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VAE VOBIS

(In lode di certo clero alquanto poco sincero)

 

A gara i laicisti voi li superate,

tremendi col bisturi voi dissezionate,

e non c’è miracolo che con voi tenga:

il miracolo è anàtema: mai non avvenga.

 

Eletta progenie ricolma di scienza,

soltanto vuol lodi, rimbrotti non cura,

ossequi sol chiede e pronta obbedienza;

sensibile ha borsa, coscienza ben dura;

il resto è sol fumo, è l’oro l’essenza.

 

Vediamo da tempo in varie occasioni

a celebrar Messa dei gran buontemponi,

con nuove dottrine e strane espressioni,

untuose omelie con molti sfondoni:

il popolo pensa che sian dei demòni.

 

Ostile alla vita avanza il nemico,

talvolta non sembra che v’importi un fico,

tutto accettate, pur di conservare

un’esil speranza: qualcosa salvare,

sperare che l’orco per ultimi azzanni

i grulli che l’hanno adulato per anni.

 

Se tutta la carne è com’erba verde,

ad ogni momento si sfoglia e si perde;

tutti i pensieri verranno svelati,

a forza dai tetti saranno gridati;

non vi turba pensare: sarà nota ogni azione?

appena avrà il giusto certezza di vita,

sarà allora per voi in eterno finita;

si vedrà senz’errore chi era vostro padrone:

in tanfo, fiamme, orrore, vostra destinazione.


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