LA BISCIA
Davanti a una scuola di un quartiere residenziale elegante della denuclearizzata e devitalizzata città di Mezastrassa.
Atto primo.
UN BAMBINO – Mamma, mamma, hai visto, c’è un serpente!
LA MADRE – Ho visto, sarà una vipera.
ALTRA MADRE – Una vipera! State indietro.
TERZA MADRE – Ma no, è una biscia.
(Bambini schiamazzanti, invece di entrare nella scuola, accorrono a frotte a vedere l’animale, a stento trattenuti dalle madri.)
QUARTA MADRE – Bisogna chiamare i vigili.
Atto secondo.
UN VIGILE (stranamente arrivato subito, perché il comando è a due metri dalla scuola) – Dov’è la belva?
MADRI e BAMBINI – Lì, lì, lì.
VIGILE – Vedo, vedo. Adesso chiamo la forestale.
Atto terzo.
(Irrompe la forestale con camionetta a sirene spiegate.)
GUARDIA FORESTALE – Io la prendo di qua.
ALTRA GUARDIA FORESTALE – Io la insacchetto di là.
TERZA GUARDIA FORESTALE – Attenti a non farle male, mi raccomando.
QUARTA GUARDIA FORESTALE – Vieni bella, che ti portiamo sulle alture e ti liberiamo nel tuo prisco ambiente incontaminato, tra la fresca verzura.
EPILOGO
(Nel prisco ambiente incontaminato, tra la fresca verzura, sulle alture che circondano la nobile città di Mezastrassa, denuclearizzata, devitalizzata e in preda a delirium tremens ambientalista.)
LA BISCIA – Ma quanto casino fanno questi uomini.
NOTA A MARGINE. Nel breve intervallo di tempo durante il quale veniva amorevolmente salvata la preziosa biscia, nel mondo sono stati ammazzati 6666 bambini, vittime di pillole, forcipi e pompe di biciclette manovrate dal diavolo.
ORAZIA
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