I Trigotti

Necessaria precisazione: e sia ben chiaro noi non siamo bigotti.

Anno: 2012 (Pagina 2 di 3)

MISTICA E MISCONOSCIUTA: IL CASO DI MARIA VALTORTA

MISTICA E MISCONOSCIUTA: IL CASO DI MARIA VALTORTA

“Se un’immensa sconfinata rosa, fatta di una luce rispetto alla quale quella di tutti gli astri e i pianeti è scintilla di focolare, smuovendo ad un vento d’amore i suoi petali desse suono, ecco qualcosa che potrebbe assomigliare a quanto vedo e odo, e che è il Paradiso tuffato nella luce d’oro della Trinità Ss. coi suoi abitanti di luce diamantina”.

L’autrice di questo brano è una mistica contemporanea, che appena adesso (e non senza opposizione da parte di chierici progressisti, come già si era verificato per San Padre Pio) si comincia a conoscere e ad apprezzare: Maria Valtorta (Caserta 1897-Viareggio 1961) (vedi ), una persona di limitata cultura, che aveva compiuto solo studi tecnici, il cui unico pregio intellettuale era quella di avere un’eccellente memoria, che le permise di riportare nei minimi dettagli ciò che vedeva. La Valtorta fu paralitica per gran parte della sua vita. Inchiodata a letto senza avere la possibilità di compiere alcuna ricerca, senza conoscere alcuna lingua orientale, senza aver mai lasciato l’Italia, descrisse in modo dettagliatissimo la vita del Salvatore, dimostrando di conoscere perfino la conformazione del territorio, incluse descrizioni di peculiari formazioni rocciose (confermato da un geologo che aveva lavorato in Palestina) e le minute differenze di pronuncia della lingua ebraica tra la Galilea e la Giudea. Costei più volte ebbe la visione della rosa paradisiaca e più volte la descrisse, anche in assai maggior dettaglio rispetto alle poche righe riportate sopra. La visione corrisponde esattamente all’immagine del Paradiso nella Divina Commedia come “candida rosa” (Canto XXXI, 1-3), oggetto di una delle più impressionanti tavole disegnate dal Doré nella grande edizione illustrata del Poema.

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A PRATOMELMOSO RITORNA IL MEDIO EVO

MEDDIOEVVO E’, AHIME’, TORNATTO,

MALLEDDETTO INDELLIKKATTO

ORKETTO FALCE E KULETTO — Tissei fatto darre tutto?

PISELLO KULETTO E MARTELLO — Siiiiì. Ho qui tutto il dossier di faccoltà dovve che hanno datto addosso aqquel porco d’un crimminnalle ommoffobbo, razzista, sessista, riddiccolo. Mi ha datto tutto il gran kappo.

ORKETTO FALCE E KULETTO — Finnalmente un pressidde che presiedde.

PISELLO KULETTO E MARTELLO — E che è propprio deinnostri. L’ho cappitto subbitto quando ci ha portatti in piazza.

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ADOTTA UNA PAROLA

 

Il geniale metodo proposto dal professor Serafini per il conseguimento di questo desiderabile fine era che tutti gli scrittori, scrivani, scribacchini e pennivendoli aderenti al progetto scegliessero una parola, impegnandosi ad usarla il più possibile in frasi opportunamente mirate.

Astenio Conformini, prestigioso esponente della corporazione accademica italianistica, decise di partecipare al brillante, utile ed intelligente progetto, e cominciò a riflettere sulla parola da scegliere. Cercò su internet qualche altro partecipante all’iniziativa e inorridì quando vi trovò la notizia che un certo Arcibaldo Rinoceronte, cugino di Tommaso Indelicato e del terribile Arcibaldo Elefante, e ancor più coriaceo e politicamente scorretto di loro, aveva scelto la parola “frocio”, dichiarando che essa era gravemente minacciata di demolizione dall’avanzata dei ciechi bulldozer del politicamente corretto.

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PAROLE PER UN ANNO

 

 

 

PAROLE PER UN ANNO

Riuniti in un’aulica sala in quel di Roma, un nutrito gruppo di italianisti si apprestava a giocare un nuovo giochino di società. L’idea era stata lanciata dal geniale professor Supremo Serafini. Si trattava di scegliere una parola, abbinarla a un giorno dell’anno e comporvi una frase.

Grandissimo successo riscosse Efialte Buchetti, che abbinò al 1°marzo la parola “olezzo”, e compose la frase ispirata: “Il tuo olezzo virile, o caro, mi esalta e mi conquide”.

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DARWINISMO: A CHI GIOVA?

A CHI GIOVA IL DARWINISMO?

Perfino gli evoluzionisti dubitano della darwiniana “lotta per la vita”.

Studiando la presunta evoluzione umana, “Wallace notò che lo sviluppo del cervello è avvenuto con largo anticipo rispetto all’impiego della sua facoltà, ma in base alla teoria dell’evoluzione per selezione naturale non è possibile che una struttura, per di più complessa, venga prodotta migliaia di anni prima dell’impiego che avvantaggerà l’organismo in cui si è manifestata.” (Pennetta 2011, p. 62). Vedi The limits of natural selection as applied to man (I limiti della selezione naturale nella sua applicazione all’uomo), uno scritto di Wallace del 1870. I digrignanti guardiani dell’ortodossia darwiniana hanno fatto in modo che questo scritto avesse meno diffusione possibile. Ma l’obiezione di Wallace è tuttora pienamente valida.

