Come tutti i libri di favole, anche il celebre “Primavera silenziosa” di Rachel Carson, pubblicato nel 1962, e subito divenuto uno dei sacri testi dell’incipiente movimento ambientalista, inizia con “C’era una volta ……. “, e si avventura in un’idillica descrizione di un’America “dove tutte le creature sembravano vivere in armonia con l’ambiente”, e allietata dal canto di tanti uccellini. E prosegue trafiggendo con parole di fuoco l’uso dei pesticidi, e in particolare del DDT (diclorofeniltricloroetano), che avrebbe causato la morte degli uccellini e reso “silenziosa” la primavera. Come la mela offerta dalla strega a Biancaneve, nella dolcezza idillica delle descrizioni e nel tenero rimpianto per un mondo che mai più, ahimé, tornerà, si nasconde il veleno di un testo scritto col duro acciaio della guerra psicologica, irto di “messaggi subliminali, paure infantili, sensi di colpa, immagini terrificanti che diventano strumenti letterari suggestivi per manipolare il lettore e indurlo a credere acriticamente nel contenuto dei messaggi” (Gaspari, Rossi & Fiocchi 1991). Nella dedica del libro, l’autrice cita una frase del celebre medico filantropo e musicologo Albert Schweitzer (1875-1965): “L’uomo ha perso la capacità di guardare al futuro e di intervenire in anticipo. Alla fine distruggerà la Terra”, tacendo il fatto che Schweitzer si riferiva in realtà alla guerra atomica, non certo ai pesticidi, e che proprio riguardo al DDT si era espresso in modo assolutamente positivo, nella speranza che potesse servire a distruggere gli insetti nocivi. In realtà il DDT, le cui funzioni antiparassitarie furono scoperte dal chimico svizzero Paul Müller (che per tale scoperta ricevette il Premio Nobel), faceva proprio questo. La sua messa al bando nel 1972, sull’onda dell’emozione suscitata da “Primavera silenziosa”, e di “ricerche” che lo demonizzavano in ogni modo, come “inutile” (perché sarebbero comparse nuove varietà di insetti resistenti) e “pericoloso” (perché tendente a concentrarsi ai vertici della piramide alimentare), ha provocato un’immediata ripresa della malaria e dei parassiti delle piante. I raccolti di cotone, arachidi e patate, dove era stato impiegato il DDT, erano raddoppiati. Nel Pakistan ante DDT, nel 1961, si erano registrati 7 milioni di casi di malaria; dopo un’intensa campagna di irrorazione erano scesi, nel 1967, a soli 9.500; ma nel 1975, tre anni dopo la messa al bando del DDT, erano risaliti a 10 milioni. Identico andamento si riscontra in India e nello Sri Lanka. Attualmente i casi di malaria nel mondo sono dell’ordine delle centinaia di milioni, e metà della popolazione mondiale è a rischio. E gli uccelli? Nel periodo tra il 1941 e il 1961, al massimo delle irrorazioni di DDT, sono aumentati in tutto il Nord America. Quando questi dati della Audubon Society sono diventati di dominio pubblico, la strategia è cambiata: il DDT non ammazzava più gli uccelli, ma ne indeboliva il guscio delle uova. La Carson aveva citato ricerche dalle quali sarebbe risultato che quaglie giapponesi alimentate con una dieta contenente DDT non covavano le uova: un esame dello studio originale del dott. J.B. De Witt ha rivelato che non era affatto vero: vi era una differenza minima nella percentuale di covate regolari fra le quaglie che avevano assunto il DDT (80%) e quelle di controllo a cui non era stato somministrato (83,9%). Non solo, ma la Carson omise di segnalare un analogo studio del medesimo autore sui fagiani: le covate regolari avevano superato l’80% nel gruppo che aveva assunto il DDT ed erano state solo del 57% nel gruppo di controllo. Un’altra mistificazione fu quella secondo cui il DDT si sarebbe accumulato “per l’eternità” negli oceani. In realtà esso si degrada con grande rapidità: in un mese ne scompare circa il 90%, ed anche il resto si riduce ben presto a quantità infinitesimali. Si è pure tentato di dimostrare che è cancerogeno per l’uomo, senza successo. Perché dunque tanto accanimento? Per motivi politici. Un aumento troppo rapido della popolazione significherebbe una minaccia per gli equilibri politici ed economici esistenti. Un funzionario dell’Ufficio per il controllo della popolazione del Dipartimento di Stato USA, agli inizi degli anni Settanta ha dichiarato: “Usando il DDT abbiamo commesso un grave errore. La malaria, una delle malattie più diffuse al mondo è stata praticamente eliminata. In questo modo abbiamo stravolto l’equilibrio naturale. Troppi uomini sono rimasti in vita. Saremo fortunati se comparirà un virus più micidiale” (cit. in Gaspari, Rossi & Fiocchi 1991).
INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE
CARSON R. (1962) Silent spring, Boston, Houghton Mifflin
GASPARI A., ROSSI C. & FIOCCHI H.C. (1991) L’imbroglio ecologico: non ci sono limiti allo sviluppo, Roma, Vita Nova
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