anticristo” (p. 176), mentre secondo la rivelazione ricevuta dalla Valtorta, l’anticristo è distinto dal diavolo, e sarà invece un grande uomo di Chiesa divenuto apostata. Ancora più strana l’attenzione riservata all’anno 1998, intorno al quale “la massoneria, aiutata da quella ecclesiastica, riuscirà nel suo grande intento: costruire un idolo da mettere al posto di Cristo e della Sua Chiesa” (p. 177); ma la data fatidica è trascorsa da un pezzo e di quest’idolo non si sa ancora nulla. Se ciò fosse vero, è sicuramente meglio così; speriamo che l’idolo resti nascosto il più a lungo possibile, e soprattutto che non abbia una faccia da “ancestro”..

Sulla rivelazione ricevuta dal Gobbi pesano quindi taluni dubbi e interrogativi, senza che si possa dare una valutazione sicura in un senso o nell’altro. Non contiene comunque assurdità ridicole e palesi contraddizioni col Magistero della Chiesa, quali invece abbondano nelle fantasiose divagazioni del Bortoluzzi.

In conclusione, Dio spiega la Bibbia è un libro fatto apposta per confondere le idee, mescolando autentiche esperienze mistiche riconosciute dalla Chiesa (Santa Faustina Kowalska) o comunque sempre meno contrastate (Maria Valtorta) ad altre incerte o francamente assurde ed eretiche, con aperte ed insanabili contraddizioni fra una “rivelazione” e l’altra, come pure fra una “rivelazione” e la Verità canonica garantita dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione. Il tutto, a dispetto di assurdità e contraddizioni, viene presentato come fosse in perfetto e serafico accordo, e così voluto da Dio in persona, garanti gli autori “ispirati” dall’alto a raffazzonare, per nostra edificazione, questa indigeribile brodaglia.

EMILIO & MARIA ANTONIETTA BIAGINI


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