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Tutto falso.

Papa Leone XII non ha mai detto nulla del genere, anzi caldeggiava le vaccinazioni. “(…) i grandi successi scientifici del diciassettesimo secolo e XVIII secolo non furono ottenuti a dispetto della Chiesa; al contrario, rappresentarono il culmine del normale progresso scientifico che, nel corso dei secoli, si ebbe nelle università fondate, controllate e sovvenzionate dalla Chiesa. Anzi, gli esponenti più importanti della ‘rivoluzione scientifica’ erano uomini insolitamente religiosi, di essi quasi la metà erano cattolici, molti addirittura preti. Quanto a Galileo, non trascorse mai neppure un solo giorno in prigione e in realtà finì nei guai non per la sua scienza (…) , ma per la sua arrogante doppiezza.” (p. 192).

“Gli Scolastici furono brillanti studiosi, che fondarono le grandi università europee e furono i primi a formulare e insegnare il metodo sperimentale; furono loro a dare inizio all’ascesa della scienza occidentale.” (p. 193).

“La dedizione degli Scolastici all’empirismo in nessun campo si manifestò più totalmente che nello studio della fisiologia umana. Furono gli scolastici e non i greci, i romani, i musulmani o i cinesi, a basare i propri studi sulla dissezio (p. 198) ne umana. In effetti in epoca classica ‘la dignità del corpo proibiva la dissezione’, e questo è il motivo per cui in campo anatomico i testi greco-romani sono così sbagliati. (…) La dissezione umana era proibita anche nell’islam. Ma con la nascita delle università cristiane si ebbe un nuovo modo di considerare la dissezione. Il nuovo modo si basava sul presupposto che nell’essere umano ciò che è unico è l’anima, non il corpo. Pertanto la dissezione del corpo umano non aveva alcuna implicazione teologica. A questo presupposto, si aggiunsero due motivazioni. La prima era di tipo legale: troppi assassini erano sfuggiti alla prigione perché i corpi delle loro vittime non erano stati sottoposti a un accurato esame post mortem. La seconda era che un’adeguata preparazione medica richiedeva l’osservazione diretta del corpo umano.” (p. 199).

“Non solo le università erano autonome, ma i docenti godevano di questa autonomia in modo considerevole. Era incredibile quanto spesso i docenti si spostassero da un’università all’altra, facilitati dal fatto che l’insegnamento era, sempre e dovunque, in latino e dunque non c’erano barriere linguistiche alla loro mobilità. Anzi, era un’epoca in cui, nonostante la lentezza dei trasporti, tutti i docenti più illustri, dalla Polonia (p. 200) all’Inghilterra, si conoscevano tutti. Molti si erano anche incontrati di persona, e tutti avevano molti conoscenti comuni. Allora, come oggi, si acquisivano fama e inviti a insegnare in altre università grazie all’innovazione: non chi conosceva Aristotele parola per parola, ma chi aveva trovato errori in Aristotele.” (p. 201).

“Così come non ci furono i ‘Secoli Bui’, non ci fu neppure la ‘Rivoluzione Scientifica’. Semmai, il concetto di rivoluzione scientifica fu inventato per screditare la Chiesa medievale, sostenendo che la scienza spuntò improvvisamente in tutta la sua fioritura (…) soltanto quando un indebolito cristianesimo non poté più bloccarla.” (p. 202).

La realtà è totalmente opposta. Fu il vescovo Grossatesta (1168-1253) il primo a capire che l’arcobaleno è dovuto alla rifrazione della luce. Alberto Magno (ca. 1200-1280) diede importanti contributi in biologia, geografia, astronomia e chimica. Ruggero Bacone (1214-1294), sostenitore dell’empirismo contro l’autorità del passato, diede fondamentali contributi in fisica e matematica e smentì l’affermazione di Aristotele che l’acqua calda gelerebbe più rapidamente di quella fredda. Guglielmo di Ockham (1285-1347) anticipò la prima legge del moto. Nicola d’Oresme (1325-82) dimostrò il movimento di rotazione della terra. Nicola Cusano (1401-64) fece importanti osservazioni sulle dimensioni dei corpi celesti e anticipò la scoperta del movimento di rivoluzione terrestre. Nicolò Copernico (1473-1543) riassunse i contributi precedenti sul movimento della Terra e ne diede una soluzione matematica.

