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Una domenica a “messa” in Riviera, con un pubblico (è ancora il caso di parlare di “fedeli”?) in prevalenza di medio-alta borghesia. Una similmessa come tante, come quasi tutte. Ecco la scena e i personaggi più significativi.

Prete recitante le parole della similmessa della neochiesa col tono di chi legge il bollettino meteorologico, infiammandosi solo quando tuona contro i perversi che non credono alla pandemia e non mettono “bene” la museruola. Perché, dice lui, li ha visti i morti portati via col camion di notte come se si fosse in guerra, dimenticando che con le cure di macelleria medica indotte dal terrore mediatico-sanitario, intubando e bruciando i polmoni della gente, per forza che i morti dovevano portarli via coi camion, vietando le autopsie e le visite dei parenti.

Una dama alquanto stagionata non ha fatto altro che fissarmi tutto il tempo. Essendo convinto che non lo facesse perché folgorata dalle mie apollinee sembianze, mi sono reso conto ben presto che era furiosa con me perché la museruola mi era inavvertitamente scivolata lasciandomi scoperto il naso: una talebana della museruola dunque, evidentemente abituata a prendere per oro colato la spazzatura che cola dal feticcio televisivo alimentando il terrorismo sanitario e le omelie della neochiesa.

Poco più avanti un altro quadretto: una signora seduta con una bambina sui sette anni in braccio. La piccola buona, tranquilla e costantemente con le spalle rivolte all’altare, indifferente come se l’avessero portata ad una noiosa rappresentazione di burattini verso i quali non nutriva il minimo interesse; né la madre, immobile e indifferente, tentava di farle intendere quello che si svolgeva all’altare, che del resto non sembrava interessasse neppure a lei. Perché era venuta? Non so, non sarebbe stato educato chiederglielo.

Chissà come mai la frequenza alla messa è ridotta a una percentuale minima? Chissà come mai l’otto per mille alla chiesa cattolica è calato vertiginosamente? Chissà come mai le vocazioni sacerdotali sono crollate? Mettiamo un punto fermo: non dimentichiamo che l’Eucarestia è sempre l’Eucarestia: la Comunione è valida anche se chi l’amministra è, come spesso avviene, indegno e in peccato mortale. Tolto questo punto fermo, tutta la celebrazione, qui come altrove, sembra una funzione di regime, piatta, meccanica, con prediche penose nelle quali mai si parla dell’unica cosa che conti: la salvezza delle anime.

QUIDAM DE POPULO


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