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Abbiamo deciso di premiare con opportuni segni del nostro apprezzamento le opere letterarie e cinematografiche che hanno attratto il nostro interesse. Questa rubrica viene aggiornata quando ci pare e il nostro giudizio è inappellabile.

I TRIGOTTI

And the winner is …….

Ben meritevole della triplice aquila d’oro, ecco a voi:

RINO CAMMILLERI (2020) Tutti i giorni con Maria: calendario delle apparizioni, Milano, Ares, € 19,90.

Questa è una monumentale opera di documentazione sulle apparizioni di Maria Santissima, frutto di vaste e lunghe ricerche, piena non solo di grande erudizione ma (cosa rara al giorno d’oggi) anche di sano buonsenso. Già il titolo è estremamente suggestivo: Maria è sempre con noi, tutti i giorni, come Cristo che promise, alla chiusa del Vangelo di Matteo: “Ed ecco, Io sono con voi fino alla fine del mondo”. La Madre di Dio è così perfettamente conformata a Cristo che, nel 1980, a Mellerey, in Irlanda, si videro le sue sembianze mutarsi in quelle del Figlio. La Santissima Vergine appare più spesso e più a lungo quanto più l’umanità si allontana da Dio. I veggenti ai quali la Madonna appare diventano suoi messaggeri, incaricati di trasmettere la volontà di Lei, che quasi sempre consiste in materni richiami alla penitenza e all’espiazione dei peccati.

Non è un caso che la Madonna prediliga come suoi ambasciatori, dei pastori, e ancor più frequentemente, delle pastorelle, giovanissime, spesso sordomute dalla nascita, che vengono istantaneamente guarite, creature semplici e umili alle quali è dato attingere alla Sapienza, negata invece ai superciliosi monsignori pieni di scienza e di dubbi, i quali osano affermare che le rivelazioni di tal genere, anche se per caso riconosciute, la Chiesa non le fa proprie, ma riguarderebbero solo chi le ha ricevute: un’autentica bestemmia dettata da invidia e orgoglio (“Perché ha parlato a quella piccola stracciona e non a me?”). Da ciò si comprende come non sono i grandi a misurare in piccoli e gli umili, ma i piccoli e umili a misurare i grandi.

E a questo proposito è opportuno ricordare le numerosissime apparizioni e i messaggi da parte di Cristo, della Madonna e di altri personaggi celesti, ricevuti dalla grande veggente Maria Valtorta, che i chierici, forse per andar meglio incontro al cadavere putrefatto del mondo, sotto il pontificato di Roncalli, si compiacquero di mettere all’Indice e di insultare la veggente come autrice di una “vita di Cristo malamente romanzata”. Poco noto è il fatto che fu proprio la Valtorta, su richiesta clericale, a permettere di sbloccare la causa di beatificazione di Anna Caterina Emmerick, distinguendo ciò che vi era di vero nelle rivelazioni della veggente tedesca da ciò che era stato contraffatto dall’errata trascrizione di Clemens Brentano, confrontando naturalmente le visioni adulterate della Emmerick con le proprie. Le rivelazioni valtortiane furono dunque accettate anche dai chierici come pietra di paragone. Essi insistettero pure perché la Valtorta rivelasse il luogo della sepoltura di San Pietro, ma la veggente non poté soddisfarli perché, come le disse il Divino Maestro, gli uomini di Chiesa non lo meritavano, e se ci fosse stata una falsa identificazione della tomba del Principe degli Apostoli in Vaticano (come in effetti avvenne), sarebbe stato un sacrilegio. La Valtorta non era popolare presso i chierici: troppi rimproveri al clero, dunque niente causa di beatificazione. Per una rassegna delle apparizioni valtortiane, vedi il mio Maria Valtorta: la testimone della vita di Cristo (Isola del Liri, CEV).