“Isaac Newton (1642-1727) pronunciò la celebre frase: ‘Se ho visto più lontano è perché stavo sulle spalle di giganti’. Sfortunatamente troppo pochi di coloro che la citano si rendono conto che Newton non solo era assolutamente serio, ma anche assolutamente corretto. La scienza non esplose improvvisamente nella grande rivoluzione intellettuale del tempo di Newton, ma quell’epoca di straordinari successi fu il culmine di secoli di intenso, costante progresso scientifico.” (p. 211).

“Esattamente come avevano inventato il concetto di ‘Secoli Bui’ per screditare il cristianesimo, un gruppo di filosofi del XVIII etichettarono la loro epoca come ‘Età dell’Illuminismo’ per sottolineare come l’oscurantismo religioso fosse stato finalmente cacciato dall’umanesimo laico.” (p. 212).

“(…) gli eccezionali successi scientifici del XVI e XVII secolo furono opera non di scettici, ma di cristiani il 60% dei quali erano devoti. L’Età dell’Illuminismo è immaginaria come quella dei Secoli Bui: entrambe sono miti creati dalle stesse persone per gli stessi motivi.” (p. 214).

“La scienza si sviluppò soltanto nell’Europa cristiana perché soltanto l’Europa medievale credeva che la scienza fosse possibile e auspicabile. E alla base di questa convinzione c’era la sua immagine di Dio e della creazione. Affermazione clamorosamente pronunciata, nel 1925, di fronte a un selezionato pubblico di studiosi: si trattava delle Lowell Lectures, tenute a Harvard dal grande filosofo e matematico inglese Alfred North Whitehead (1861-1947), che spiegava come la scienza si fosse sviluppata in Europa grazie alla diffusa ‘fede nelle possibilità della scienza’ (…) derivante dalla teologia medievale.” (p. 220).

“Whitehehad aveva riconosciuto che la teologia cristiana era stata essenziale per l’ascesa della scienza, esattamente come le teologie non-cristiane avevano represso l’avventura scientifica nel resto del mondo.” (p. 221).

Le immagini di Dio e della creazione nelle religioni non-cristiane “sono troppo impersonali o troppo irrazionali per aver alimentato la scienza. In natura, qualsiasi particolare ‘evento potrebbe essere dovuto alla decisione di un dispotico e irrazionale’ dio, o potrebbe essere stato causato da ‘da qualche impersonale, imperscrutabile origine delle cose’. Non è la stessa fiducia che si ha nella intellegibile razionalità di un essere personale. Si dovrebbe tener presente che, date le comuni origini, il concetto giudaico di Dio è idoneo a favorire la scienza quanto il concetto cristiano. Ma, in questo periodo, in Europa gli ebrei erano una minoranza piccola, sparpagliata e spesso perseguitata e dunque non contribuirono all’ascesa della scienza, anche se gli ebrei hanno primeggiato in campo scientifico sin dal momento della loro emancipazione nel XIX secolo. – Al contrario, molte religioni estranee alla tradizione giudaico-cristiana non ipotizzano alcuna creazione.Ritengono che l’universo sia eterno, senza inizio o scopo: non essendo mai stato creato, non ha creatore, In base a questo punto di vista, l’universo è un supremo mistero, incoerente e (forse) arbitrario. Per coloro che la pensano così, le uniche vie verso la conoscenza sono la meditazione o l’ispirazione: non c’è nulla su cui ragionare. Ma se l’universo è stato creato secondo norme razionali da un creatore perfetto e razionale, allora dovrebbe svelare i suoi segreti alla ragione e all’osservazione. Di qui l’ovvia verità che la natura è un libro fatto per essere letto.” (p. 222).

“(…) oggi esiste un gruppo militante di atei, soltanto alcuni dei quali scienziati, che dedicano un notevole impegno ad attaccare la religione in quanto assurda superstizione e affermano che la scienza rifiuta l’esistenza di Dio e la possibilità di miracoli. Non riescono a capire che la scienza si limita al mondo naturale, empirico, e non è in grado di dire nulla su un mondo spirituale, non empirico –tranne negarne l’esistenza. – Sorprendentemente, tra i più illustri di questi atei arrabbiati parecchi pensano che esseri semidivini si siano evoluti in lontani pianeti. Come spiega Richard Dawkins in The God Delusion (L’illusione di Dio, 2006): “Che riusciamo o meno ad arrivare a conoscerle, molto probabilmente ci sono civiltà aliene che sono superumane, al punto da essere simili a un dio in modi che vanno oltre qualunque cosa un teologo possa possibilmente immaginare.” (p. 230).


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