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LA GRAMAGLIADE

ovvero

EPOPEA DI UNO SPIRITISTA NEMICO DI MARIA VALTORTA

 

CAPITOLO QUARTO

BESTEMMIE SUL GESÙ STORICO

Settima puntata

Desideri insoddisfatti

Ma il peggio, secondo l’erudito PAG, deve ancora arrivare (pp. 152-153): “L’episodio più sconcertante è tuttavia registrato il 16 marzo 1947. Il desiderio insoddisfatto della maternità [Ma almeno cambia solfa ogni tanto, per piacere!], che documentano da sole l’infuriare caotico e paranoico dell’inconscio nella Valtorta (…) si incontra con allucinazioni vampiresche. A differenza di altre visioni, nelle quali aveva sentito il sapore spesso e glutinoso con l’odore caratteristico del sangue vivo, questa volta percepì il gusto di un liquido dolce e aromatico. Le fiamme le sentiva invece carezzare le guance e i capelli e insinuarsi in essi dolci e fresche come un vento d’aprile (…). La macabra visione si ripeté per alcuni giorni e si rinnovò poi il 3 giugno 1949 (primo venerdì del mese!).” Tutto chiaro: il Redentore è macabro, Giuda Iscariota no, nemmeno quando pende dall’albero, appeso a “quel capestro che strozzò quella vita chiudendo nel sacco immondo del corpo del traditore il suo sangue impuro venduto a Satana”. Povero Giuda, è solo la vampira Valtorta che si inventa le visioni.

Ad informazione non del PAG, che sa tutto – osserva l’aspirante psichiatra – ma dei lettori, è bene ricordare una delle promesse che Nostro Signore fece per l’anima di tutti coloro che avessero recitato per un anno le Quindici Orazioni di Santa Brigida: a quell’anima – dice Gesù – “darò un singolare tratto: bere alla fonte della mia Deità.” Che c’è di strano se il Santo Redentore alla sua diletta Valtorta, che tanto ha sofferto e tanto Lo ha servito, ha voluto concedere questa grazia già da viva? Tutti sanno che il PAG non ha paura di niente, ma mi permetto ugualmente di sconsigliare Sua Tuttologica Luminosità di azzardarsi a proclamare frutto di “allucinazione vampiresca” o di “infuriare caotico e paranoico dell’inconscio” anche quanto scritto, per indubbio lume divino, da Santa Brigida, dottore della Chiesa e protettrice d’Europa. A scanso di tentazioni di attribuire anche a lei “ossessivo desiderio di contatto fisico e di maternità”, sappia l’illuminato PAG che Santa Brigida ha avuto otto figli.

E infine l’ennesima amenità pseudopsicologica di questa becera galleria di caricature di Gesù e dei discepoli (pp. 153-154): “Troviamo anche l’emergere, da sfere subliminali della coscienza (sic!) di scene e ricordi conservatisi nell’inconscio o nella memoria subconscia; la figura di Maria nelle visioni assume a volte i caratteri di quadri, affreschi o riproduzioni osservate ad esempio a Firenze nella Chiesa dell’Annunziata. La visione della grotta di Betlemme, ove Maria è seduta sulla paglia col Bambino in grembo e Giuseppe guarda appoggiato alla greppia con un gomito ripete semplicemente le cartoline postali natalizie del tempo (1944). Anche la scena della Trasfigurazione riproduce quadri e iconografie molto note con Gesù in levitazione, con Mosè, dotato di due corni di luce sulla fronte, e con Elia vestito come il Battista. Invece per la Valtorta la Trasfigurazione si sarebbe ripetuta davanti ai suoi occhi in una visione autentica. La posa frequente di Gesù che guarda, pensa e medita col gomito puntato sul ginocchio, la mano sorreggente il meno poggiato nell’incavo della palma, è quella di alcune immaginette sacre romanticheggianti.”

Ma che pena! Le blaterazioni dei laicisti sono sempre le stesse: anche a Bernadette Soubirous le ottuse autorità della Francia avviata alla disastrosa scristianizzazione cercarono di far dire che la “Signora” da lei vista non era che un ricordo della statua della Madonna esistente nella chiesa parrocchiale. Peggio: almeno questo qui fosse un vero laicista, ma è addirittura un prete!

E poi perché le visioni della Valtorta non dovrebbero somigliare a certe immagini sacre? Gli artisti si sono sempre ispirati a tradizioni antichissime. Ma per l’incontentabile PAG se quello che descrive la Valtorta è conforme a immagini tradizionali deve aver scopiazzato attingendo al mitico inconscio. Se in qualche modo (mai in questioni che tocchino la Fede) se ne discosta, allora è una idiota che contraddice l’intoccabile scienza dei paludati esegeti. È proprio il caso di ripetere con Totò: “Ma mi facci il piacere!”

(continua)


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