Ineccepibile, sul piano del metodo, il rifiuto, da parte dell’autore, dello stile modernista caro ai chierici, che trattano con le pinze le origini dei santuari, sempre qualificate come “leggendarie”, forse per timore delle critiche di laicisti e massoni. Particolarmente acuta è l’osservazione dell’autore riguardo alla gesuitica distinzione, divenuta di moda con l’ultimo Concilio, fra errore ed errante, fra peccato e peccatore: osserva giustamente Rino Cammilleri che errore e peccato sono astrazioni e non si possono contrastare senza contrastare erranti e peccatori.

La Santissima Vergine sa sempre dove va collocato un nuovo santuario a Lei dedicato. Lascia un’icona, o una statua, e quando gli uomini spostano il simulacro per dargli quello che pensano sia la collocazione più idonea, l’immagine scompare e ritorna al luogo originario dell’apparizione. Sembra che dica: “Dovete onorarmi qui, dove vi indico io, non dove pare a voi. Il libro ne elenca ben 43 casi documentati, 25 dei quali avvenuti in Italia. Spettacoloso ad esempio il sistematico ritorno al luogo dell’apparizione della Madonna di Montallegro, sul Mons Laetus di Rapallo, che scomparve perfino da una nave in alto mare per ricollocarsi nel proprio santuario sul monte. E la miracolosa statua della Madonna della Fortuna, conservata a Genova nella Chiesa parrocchiale dei Santi Vittore e Carlo, in Via Balbi, mentre gli operai si apprestavano a collocarla nell’alta nicchia sopra l’altare, si librò da sola e si collocò miracolosamente al suo posto dove tuttora si trova.

A volte la sapienza tecnica umana scelse un posto per la costruzione di un santuario e accumulò i materiali per dare inizio all’opera, e un’altra ben più elevata Sapienza ordinò lo spostamento dei materiali stessi al luogo designato dal cielo, come ad esempio per Nostra Signora di Ziteil, e nel caso della miracolosa Madonna della Foppa, in cui si videro all’opera di trasloco dei materiali secondo i voleri superni perfino le formiche. Molti spostamenti miracolosi ebbero luogo per sottrarre sacre icone, e anche la Santa Casa di Nazareth, alle profanazioni dei turchi infedeli. Con profonda pena si deve qui registrare il tentativo di offrire un’assurda spiegazione materialista al trasporto della Santa Casa per mezzi puramente umani, spiegazione peraltro avvallata da taluni chierici più ansiosi dell’applauso mondano che del giudizio di Dio.

Questo libro, con una impressionante serie di esempi, ci mostra invece la Santissima Sovrana dell’Universo immersa nei miracoli, irraggiante luce e protezione soprannaturale. Aspetto essenziale delle apparizioni mariane è quello taumaturgico. A tutti è nota la vicenda di Lourdes, ma guarigioni strepitose, addirittura con ricrescita di arti tagliati abbondano, né mancano casi spettacolari di resurrezione. Dinanzi alle Sue immagini, colate di lava si arrestano, spaventose epidemie cessano (senza bisogno di vaccini e di museruole), disastri della siccità vengono scongiurati (oggi darebbero luogo ad alti lai sul “riscaldamento globale” e decreti contro l’anidride carbonica), bombardamenti e incendi devastano tutt’intorno ma lasciano intatta una fragile icona. Grazie al Suo soccorso, innocenti sono stati miracolosamente salvati quando erano ormai al di là di ogni aiuto umano, intere zone sono state miracolosamente preservate da serpenti velenosi (come Madhu nell’isola di Ceylon, pp. 598-599). Non solo malati e pericolanti nel corpo, ma anche sofferenti nello spirito hanno trovato guarigione e salvezza grazie alla Santissima Vergine, come si vide nel caso del minorato mentale Sebastiano Descalzo, miracolosamente guarito a Chiavari dalla Madonna dell’Orto (pp. 386-387).

