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— Kolleghi, dopo profonda riflessione, kon grande personale sacrificio e molte notti insonni, — esordì al “coniglio” di facoltà, calcando bene su ogni parola, il sapienziale personaggio, proveniente da Toma la Supponenza, gran censore di libri di testo che non aveva letto, terrore delle segretarie, tappatore di bokke che pretendevano di parlare, kastigatore dei dissenzienti — sono giunto all’inkrollabile persuasione dell’assoluta, imprescindibile, ineludibile, kogente, stratosferica necessità di difendere la Sakra Istituzione, consakrata dall’indefessa opera di ottimi buoni maestri, kontro l’uso improprio di mezzi didattici da parte dei kani sciolti che pretendono di possedere la… ah, ah, ah, ah!… verità. Nessuno, ribadisco, nessuno deve poter dire kuello che vuole, ma solo ciò ke sarà rikonosciuto politikamente korretto (con la kappa). Dopo lunghe notti insonni ke, non è necessario ke lo sottolinei, sono la mia principale specialità, ho deliberato ke il grado di konformismo e korrettezza politika (con la kappa) sarà giudikato dall’apposita kommissione inquisitoria all’uopo da me nominata, e komposta anzitutto da me, poi da me e ancora da me, kon l’ausilio degli illustri kolleghi Zero, Pinokkio, il Gatto e la Volpe. —

Così parlò, ispirato, gli occhi fissi al cielo vuoto del relativismo, il grande personaggio, difensore dell’Istituzione, orgoglio e vanto della sua Alma Mater, Toma la Supponenza.

Di che Istituzione si trattava? domanderanno i nostri ventitré lettori e mezzo.

Ma naturalmente di Kattedropoli.

ORAZIA


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