I Trigotti

Necessaria precisazione: e sia ben chiaro noi non siamo bigotti.

Tag: Valtorta

APOSTASIA

APOSTASIA DI ROMA

“I sacerdoti, ministri di mio Figlio, i sacerdoti, con le loro vite malvagie, con la loro irriverenza e la loro empietà nella celebrazione dei Santi Misteri, con il loro amore per il denaro, il loro amore per gli onori e i piaceri, i sacerdoti sono diventati pozzi neri di impurità. Sì, i sacerdoti chiedono vendetta e la vendetta incombe sulle loro teste. Guai ai sacerdoti e quelli dedicati a Dio che con la loro infedeltà e la loro vita malvagia stanno crocifiggendo mio Figlio di nuovo! I peccati di coloro che sono consacrati a Dio gridano al cielo e chiedono vendetta e ora la vendetta è alla loro porta, perché non c’è più nessuno che implori misericordia e perdono per il popolo. Non ci sono più anime generose, non c’è più nessuno degno di offrire un sacrificio all’Eterno per il bene del mondo. […] Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’anticristo.” (Mélanie Calvat, Apparizione della Beata Vergine sul monte di La Salette, Lecce, 1879).

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IL VERO MOTIVO DELLA RIVELAZIONE PRIVATA A MARIA VALTORTA

IL VERO MOTIVO DELLA RIVELAZIONE PRIVATA A MARIA VALTORTA

Nel 1947, in una pagina (riportata nella corrispondenza tra Maria Valtorta e Mons. Carinci), e destinata al Santo Padre, il quale probabilmente non l’ebbe mai, Cristo esortava il Papa ad usare l'”Evangelo come mi è stato rivelato” per controbattere le ideologie atee dilaganti: l’Opera, “resa completa e gradevole, era pensata in modo da raggiungere quelle anime che non avrebbero in alcun altro modo letto i Vangeli”. In altre parole, si trattava di un prezioso strumento per avvicinare alla Verità evangelica coloro che ne sarebbero altrimenti rimasti per sempre lontani.

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SPIRITI MORTI E PUTRESCENTI

Questo dettò il divino Maestro alla santa veggente Maria Valtorta (volume I Quaderni dal 1945 al 1950 Paragone fra le due Passioni, quella di Cristo stesso e della sua fedele Portavoce, pp. 532-562):

“Pochi amici ha [Maria Valtorta], e quelli soprattutto fra i laici. Ma lei non perirà, né perirà l’Opera, sulla quale vegliano Cristo e la Sua Madre Santissima. Lei continui ad amare i suoi persecutori, che non l’hanno compresa e non la vogliono comprendere. Essi hanno voluto chiudersi in una tomba, spiriti morti e putrescenti. La tomba non è ancora chiusa, nella speranza che possano essere sanati e risorgere. Se questo non avverrà, avranno punizione eterna e terribile.”

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SPIRITI MORTI E PUTRESCENTI

Questo dettò il divino Maestro alla santa veggente Maria Valtorta (volume I Quaderni dal 1945 al 1950 Paragone fra le due Passioni, quella di Cristo stesso e della sua fedele Portavoce, pp. 532-562):

“Pochi amici ha [Maria Valtorta], e quelli soprattutto fra i laici. Ma lei non perirà, né perirà l’Opera, sulla quale vegliano Cristo e la Sua Madre Santissima. Lei continui ad amare i suoi persecutori, che non l’hanno compresa e non la vogliono comprendere. Essi hanno voluto chiudersi in una tomba, spiriti morti e putrescenti. La tomba non è ancora chiusa, nella speranza che possano essere sanati e risorgere. Se questo non avverrà, avranno punizione eterna e terribile.”