Assolutamente commovente il miracolo della Madonna di San Giovanni Valdarno, cittadina toscana che era stata decimata dalla peste nel 1474. “A un bimbo di tre mesi, Lorenzo, rimase solo la nonna paterna, monna Tancia. Temendo il contagio, nessuna nutrice voleva allattarlo. La donna, disperata, si rivolse alla Madonna col Bambino, dipinta sulla porta della cittadina, poi tornò a casa e si mise a letto col piccolo. Si svegliò perché Lorenzo stava poppando al suo seno, che produceva miracolosamente latte.” (p. 715).

Più di una volta la Madonna si fece guerriera per ricacciare e sconfiggere infedeli e pagani. Come dice il popolare inno polacco alla Madonna di Czestochowa, Regina della Polonia: “Tu hai disposto il tuo popolo in armi. Hai spezzato le forze dell’islam. Hai umiliato i turchi presuntuosi. Ci hai riparato sotto il tuo mantello. Difendi, Vergine potente, il tuo regno. Non dimenticare che sei la nostra Regina”. La santissima Sovrana dell’Universo salvò la Santa Madre Russia dai tartari islamici (Madonna Vladimirskaya), e i cattolici portoghesi assediati a Forte Deus, in India, da soverchianti truppe musulmane, favorì la liberazione della Sicilia dagli islamici e l’opera dei Conquistadores che rese possibile l’evangelizzazione della Americhe: tutte cose estremamente sgradite a protestanti, laicisti, satanisti, “cattolici adulti”, ed altri devoti di Belzebù, per cui la lotta è tutt’altro che conclusa e la presenza della Madonna tanto più necessaria.

Con l’aiuto di Lei il nemico poté sempre essere sconfitto anche con forze molto inferiori. E ne abbiamo un esempio proprio sotto casa. Nel 1625 i soliti Savoia invasero la Repubblica di Genova con forze soverchianti, ma il prete Giovanni Lucchini riferì ai difensori di aver avuto, in sogno, la garanzia, della protezione della Santa Vergine, e 80 genovesi riuscirono a resistere sul passo dei Giovi per un giorno intero contro 7.000 savoiardi, fino all’arrivo di rinforzi che sbaragliarono gli invasori (p. 248). Durante l’assedio francese di Napoli, nel 1528, la città era alla fame e devastata dalla peste; grazie a preghiere e processioni, gli assediati ottennero la grazia: Andrea Doria indusse la Repubblica di Genova ad abbandonare l’alleanza con la Francia e ad allearsi con la Spagna e i genovesi tolsero il blocco navale; poi la peste dilagò tra i francesi che furono costretti ad arrendersi (p. 332).

Non solo nei grandi conflitti, ma anche per una sola creatura umana la Vergine intervenne a combattere. Nel 1336, a Bra, all’imbrunire, una giovane sposa in avanzato stato di gravidanza, Egidia Mathis, fu aggredita da due mercenari di una compagnia di ventura che volevano usarle violenza. La poveretta si attaccò ad un pilone che recava un’immagine della Madonna. “All’improvviso un lampo di luce partì dall’immagine e abbagliò i due malintenzionati, terrorizzandoli e mettendoli in fuga. Subito apparve la Madonna, che consolò la giovane. Quest’ultima, per l’emozione, partorì ai piedi del piloncino (pare sia stata assistita dalla Madonna stessa). Poi, preso il neonato, andò in città a chiedere aiuto. Accorse gente e, miracolo, ebbe conferma del racconto della Mathis: attorno all’edicola i fitti cespugli selvatici si erano ricoperti di fiori bianchi, malgrado la stagione molto rigida. Da allora la straordinaria fioritura fuori stagione si è ripetuta ogni anno. Ed è dal Settecento che gli scienziati studiano il fatto, gli arbusti, il terreno, l’esposizione. Niente, il fenomeno rimane inspiegabile. Solo una fioritura invernale non si verificò nel dicembre del 1887. I fiori apparvero il 20 febbraio successivo e si seppe poi che nelle stesse ore era stato eletto papa Leone XIII. Fioriture più lunghe del solito si sono registrate durante le ostensioni della Sindone.” (pp. 725-726).

