Il domenicano Girolamo Savonarola iniziò la predicazione dei Quaresimali – era il 17 Febbraio 1496 – con queste parole:
Fatti in qua, ribalda Chiesa, fatti in qua ed ascolta quello che il Signore ti dice: Io ti avevo dato le belle vestimenta, e tu ne hai fatto idolo. I vasi desti alla superbia; i sacramenti alla simonia; nella lussuria sei fatta meretrice sfacciata; tu sei peggio che bestia; tu sei un mostro abominevole. Una volta ti vergognavi dei tuoi peccati, ma ora non più.
Il 24 Febbraio tuonò dal pulpito:
Noi non diciamo se non cose vere, ma sono li vostri peccati che profetano contra di voi […] noi conduciamo li uomini alla simplicità e le donne ad onesto vivere, voi li conducete a lussuria e a pompa e a superbia, ché avete guasto il mondo e avete corrotto li uomini nella libidine, le donne alla disonestà, li fanciulli avete condotto alle soddomie e alle spurcizie e fattoli diventare come meretrici.
Girolamo Savonarola finì scomunicato e, insieme a due confratelli a lui fedeli, fu torturato e arso al rogo. Ed aveva ragione ed era un santo, del quale è iniziata la causa di beatificazione. E la Chiesa non era in condizioni così tragiche come oggi, perché allora si trattava semplicemente di impurità e nepotismo, mentre oggi il vertice usurpatore attacca direttamente i fondamenti della Fede e della morale. Qualche (rara) volta le scomuniche lanciate dagli alti papaveri della Chiesa colpiscono dei santi, mentre sono gli scomunicatori che dovrebbero vergognarsi, e che si vergogneranno davanti al Giudice Supremo. Ma allora sarà troppo tardi.
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