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Fra circa un anno dovrebbe uscire il mio libro Maria Valtorta: la vittoria di un’anima vittima, e spero che servirà a stappare un po’ di orecchie. Oltre a passare in rassegna le opere e le prove schiaccianti ormai accumulatesi che rendono impossibile accettare un’origine umana delle opere stesse, in esso ho trattato la biografia della grande veggente, anima vittima perché offertasi al dolore per salvare le anime. Infatti soffrì atrocemente per terribili malattie per le quali avrebbe dovuto essere morta da molti anni. E soffrì pure per le insensate persecuzioni del clero che voleva negare l’origine divina dei dettati e delle visioni per sfruttare il tutto a fini commerciali: progettavano perfino di trarne dei film. Infine, per mettere a tacere un giovane sacerdote servita che supplicava a favore della Valtorta, un pezzo grosso dell’Ordine Servita (il cui nome, per carità, i documenti valtortiani tacciono) denunciò l’Opera al “Santo” Uffizio: questo è l’unico motivo per cui l’Opera stessa finì all’Indice.

Di particolare significato la confessione di Monsignor Mario Crovini, che era stato collaboratore del Cardinale Ottaviani, Segretario del Sant’Uffizio, e che quindi sapeva tante cose. Crovini disse all’editore dell’Opera, Emilio Pisani, nel 1982: “Si pentirono subito di aver messo all’Indice l’Opera della Valtorta”. Disgraziatamente non disse altro, perché purtroppo Pisani non seppe trattenere un più che comprensibile scoppio di indignazione. Comunque il prelato aveva già detto abbastanza. Dopo il pentimento, l’Indice venne significativamente subito abolito, accompagnando però l’abolizione con un tortuoso ragionamento secondo cui esso conserverebbe in qualche modo il suo valore. Altro che “il vostro parlare sia sì sì no no, tutto il resto viene dal maligno”!

Infine, vista l’insuperabile opposizione dei gerarchi ecclesiastici, il Divino Maestro ordinò a Maria Valtorta di valersi del suo diritto d’autore, pubblicando sotto il proprio nome. Il piano originario era invece che i dettati uscissero senza nome di autore, a sottolineare il fatto che non si trattave di opera umana. Per anni il demonio aveva tentato la Valtorta a pubblicare col proprio nome, fingendo di essere la vera autrice. La tentazione demoniaca cercava di far leva sul bisogno in cui versava la veggente paralizzata, e sulla frustrazione causata dalle insensate persecuzioni clericali: “Ma pubblica l’opera per conto tuo! Andrà a ruba. E tu ne avrai onore e denaro!”, diceva satana. Le persecuzioni clericali ottennero il risultato di costringere il Divino Maestro ad adottare in qualche modo il suggerimento demoniaco. Il fatto che vi sia un nome di “autrice” sulla copertina, poi, gioca a favore degli indemoniati e degli ignoranti, anche oggi, per continuare a negare l’origine divina dell’Opera, a riprova del fatto che il diavolo è intelligente e gli uomini stupidi.

Il Tesoro valtortiano, dettato dal Divino Maestro (la Valtorta non era altro che la docile penna che scriveva quello che da Lassù le veniva dettato) proprio in previsione dei tempi oscuri che si preparavano, sarebbe un sostegno potentissimo per chi desidera davvero la “riscossa cristiana”. Sia il fronte dei detrattori che quello dei sostenitori è trasversale: in ambedue militano sia “progressisti” che “tradizionalisti”, fra i quali il grande e santo Cardinale Giuseppe Siri. Più importante di queste divisioni mi sembra tuttavia il fatto di accettare o respingere il potente aiuto del Cielo offerto tramite la penna di Maria Valtorta. Il primo passo per decidere da che parte stare è solo uno: leggere finalmente quello che la grande veggente ha scritto, e leggerlo tutto, non solo L’Evangelo come mi è stato rivelato, ma anche le Lezioni sull’Epistola di Paolo ai Romani, il Libro di Azaria, i Quaderni, i Quadernetti, e quanto altro è stato pubblicato dal benemerito Centro Editoriale Valtortiano (CEV).

In questo modo, anzitutto, ci si renderà conto che non vi è alcuna pretesa di sostituire o modificare la perfetta e immutabile Rivelazione evangelica, ma solo di spiegarla, ponendo riparo a errori di interpretazione propagati e sfrutati dai nemici della Chiesa. In secondo luogo non si può che restare attoniti davanti alla sublimità dei testi, al loro potere di conversione, al terrore che ispirano ai demoni. Intere famiglie atee comuniste si sono convertite solo leggendo qualche episodio de L’Evangelo come mi è stato rivelato. Un volume del Tesoro valtortiano posto a contatto con un indemoniato durante un esorcismo provoca una reazione furibonda del demonio che urla di toglierlo perché lo brucia.

Il Tesoro valtortiano dilaga, senza nessun sostegno pubblicitario. I preziosi volumi vengono venduti in modo massivo, tradotti nelle principali lingue del pianeta, e anche in molte delle minori. L’unica volta che l’editore ha cercato di fare pubblicità su una rivista le vendite della rivista stessa sono crollate ed hanno impiegato una settimana a riprendersi. Sembrava proprio che lo Spirito Santo dicesse: “Della diffusione dell’Opera mi incarico Io”. Maria Valtorta, sublime anima vittima, è vittoriosa perché è nella verità. Nessuno riuscirà a farla tacere, perché è impossibile far tacere il suo Divino Maestro. Non vorrei proprio essere nei panni di coloro che Lo incontreranno dopo aver fatto ostruzionismo contro i Suoi divini insegnamenti.

EMILIO BIAGINI

 


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