Assai significativa è l’opera educativa delle apparizioni mariane. Il caso delle opere d’arte compiute senza intervento di mani umane indica come la fonte della vera ispirazione artistica non è merito dell’uomo, ma è una grazia divina. Essere favoriti da tali miracoli è un potentissimo incoraggiamento a perseverare sulla via del bene. Un caso fra i tanti è quello della Madonna degli Abbandonati a Valencia. “Nel 1409 il padre Mercedario Juan Gilberto Jofré aprì una casa per orfanelli e piccoli abbandonati, cui nel 1414 unì anche i malati di mente. La intitolò alla Vergine, ma serviva un’immagine della stessa e non c’erano soldi per pagare lo scultore. Un giorno arrivarono tre bellissimi giovani, chiesero ricovero e in cambio si offrirono di eseguire loro il lavoro. Unica condizione: non dovevano essere disturbati per nessun motivo. Dopo tre giorni di lavoro a porte chiuse, però, sparirono d’incanto. Si dovette forzare il battente per entrare nella stanza che avevano occupato. Una volta dentro, meraviglia: l’opera era lì, finita, e stava da sola in una stanza vuota chiusa dall’interno. La stupenda statua che i tre sconosciuti avevano lasciato guarì subito la moglie di un membro della confraternita addetta alla casa: la donna era paralizzata e cieca.” (p. 229).

Le lacrime, anche sanguinose, versate in moltissime apparizioni, sono potenti indizi della preoccupazione della Vergine per la salute delle anime ed implicite esortazioni alla conversione, spesso anche esplicitate verbalmente e visivamente ai veggenti, come nella terza apparizione di Fatima, quando la Madonna mostrò ai tre pastorelli “uno squarcio dell’inferno e tutti quelli che vi precipitavano” (p. 414). Il movimento degli occhi di quadri rappresentanti la Madonna segnalarono l’approssimarsi di sciagure, come in occasione dell’invasione napoleonica dell’Italia, quando i casi di movimenti oculari in tutta la penisola ammontarono a centinaia.

Al tempo della Rivoluzione americana, la Madonna apparve a George Washington a Valley Forge il 4 luglio, proprio il giorno che sarebbe divenuto festa nazionale. Il generale aveva dato ordine di non essere disturbato, “quando, alzando gli occhi (…) vide davanti a sé una bellissima dama. Poiché aveva dato ordine di non essere disturbato, chiese alla donna come fosse entrata. Lo ripeté diverse volte, invano, poi sentì la lingua paralizzarsi col resto del corpo, mentre la stanza veniva invasa da una luce misteriosa. Tutto svanì tranne la bellissima dama che, tendendo le braccia, gli disse di guardare. Il generale vide le nazioni, poi l’Atlantico e qualcosa di orrendo che vi si librava sopra.” (p. 392). Washington era protestante e massone, e l’autore confessa che non si sa come spiegare questa apparizione. Personalmente ritengo che la si potrebbe considerare un ammonimento, alla soglia dell’era delle rivoluzioni, sulla piega satanica che la storia umana stava prendendo, e di cui la Rivoluzione americana rappresentava il primo passo.

Di particolare importanza educativa sono le apparizioni di Amsterdam. Apparendo in tale città il 25 marzo 1945 e presentandosi come “Signora di tutti i Popoli”, o “di tutte le Nazioni” (De Vrouwe van alle Volkeren; si tenga presente che Volk, in olandese come in tedesco, significa piuttosto “nazione” che genericamente “popolo”), la Madonna ha voluto indicare che le nazioni con le loro specifiche identità, sono sotto la Sua protezione, ciò che appare incompatibile con dissoluzione delle nazioni stesse in turbe informi secondo il piano mondialista. Il 4 aprile, sempre ad Amsterdam, la Madonna chiese di essere proclamata Corredentrice, richiesta che esternò anche in altre occasioni, come pure chiese, in diverse apparizioni (come ad esempio a Marienfried, in Baviera), che le si riconoscesse il titolo di Mediatrice di Tutte le Grazie (come a Lipa, nelle Filippine), tanto che, all’apertura del Concilio Vaticano II, un folto gruppo di padri conciliari chiese che l’occasione del Concilio servisse anche per proclamare come dogmi questi due titoli mariani, richiesta immediatamente rifiutata da Roncalli, forse per non turbare il mirabile dialogo con i protestanti. In un crescendo di estraniazione dalla dottrina di sempre, Bergoglio è giunto ad affermare che Maria non era che “una semplice discepola”, ciò che concorda con un’inaspettata rivalutazione della “riforma” luterana e con l’introduzione in Vaticano di un’orribile statua di Lutero.