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POVERA EUROPA

POVERA EUROPA

Che aria tira nelle auliche stanze dell’euroburocrazia?

 

Nelle stanze euroburocratiche, insieme ai lauti stipendi e all’aria condizionata, circolano i miasmi cimiteriali dell’inno europeo, il prestigioso quarto movimento della Nona Sinfonia in re minore op. 125, “Corale”, di Ludwig van Beethoven, su testo dell’“Ode alla gioia” di Friedrich Schiller. La “gioia” cantata dal poeta è naturalmente quella massonica, radicata nella cimiteriale filosofia della gnosi, in diretta opposizione alla presunta “tristezza” della Fede cattolica. È un folle “salto in avanti”, quello che Schiller propone in quell’ode: una tabula rasa che, ignorando la realtà, dipinge un mondo “magico” di inesistente e impossibile bontà, da ottenersi abbracciando questa generica e impalpabile “gioia”.

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ORATIONES

ORATIONES

I

 

O sancte Joseph, terror demonum, adjuva nos.

O sancte Joseph, terror demonum, noli derelinquere nos.

O sancte Joseph, terror demonum, ora pro nobis.

 

O san Giuseppe, terrore dei demoni, vieni in nostro aiuto.

O san Giuseppe, terrore dei demoni, non ci abbandonare.

O san Giuseppe, terrore dei demoni, prega per noi.

 

L’invocazione a san Giuseppe è preghiera di esorcismo contro i demoni. Il santo sposo della Beata Vergine è divenuto terrore dei demoni per la granitica fede che gli ha permesso di portare a buon fine la missione affidatagli da Dio di protettore della Sacra Famiglia. Abbiamo estremo bisogno della protezione di tutti i santi capaci di terrorizzare e scacciare i demoni. Insieme alla Madonna e all’Arcangelo san Michele, san Giuseppe è uno dei protettori più potenti.

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DIRITTO DI FAMIGLIA

DIRITTO DI FAMIGLIA

Atto unico

 

Personaggi:

CANDIDO Speranza, venticinquenne, prossimo al matrimonio, sprizzante ottimismo, almeno all’inizio;

GIOCONDO Speranza, zio di Candido, cinquantenne, molto male in arnese;

un CAMERIERE.

 

Un tavolo al bar.

 

CANDIDO — O zio, come stai? È un bel po’ che non ci vediamo.

GIOCONDO — Sì, un “Po” di tempo con la maiuscola.

CANDIDO — Hai sempre voglia di scherzare. Vieni, sediamoci un momento al bar.

GIOCONDO — Non che ci sia gran che da scherzare, sai? Penso che tu abbia saputo…

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DAL VOLUME DI RACCONTI “L’ALBERO SECCO”, DI MARIA ANTONIETTA BIAGINI

Ma simili reazionarie illazioni, degne di uno studioso “marginale” come Emilio Onesto, non turbavano la mente scientifica della spedizione, il rinomato professor Mad Max (oltre la sfera della decenza, nella sua corsa a rotta di collo verso l’agognato nulla), titolare di ben tre cattedre: in Ateismo dogmatico, in Evoluzionismo obbligatorio, e in Relativismo applicato, conferitegli dai suoi ottimi buoni maestri, rispettivamente presso le università di Mangiapreti, di Brucialibri e di Bocchetappate. Poiché il sole calante mandava gli ultimi raggi sulla lucida pelata dell’illustre accademico, questi, appena individuato un ripiano adatto a montare il campo, diede benignamente ed autorevolmente il segnale della sosta.

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STRALCIO DAL ROMANZO “LA NUOVA TERRA” DI EMILIO BIAGINI

STRALCIO DAL ROMANZO “LA NUOVA TERRA”

 

DI EMILIO BIAGINI

 

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Volume ordinabile via <edizioni@fedecultura.com>

 

Prologo

 

1

Le trafitture venivano a ondate, sempre più frequenti e profonde, dal ventre gonfio della donna che si muoveva con disperata lentezza, come un animale ferito. Eppure la legna doveva portarla fino alla cucina, altrimenti la padrona l’avrebbe battuta di nuovo.

La padrona era molto più vecchia di lei e sformata dalle continue gravidanze, e non amava certo che il marito trascorresse le notti con la schiava. E poi la casa era già piena di bambini o, come diceva il predikant girovago, “benedetta da abbondante prole”. Perché aumentare ancora il numero degli hotnot? Ce n’erano già a sufficienza per tagliare la legna e trasportare l’acqua. Questo diceva la padrona, questo ripeteva sempre la padrona alle amiche delle fattorie vicine, la Visser, la Schoeman e la van der Merwe, sempre le stesse amiche, sempre le stesse parole. Per raggiungere le altre fattorie occorreva un viaggio di alcuni giorni sul carro trainato da buoi, e si finiva per andarci assai di rado. Le poche idee non circolavano molto velocemente.

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