UN TUFFO IMPREVISTO
I coniugi Lorenzi, nati e residenti nella repubblicana, resistente e denuclearizzata città di Mezastrassa, avevano acquistato (per quattro soldi, grazie al crollo del mercato immobiliare legato alla “decrescita felice”) una nuova casa, perché in quella vecchia, che era un po’ meno grande, si erano trovati nella scomoda alternativa di dover gettar via qualche quintale dei loro preziosi libri o uscire di casa per far posto agli stessi. Naturalmente ci volle tempo per mettere in ordine la nuova magione e sistemare gli scaffali, freschissima opera di un valente mobiliere, per le diverse tonnellate di libri (tutti accuratamente letti e studiati) di cui erano fortunati possessori. Poi, esplorando meglio la cantina, dietro un cumulo di fiaschi vuoti, scoprirono una strana cosa rotonda a forma di carrozza a due posti. Non avevano idea di come fosse finita lì ma, siccome era coperta di polvere e loro non amavano la polvere, cominciarono a ripulirla e la esaminarono con cura. All’interno, sotto quello che sembrava un cruscotto con leve, pulsanti e quadranti vari, c’era uno scomparto che recava l’etichetta “Libretto istruzioni. Leggere attentamente prima di mettere in moto”. Purtroppo lo scomparto era vuoto.