Sarà allora opportuno ricordare una visione che non è della Madonna, ma mette bene a fuoco la questione luteranesimo/venerazione mariana. Nel 1883 la beata Suor Maria Serafina Micheli si trovava ad Eisleben, città natale di Lutero, del quale si festeggiava il quarto centenario della nascita, e cercava una chiesa cattolica per pregare e visitare il Santissimo Sacramento; ne trovò una, ma era chiusa. Si inginocchiò ugualmente sui gradini a pregare, ma le apparve l’angelo custode, che le disse: “ Alzati, perché questo è un tempio protestante. Ma ti voglio far vedere il luogo dove Martin Lutero è condannato e la pena che subisce per il suo orgoglio”. La beata vide un’orribile voragine di fuoco, in cui venivano crudelmente tormentate anime in numero incalcolabile. Al fondo della voragine c’era Martin Lutero, circondato da demoni che lo costringevano a stare in ginocchio e si sforzavano, ma invano, di conficcargli un grosso chiodo nella testa.

Purtroppo, né miracoli né visioni bastano a convertire chi si è votato al nulla, e i chierici sono in prima linea a combattere il soprannaturale, come se credervi fosse cosa vergognosa. Alla intensificata frequenza dello zelo materno nel correggere l’umanità fa da contraltare e opposizione la sempre maggiore riluttanza dei chierici a riconoscere per autentiche le apparizioni e ad obbedire alle materne esortazioni. Proviamo ad immaginare che succederebbe se uno strepitoso miracolo avvenisse oggi, ad esempio il miracolo della neve. Nell’anno 358 la Madonna apparve in sogno a Papa Liberio e gli chiese di costruire una chiesa a Lei dedicata. Quella stessa mattina nevicò proprio sul luogo dove ora sorge la Basilica di Santa Maria Maggiore: era il 5 agosto. Il Papa si affrettò a riconoscere il miracolo e senza indugio fece costruire la basilica sul luogo indicato dalla miracolosa neve. Proviamo ora a immaginare cosa accadrebbe oggi. Ecco cosa potrebbe scrivere Repubblica: 5 agosto: strano fenomeno su un’altura romana; pare che durante la notte sia caduta neve fuori stagione. 9 agosto: il Vaticano invia, in incognito, un meteorologo dell’Accademia Pontificia delle Scienze a investigare con discrezione il fenomeno; bisogna ad ogni costo evitare qualsiasi mossa che faccia presumere un avallo da parte della Santa Sede. Sul posto non si vede niente perché la neve si è sciolta da tempo. Il meteorologo riferisce quanto ha visto, cioè niente, e se ne torna nel suo ufficio. 25 settembre: un pannello di scienziati dell’Accademia Pontificia delle Scienze incolpa del fenomeno il riscaldamento globale. 27 ottobre: la Santa Sede finalmente si pronuncia sul fenomeno dichiarando che “non constat de supernaturalitate”, e Repubblica nota con soddisfazione l’atteggiamento costruttivo e dialogante della gerarchia ecclesiastica, attento alle esigenze della scientifica scienza e della moderna modernità. 20 dicembre: si nota uno strano silenzio nel quartiere, privo di decorazioni natalizie, e dove da qualche mese è iniziato l’esodo della popolazione, che in gran parte ha cominciato a convertirsi al buddismo.

EMILIO BIAGINI


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