La notizia eccezionale
vola tosto sul giornale:
è defunto quel fetente,
e il suo libro inpertinente
getterem senza paura
nel bidon di spazzatura.
Ma l’ipocrita sapiente
finge d’esserne dolente,
e, nell’assemblea plenaria,
alla lingua sua dà aria,
nel consiglio apre le danze
con acconce culdoglianze,
con sapienza e con orgoglio
egli esprime il suo culdoglio.
Ma un momento, mio signore,
ci dev’essere un errore:
quello è vivo; in fede mia,
trattasi di omonimia.
Il fetente è ancora in terra,
così avanti va la guerra.