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A Lourdes, come in molti altri luoghi dove è apparsa la Madre di Dio, sono avvenuti fatti che sfidano qualunque spiegazione scientifica. Il biologo statunitense Alexis Carrel (1935) vi si era recato da incredulo, allo scopo specifico di smascherare la “credulità” popolare. Dopo che una peritonite tubercolare all’ultimo stadio che affliggeva una donna all’intestino guarì istantaneamente sotto i suoi occhi, Carrel si convertì al Cattolicesimo. Egli racconta di aver visto il lenzuolo che posava sul ventre mostruosamente tumefatto della moribonda abbassarsi come un pallone che si sgonfia. Le successive visite mediche attestarono la completa guarigione.

 

Altrettanto istantanee e inspiegabili furono guarigioni come quella di Peter De Rudder e di Cathèrine Lapeyère. Il primo era da anni paralizzato da una frattura ad entrambi femori; le estremità dei moncherini nuotavano in grandi sacche di pus, e i medici avevano dichiarato il suo caso disperato. D’improvviso l’uomo si alzò dalla lettiga e si mise a correre. La Lapeyère soffriva di un cancro ulcerato alla lingua, e anche nel suo caso i medici avevano dichiarata vana ogni speranza: ma la terribile malattia sparì istantaneamente.

Le obiezioni correnti da parte dei negatori laicisti all’interpretazione di questi fatti come miracoli sono di due tipi. O si dice che è tutto risultato di “suggestione”, ma la suggestione può al massimo curare una malattia nervosa, mentre non si vede che effetto possa avere sulla scomparsa di pus, sulla saldatura di fratture o su malattie mortali. Oppure si dice che dev’esserci, a Lourdes, qualche “misteriosa causa naturale” che un giorno “la scienza spiegherà”.

Peccato che la miracolosa e istantanea guarigione di Peter De Rudder non sia avvenuta a Lourdes, ma in Belgio, dove il malato, assolutamente intrasportabile, era stato portato in barella ad un riproduzione della grotta di Massabielle costruita a poca distanza dal luogo in cui egli abitava. Il paralitico, fratturato, come si è detto, ad entrambi i femori, con le estremità dei moncherini che nuotavano nel pus, d’improvviso si alzò dalla barella e si mise a correre. “Ma un giorno la scienza spiegherà”, si illudono i saccenti scientisti.

Ma cosa spiegherà? Se moltissime sono le cose che non sappiamo, ce ne sono alcune che sappiamo benissimo, e in modo ormai definitivo: ad esempio che la guarigione da una grave malattia (che implichi il ripristino di grandi masse di tessuti distrutti, l’eliminazione di vaste sacche di pus, la scomparsa di un tumore all’ultimo stadio) richiede tempo.

Anche dato e non concesso che esista l’influsso di un qualche agente naturale non ancora scoperto, l’istantaneità delle guarigioni di Lourdes, sempre certificate da una commissione medica che comprende professionisti non credenti, permette di escludere categoricamente che vi possa essere una spiegazione “scientifica” in senso materialista. La reazione del potere mediatico e accademico laicista? Il più assordante e infastidito silenzio.

INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE
CARREL A. (1949) Le voyage de Lourdes, suivi de Fragments et de Méditations, Paris, Plon (trad. it. Viaggio a Lourdes, Brescia, Morcelliana, 13ª rist., 1995)


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