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MARIA VALTORTA-Il parallelo tra le due Passioni-Recensione

VALTORTA M. (1985) “Il parallelo tra le due Passioni”, contenuto nel quaderno n. 120, pubblicato nel volume I quaderni dal 1945 al 1950, pp. 532-562

Questo complesso dettato costituisce un documento a sé stante, nel quale Gesù svolge un serrato confronto fra la Sua Passione, che ebbe inizio fin dalla Sua nascita e quella della Valtorta, che soffrì volontariamente per amore di Dio e delle anime fin dalla più tenera età, fu fedele fino alla fine, fu tradita da quelli che avrebbero dovuto comprenderla e amarla. Suoi carnefici furono i membri dell’Ordine Servita che si accostarono a lei con curiosità non buona, la tentarono in ogni modo, la perseguitarono, insultarono e calunniarono, fino ad imporle una croce che Gesù non le aveva destinato. Pochi amici ha, e quelli soprattutto fra i laici. Ma lei non perirà, né perirà l’Opera, sulla quale vegliano Cristo e la Sua Madre Santissima. Lei continui ad amare i suoi persecutori, che non l’hanno compresa e non la vogliono comprendere. Essi hanno voluto chiudersi in una tomba, spiriti morti e putrescenti. La tomba non è ancora chiusa, nella speranza che possano essere sanati e risorgere. Se questo non avverrà, avranno punizione eterna e terribile. Ma lei preghi come Cristo perché le pecore smarrite tornino all’Ovile e vi sia un solo Ovile e un solo Pastore, e i diletti di ora e di sempre saranno dove lei stessa sarà, in Paradiso.

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LIBRI E LETTURE DI MARIA VALTORTA

VALTORTA M. (2021) I miei libri, le mie letture, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano

La benemerita Fondazione Erede di Maria Valtorta, oltre a conservare e pubblicare gli Scritti della veggente, di cui è l’unica legittima proprietaria, ne custodisce pure la biblioteca. I libri, le sottolineature e le annotazioni permettono di conoscere la Valtorta lettrice. Frequenti riferimenti alle letture fatte si trovano nelle scritture autobiografiche e nelle lettere.

In giovane età la veggente fu molto colpita dalla lettura di Storia di un’anima di s. Teresa del Bambin Gesù, mentre il Cantico dei Cantici le suscitò un’eco minore rispetto alle pagine ardenti di s. Giovanni della Croce e di s. Teresa di Avila. Nell’inverno 1920-21, quando sentiva spezzarsi tutti i legami più cari, trovò quanto si può osare sulla via dell’amore e della confidenza in un libro all’Indice: Il Santo di Fogazzaro, che la gettò nell’oceano della misericordia divina e la confortò a sperare nei valori soprannaturali e nell’espiazione del pentimento.

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LA BATTAGLIA NAVALE (continuazione)

LA BATTAGLIA NAVALE (continuazione)

Nel mare della Storia proseguiva la violenta battaglia navale. La potentissima nave ammiraglia bianca e gialla, con le misteriose chiavi dipinte sulle fiancate, era sempre sotto attacco dalle corazzate nemiche, che anzi aumentavano di numero e in potenza di fuoco. L’ammiraglia, tragicamente minata dal tradimento dei contrammiragli-Giuda e degli ufficiali-Caino era in difficoltà.

La sparuta flottiglia di barchette con piccolissimi equipaggi armati di pistole scacciacani e di fucilini a tappi, che si spacciava come difesa della Tradizione, si dava un gran da fare, come tutte le mosche cocchiere di questo mondo.

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LA BATTAGLIA NAVALE

Nel mare della Storia è in corso una violenta battaglia navale. Una potentissima nave ammiraglia bianca e gialla, con certe misteriose chiavi dipinte sulle fiancate, è attaccata da una grande flotta di corazzate nemiche. L’ammiraglia non avrebbe difficoltà a sbarazzarsi del nemico, sennonché è tragicamente minata dal tradimento: contrammiragli-Giuda e ufficiali-Caino fanno di tutto per impedire alla loro nave di difendersi, sabotandone le artiglierie e aprendo falle nella chiglia.

C’è pure una sparuta flottiglia di barchette con piccolissimi equipaggi che, armati di pistole scacciacani e di fucilini a tappi, tentano di sostenere l’ammiraglia. Gli intrepidi combattenti si ritengono impegnati nella difesa della Tradizione, in una disperata guerriglia contro l’agguerrita flotta nemica rigorosamente laicista. Il nemico, però, dall’alto delle sue navi, ride di loro, anche perché tutto quello che sanno fare è combattersi l’un l’altro.

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