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“Oggi, coloro che criticano la Chiesa sono tantino più cauti, tuttavia la convinzione che la Chiesa favorisca i tiranni permane, alimentata dalla sua ‘storia’ di opposizione ai partiti di sinistra e ai regimi rivoluzionari.” (p. 256).

Tutto falso.

“In realtà, è stato stupefacente fino a che punto la Chiesa [si] sia spinta per trovare un accordo con la rivoluzione francese, arrivando persino ad accettare l’eliminazione delle decime e la confisca delle proprietà ecclesiastiche. Eppure, basandosi sul proprio fanatismo nei confronti dell’ateismo ‘illuminista’, gli estremisti, che presero il controllo della rivoluzione francese, dichiararono la Chiesa un nemico e cercarono di eliminarla completamente. È credibile ipotizzare che questo abbia lasciato alla Chiesa la possibilità di scegliere se continuare o meno a sostenere la rivoluzione? In modo analogo i posteriori regimi di sinistra hanno accusato la religione e tentato di spazzarla via, come nel caso della rivoluzione russa e della guerra civile spagnola. Sembra assurdo sostenere che l’opposizione a questi brutali attacchi dimostri che la Chiesa favorisce i tiranni: si potrebbe ugualmente affermare che la Chiesa è nemica dei tiranni.” (p. 257).

“Molti nobili si recavano in Terra Santa, alcuni a piedi nudi per tutto il viaggio, perché i loro confessori avevano ordinato loro di farlo come condizione per avere l’assoluzione. Molti dei peccati coinvolti erano puramente personali, come l’assassinio della moglie o di un rivale, ma alcuni riguardavano l’abuso del loro potere. Naturalmente, di solito i confessori riuscivano a mitigare gli impulsi tirannici con penitenze meno severe di un pellegrinaggio in Terra Santa. Anzi molto spesso fungevano da coscienza che bisbigliava all’orecchio dei potenti in merito alle loro responsabilità.” (p. 263).

“Molto più eclatanti erano le azioni delle gerarchie ecclesiastiche, soprattutto del papa, per limitare il potere e le malefatte regali. Anzi, i papi si arrogavano il diritto di deporre i re. Talvolta i loro sforzi in questo senso avevano successo, talaltra no, ma la minaccia era concreta e la maggior parte dei re erano molto guardinghi sul provocare il papa. Il fatto è che la Chiesa non fu mai sotto il controllo regale e non prese mai in considerazione una comunanza di interessi. Anzi, era perfettamente a suo agio con le città-stato italiane organizzate come repubbliche. Sfortunatamente gli estremisti che vennero alla ribalta durante il cosiddetto Illuminismo e i loro rivoluzionari eredi, non riuscirono a cogliere questo aspetto, o non ne tennero conto, perché la loro intenzione era distruggere tutte le forme di religione.”

“Voltaire (1694-1778) non si oppose alla Chiesa cattolica perché si schierava con i tiranni; dopotutto era un grande amico di Federico il Grande. Voltaire si opponeva alla Chiesa perché odiava la religione. Anzi, lui e Federico erano d’accordo sul fatto che la religione sarebbe sparita all’incirca nel 1810. Tuttavia, molti altri philosophes dell’epoca consideravano la Chiesa e lo Stato un tutt’uno e li odiavano entrambi. Sosteneva il collega di Voltaire, Denis Diderot (1713-84), “L’uomo non sarà mai libero finché l’ultimo re non sarà stato strangolato con le budella dell’ultimo prete”. Era questa la prospettiva che avrebbe poi ispirato la rivoluzione francese e tutte le successive politiche di sinistra. Ma persino la posizione meno estremista di Voltaire modellò i sanguinari programmi, inaugurati dai rivoluzionari francesi quando cercarono di ‘de-cristianizzare’ la Francia.” (p. 264).

“È particolarmente significativo che i filosofi non furono perseguitati dalla Chiesa cattolica (anche se Rousseau fu minacciato dai protestanti di Ginevra). I loro scritti erano ampiamente disponibili in edizioni poco costose e senza alcuna interferenza da parte della Chiesa. E tutti morirono di morte naturale. Il punto è che i filosofi non reagivano ad attacchi da parte della Chiesa, ma semmai erano loro ad attaccare e definire la religione un nemico.” (p. 266).

“È “assurdo sostenere che la Chiesa si oppose alla rivoluzione francese, dal momento che accettò la perdita delle decime e la confisca delle sue proprietà. (…) furono i rivoluzionari ad avere tutta la responsabilità di dare inizio al conflitto con la Chiesa (…) dopo la rivoluzione francese, sostenere che la Chiesa sia un baluardo in difesa della tirannia è diventato un articolo di fede della sinistra.” (p. 271).

Nell’Unione Sovietica si ebbero “le più spietate atrocità contro preti, monaci e monache inchiodate sulle porte centrali delle iconostasi, gettati in calderoni di catrame bollente, scotennati, strangolati con stole sacerdotali, annegati in buchi nel ghiaccio e costretti a ricevere una sorta di comunione sotto forma di piombo fuso. I massacri di massa non erano limitati preti, monaci e monache. Vennero massacrati anche milioni di fedeli laici. (…) le uccisioni e le carcerazioni non furono concentrate nei primi anni della rivoluzione. Persino negli anni ’60 e ’70 gli assassini continuarono a decine di migliaia di persone vennero deportate nell’immensa catena di campi di prigionia, i gulag. Tutto sommato, il numero (…) di russi giustiziati per la loro religione è ora stimato oltre i venti milioni.” (p. 274).

In Spagna, “Franco non iniziò il conflitto con la repubblica: intervenne in risposta a provocazioni estreme, compresi continui episodi di violenza di stampo radicale che il governo rifiutava di tenere sotto controllo. Alla Chiesa i repubblicani non lasciarono altra scelta che non fosse quella di appoggiare Franco, se non altro perché si offrì di proteggere preti, monaci e monache dalle repubblicane squadre della morte. (p. 278). [Non va dimenticato che i soloni anglosassoni della “libertà” e della “democrazia” sostenevano gli assassini comunisti spagnoli e le loro squadre della morte.]

“È semplicemente falso che la Chiesa si oppone alla libertà e alla democrazia. Semmai, tende a opporsi ai tiranni, specialmente a quelli che cercano di distruggere la Chiesa.” (p. 280).


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